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Commento di

su La regione più povera d'Italia fa guadagnare miliardi di euro all'ENI


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2 marzo 2011 09:00

Caro Mauro, condivido il discorso sul PIL e per quello ti ho riportato altri indicatori. Non voglio dire che tutto è perfetto, anzi, ma da dove la prendi la prendi, la Basilicata non è la regione più povera. Anche per l’emigrazione, se consideriamo il livello provinciale, ci sono 400 province in Europa (su 1300) che stanno messe peggio nell’ultimo decennio. E parecchie sono italiane. E comunque dire che la popolazione decresce non significa dire che è la più povera. Altre aree rurali come la Basilicata hanno tassi di decrescita simili o maggiori......

La disoccupazione è aumentata meno che altrove. Se prendo gli ultimi dati disponibili (e lo ammetto, non considerano tutto l’impatto della crisi), la Basilicata è al 52o posto su 256 in Europa (dove 1 è la migliore) dal 2000 al 2008, meglio di molte regioni tedesche, inglesi e.....italiane. E comunque, la disoccupazione non è indice di povertà, semmai lo è la bassa occupazione (perchè ci sono gli scoraggiati che non sono inclusi nella % di disoccupazione). Puoi fare anche una formula matematica per dimostrarmi che è la più povera, ma ho dei dati terra terra, immediati e coerenti che ti dicono che non lo è. 

Per un confronto serio bisognerebbe partire da dati certi e allargare l’analisi al contesto Europeo, oltre che riconoscere che il problema non è solo il Sud e il contesto difficile in cui la Basilicata si trova, ma l’Italia nel complesso.

Il 30% di cui parli tu probabilmente include, oltre alle royalties, le tasse societarie e le altre imposte che gravano sul settore del petrolio. In quel caso, ci avviciniamo molto alla media mondiale.

Ultimo punto, tra le tante azioni di disequlibrio economico tra Nord e Sud (...non ultimo, il taglio dei fondi FAS), quella dell’ENI mi pare la goccia nel mare. Avrai probabilmente scritto con passione e la passione acceca la ragione certe volte e ti capisco. L’ENI ha sede a Roma. Il principale azionista è il ministero dell’economia.

Il tuo articolo ha il merito di far discutere di questi argomenti, ma secondo me il dibattito vero non è "sul quanto" ma "sul come". Risorse ce ne sono, ci sono un mare di fondi a disposizione. Che fare? Su questo dovrebbe esserci un confronto più vivo.


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