Rispondo per punti. Intanto l’articolo, per essere falso,
avrebbe dovuto fornire dati falsi. Si dimostri che un solo dato di quelli
forniti non sia vero, altrimenti si dimostra che è invece il commento di Libero
Mercato ad essere assolutamente pretestuoso.
1) A morire sul lavoro, anche ultrasessantacinquenni, non
sono solo lavoratori in attività usuranti. Ad esempio, edilizia ed agricoltura,
settori ad alto rischio e molti incidenti e morti sul lavoro, non sono
categorie considerate usuranti.
2) Che l’Italia sia uno dei paesi con la migliore qualità
della vita nel mondo non modifica i dati che ho elencato.
3) Si vuol mettere mano al portafoglio di un ente in attivo
di 1.300 milioni di euro e su una spesa pensionistica che incide sul Pil molto
meno di quanto si va propagandando. I dati da me forniti sono quelli ufficiali
dell’Inps.
4) So bene che i precari non avranno grandi difficoltà a
percepire una pensione. Non certo però per i conti dell’Inps, che sono in
attivo. Invece segnalo che 100.000 ex dirigenti, solo loro, si spartiscono
annualmente una quota di spesa Inps pari a 6.000 milioni di euro.
4) Di grazia, dove si legge nell’articolo che la riforma obbliga chi è
già in pensione a tornare a lavorare? Visto che non l’ho mai scritto,
evidentemente ridicolo è il punto di commento che lo afferma.
5) Conosco quel problema, ma non vedo come quello stesso
problema possa escludere la verità dei dati oggetti che ho portato nell’articolo.
Soprattutto non capisco il motivo per cui, se c’è gente che ha speculato con le
baby pensioni, a pagare debbano essere onesti lavoratori che vogliono godersi
una pensione a 65 anni e decenni di duro lavoro alle spalle.
6) Per gente che da 30-40 si spacca la schiena in un
cantiere o che lavora in una catena di montaggio che gli ha provocato disturbi
muscolo-scheletrici, due anni non sono qualificabili con un “appena due anni”.