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Commento di

su Catechismo, Chiesa e pena di morte


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1 ottobre 2011 14:21
Carissima studentessa "osservante",

il Catechismo della Chiesa Cattolica NON è assolutamente "per gli addetti ai lavori", ma si rivolge "a tutti i membri del Popolo di Dio" (Costituzione Apostolica "Fidei Depositum", 1992). Non so chi le mette in testa certe idee. Le stesse che, per secoli, non favorirono (è un eufemismo!) la lettura della Bibbia da parte del popolo. Crede che lo studio della teologia le dia dei privilegi? Una volta lo credevano solo i preti. Eppure lei parla di Concilio Vaticano II. Sì ... parla!

Si parla anche del quinto comandamento. Non uccidere! (Come lei sembra ricordare)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica nell’edizione 1997 cerca di correggere il tiro. Ovvero il contraddittorio riferimento alla pena di morte dell’edizione del 1992. Non è a caso quanto scritto nella "Evangelium Vitae" (1995) e il riferimento ad essa nella nuova edizione del Catechismo (1997). Quando uscì la prima edizione ci fu un forte movimento all’interno della Chiesa che non rimase passivamente stupito, ma criticò con forza costruttiva quella parte che giustifica la pena di morte. Persone che pensavano (e pensano!) che la Chiesa non debba trovare "altre cose da affrontare" quando si tratta di difendere la vita di una persona. Guarda caso Giovanni Paolo II fece così (solo) mezzo passo indietro (meglio di niente ... ma ancora niente!). Ma si sa che c’è sempre qualcuno che è più cattolico del papa (come lei) e non avrebbe fatto neanche quel mezzo passo indietro perché crede che la Chiesa abbia "altre cose da affrontare". Cosa di più importante della vita???

La giustificazione che si dava (e si continua a dare) alla pena di morte e a quel fatidico articolo (grazie anche a una certa tradizione teologica) è il diritto alla legittima difesa che la società ha. Ma chi si opponeva (e si oppone) notava (e nota) che la legittima difesa è una reazione immediata, dovuta a un pericolo attuale, ovvero un pericolo presente o incombente al momento del fatto. La pena di morte, invece, è una pena che si da dopo un giudizio (presumibilmente) frutto di una riflessione (purtroppo incorretta), e comunque non una reazione immediata.

Le auguro di non restare una cieca osservante della legge (quindi di "una parte solo per sentito dire" della religione, magari dai suoi illustri insegnanti), ma di svegliarsi dal "sonno dogmatico" ed essere capace di vivere il Cristianesimo (il suo fondatore è stato condannato a morte - contraddizioni della storia!). Gli "spizzichi e bocconi" (imboccati) che ha e che le impediscono una visione anche critica, specialmente su un argomento così importante, sono molto pericolosi.

Se la vita di una persona (dal concepimento alla morte) non è la priorità della Chiesa che avrebbe "altre cose da affrontare" (cos’altro a parte la vita di una persona, chiunque essa sia?), ma solo "spizzichi e bocconi" di quella stessa vita, siamo proprio alla frutta.

IN BOCCA AL LUPO

giuseppe


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