BERGAMO – Il pm di Bergamo, Letizia Ruggeri, al termine dell’udienza di
convalida del fermo del marocchino Mohamed Fikri indagato per la
scomparsa di Yara Gambirasio, non ha chiesto la custodia cautelare in
carcere in quanto, con il passare delle ore, non vi sarebbero più indizi
di gravità tale da richiedere la custodia cautelare. Il pm ha comunque
chiesto la convalida del fermo di sabato scorso ritenendo sussistenti i
presupposti. Si profila, pertanto, la scarcerazione del marocchino nelle
prossime ore.
INTERCETTAZIONE SU ALLAH, ERA TRADOTTA MALE – A determinare la scelta
del pm di non chiedere la custodia in carcere del marocchino, a quanto
si é saputo, vi sarebbe stata anche una nuova traduzione della frase, in
arabo, intercettata dagli investigatori, che inizialmente suonava come:
“Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io”. Alla luce della nuova
traduzione – sempre secondo quanto si é appreso – la frase sarebbe
invece stata una sorta di imprecazione slegata dal caso della ragazza
scomparsa.
SOSPESE RICERCHE IN INVASO, RIPRENDERANNO DOMANI – Sono state sospese le
ricerche nell’invaso pieno d’acqua nei pressi del cantiere edile del
centro commerciale in costruzione alla periferia con Mapello. Gli
inquirenti hanno infatti stabilito che deve essere completamente
svuotato e i vigili, quando si è fatto buio, hanno dovuto sospendere per
problemi tecnici. Il drenaggio riprenderà domani mattina. La zona dove
si trova l’invaso, e sulla quale dovrebbe sorgere il parcheggio
all’aperto del centro commerciale, era già stata controllata nei giorni
scorsi. Ma evidentemente gli investigatori hanno deciso di procedere ad
un sopralluogo ancora più accurato svuotando quindi completamente
l’acqua per verificare che sul fondo non ci sia il corpo della ragazza
scomparsa.
Per la scomparsa di Yara la persona in carcere e’ un marocchino di 22
anni, residente a Montebelluna, nel Trevigiano, giunto in Italia qualche
anno fa con il ricongiungimento famigliare. L’uomo, pero’, respinge le
accuse. A Brembate intanto nelle vicinanze della casa dei genitori di
Yara monta la rabbia e compaiono cartelli xenofobi, ma il sindaco prende
le distanze.
Il marocchino lavorava come muratore nel cantiere di Mapello dove i cani
delle forze dell’ordine hanno fiutato piu’ volte tracce di Yara
Gambirasio, la tredicenne di cui non si hanno notizie da ormai nove
giorni, dopo essere scomparsa del centro sportivo in cui si allenava.
L’accusa alla base del suo fermo, eseguito a bordo di una motonave che
da Genova stava andando a Tangeri, in Marocco, e’ raggelante: sequestro
di persona e omicidio volontario.
Secondo quanto scirivono oggi vari quotidiani il marocchino avrebbe due
complici italiani. L’ipotesi degli investigatori, secondo il Corriere,
e’ che il nordafricano avrebbe aiutato a sequestrare e far sparire la
ragazzina violentata e uccisa dagli altri due. Sempre secondo i
quotidiani, sull’identita’ dei due misteriosi italiani ci sarebbe gia’
piu’ di una ipotesi.
Nell’interrogatorio di ieri davanti al pm, pero’, il maghrebino non
avrebbe rilasciato dichiarazioni utili a individuare eventuali complici,
il cui coinvolgimento nel delitto si evincerebbe dalle intercettazioni
telefoniche sull’utenza del marocchino
Le intercettazioni sul telefonino di Mohamed Fikri – questo, secondo
vari giornali, il nome del marocchino di 22 anni fermato per l’omicidio
di Yara Gambirasio – sarebbero scattate subito dopo i controlli dei
carabinieri nel cantiere di Mapello, paese vicino a Brembate Sopra, dove
lavorava il maghrebino.
Quel giorno, Mohamed era uno dei pochi operai assenti e per questo,
oltre che per altri indizi che gli inquirenti non hanno rivelato, sono
partite le intercettazioni. Da una frase, ‘Allah, perdonami, non l’ho
uccisa io, non l’ho uccisa io’, gli inquirenti hanno sospettato un suo
coinvolgimento nel caso Yara insieme ad altre persone. Quando poi i
carabinieri sono andati nel paese dove risiede, Montebelluna, nel
trevigiano, e hanno scoperto che stava per lasciare l’Italia, hanno
temuto che volesse darsi alla fuga. Fikri ha spiegato al pm di aver
concordato le ferie con il suo datore di lavoro padovano e di aver
comprato lunedi’ a Montebelluna il biglietto per Tangeri, con rientro
previsto a febbraio.
SVUOTATO INVASO D’ACQUA NEI PRESSI CANTIERE EDILE – I vigili del fuoco
sono al lavoro per dragare e svuotare un invaso d’acqua nei pressi del
cantiere edile di Mapello, dove avrebbe lavorato anche il marocchino
fermato l’altro ieri e dove si perderebbero le tracce di Yara
Gambirasio. A quanto si è appreso, i vigili sono arrivati in quell’area
dopo una delle tante indicazioni che arrivano dagli inquirenti. Non
sembra al momento, comunque, che le ricerche abbiano portato a qualche
risultato.
GARANTE, MEDIA RISPETTINO RICHIESTA RISERVATEZZA – Nella vicenda della
giovane Yara Gambirasio, il Garante per la protezione dei dati personali
“invita i media, nell’esercitare il legittimo diritto di cronaca
riguardo ad un fatto di sicuro interesse pubblico, a usare sempre la
necessaria responsabilità e sensibilità e a rispettare la richiesta di
riservatezza che proviene dalla famiglia e dalla comunità cittadina”.
“La vicenda di Yara, infatti, va purtroppo profilandosi come un fatto di
cronaca particolarmente doloroso – sottolinea il Garante privacy in una
nota – le cui circostanze e implicazioni potrebbero ledere gravemente
la dignità della minore, colpire la famiglia nei suoi affetti più intimi
e provocare ulteriore dolore e lacerazione nella comunità nella quale
Yara è cresciuta”. Il Garante chiede, dunque, ai media di “evitare
accanimenti informativi sul caso e di limitarsi a profili di stretta
essenzialità, astenendosi dal riportare dettagli e particolari che
rendano la ragazzina e la sua famiglia vittime di inutili morbosità”.
PM: SU PRESUNTI COMPLICI ITALIANI NON HO NULLA DA DIRE – E’ lapidario il
procuratore aggiunto di Bergamo Massimo Meroni, che regge le sorti
della procura orobica a proposito dell’ipotesi che nella vicenda di Yara
Ganmbirasio, siano coinvolti anche due italiani: ”Non ho nulla da
dire”, si e’ limitato ad affermare il magistrato.
La notizia del fermo di un italiano era stata data quasi per certa la
notte stessa in cui era stato bloccato il marocchino sulla nave diretta
in Nordafrica. Una notizia poi smentita categoricamente ieri mattina.
Secondo le voci circolate sabato notte, e poi smentite, l’italiano
sarebbe stato intercettato dagli investigatori in Liguria
contemporaneamente al fermo del muratore nordafricano, e i due sarebbero
stati poi trasferiti
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06/12 20:28 - Doriana Goracci
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