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Commento di

su In Italia, la violenza mafiosa è un capitale


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4 marzo 2012 19:51

Grazie per il suggerimento. Allora visto che hai sottomano "La mafia imprenditrice" vai alla pagina 63 e ci troverai questa perla di Arlacchi : "...contrariamente a quanto viene suggerito da gran parte della pubblicistica letteraria e giornalistica sull’argomento, non esiste e non è mai esistita una organizzazione criminale segreta, gerarchica e centralizzata chiamata mafia, ’ndrangheta o onorata società, i cui membri siano legati l’un l’altro da giuramenti di mutua fedeltà ed assistenza, effettuati nel corso di tenebrose cerimonie".

Insomma Arlacchi mentre descrive le trasformazioni della mafia siciliana da mafia rurale a mafia imprendiitrice, prende un colossale granchio negando la mafia stessa.Per Arlacchi la cosca era un insieme di relazioni che il mafioso intratteneva. Per fortuna Falcone piuttosto che credere a lui (suo amico) preferi credere alle dichiarazioni di Buscetta, che gli stava descrivendo la struttura di cosa nostra. Ad onore di Arlacchi va precisato che successivamente riconobbe il suo gigantesco errore pubblicamente.(in "Addio cosa nostra. La vita di Tommaso Buscetta" pag.IX).

La lettura che fa Arlacchi di Schumpeter è altrettanto fantasiosa. Adesso un consiglio te lo do io : leggiti le 30 pagine (169-199) di "Teoria dello sviluppo economico", Sansoni 1971 di J. Schumpeter, ti accorgerai che la funzione imprenditoriale è antitetica con quella monopolistica. E pertanto al prestanome del mafioso non è corretto assegnare la definizione di imprenditore, così come ci è definita da Schumpeter. 

Se poi vogliamo fare come i parcheggiatori napoletani che davano a chiunque stesse parcheggiando del dottore ......


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