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Commento di

su Nadal-Federer. Il lato oscuro del talento


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9 febbraio 2009 13:58

caro simone,
"l’umiltà di potere accettare che esiste un giocatore in grado di metterlo in difficoltà", come lei scrive, secondo me, roger federer l’ha dimostrata con quel pianto ininterrotto durante la premiazione a fine torneo, se mai ci fosse stato bisogno di una dimostrazione.
secondo il mio modestissimo parere di ex atleta, federer conosce perfettamente i propri limiti e la forza degli avversari, ma capita che a un certo punto della carriera arrivi un atleta che, per molteplici ragioni, diventa più forte di te, anche se tu sei stato il numero uno incontrastato per diversi anni. questo è lo sport. oggi nadal è più forte di federer, ma non perchè ci siano delle mancanze nella preparazione di federer o perchè questi si sia dimenticato di come si gioca a tennis. come lei simone sottolinea, sicuramente esiste una parte psicologica importante. il tennis è uno sport molto particolare. sostenere una prestazione al massimo del rendimento per ore è estremamente difficile, soprattutto perchè la tua prestazione non dipende solo da te stesso, ma il tuo stare in campo può cambiare a secondo dell’atteggiamento dell’avversario.
colgo quest’occasione per sottolineare una cosa che ritengo molto importante, la finale maschile degli australian open ha offerto un grandissimo spettacolo tennistico, ma soprattutto ha dato la possibilità di vedere cosa realmente significhi sport nella sua accezione più pura: le pacche sul petto che nadal ha dato a federer sul palco di premiazione e le lacrime di quest’ultimo dovrebbero essere mostrate nelle scuole tennis (e di qualunque altro sport) dove troppo spesso risultati vincenti, trasformano mediocri atleti in sportavi maleducati.
sinceramente,
laura


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