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Commento di Valeria

su Le voci della Luna


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Valeria 29 dicembre 2008 19:29

Carissimo Pietro, ho guardato con attenzione e grande interesse tutti i filmati. Da profana della materia, non mi sono neppure sognata di avventurarmi in valutazioni tecniche, ma posso comunque passarti le sensazioni percepite, non lesinando sul valore che progetti come questo rimandano in termini educativi (ovvia deformazione professionale..). Ma che ce lo diciamo a fare tra noi? Andrebbe fatto capire ai nostri "amministratori". Fortuna che ogni tanto ne spunta qualcuno "illuminato".
In tutto il lavoro, ho avvertito la presenza di quella "operosità" tipica nostra meridionale (mi ci metto dentro..) che ci fa inventare le risorse anche dove non esistono, pur di COSTRUIRE, spesso RI-COSTRUIRE, e andare avanti. Bologna proprio non riesce a fartela perdere..hehe..anzi. Ed è un piacere seguirti, mentre continui indefesso a "tessere la tela". Grande Pietro. Si respirano il coraggio, la fatica e la determinazione del VOLER fare di una passione una professione, tralaltro riuscendoci, mettendola a servizio degli altri. Perchè è questo che fai.
Ho fatto mia, permettimi, la tua affermazione sacrosanta: "Si è perso il valore della CONQUISTA delle cose". Ed evidenzio "conquista"..parola mancante nell’attuale vocabolario dei nostri ragazzi. Ovviamente non per causa loro, ma nostra, che gli rendiamo spesso troppo piana la strada.
Se il progetto l’avesse realizzato qualcun’altro, è superfluo dirlo, i risultati non sarebbero stati gli stessi. Il valore aggiunto e l’unicità di una persona stanno in questo.
Tu sei riuscito a trasmettere ai ragazzi con cui hai lavorato quel VALORE di cui parli, perchè per te conta ancora oggi, che sei "svezzato" e, osiamo (ma neanche poi tanto) dire, arrivato.
Di sicuro, il gruppo con cui hai lavorato si è avvicinato al laboratorio con una buona dose iniziale di motivazione. Con te, però, ha scoperto quello che definirei il "costo del backstage"..ovvero la "conquista". Che può valere per ogni tipo di "arrivo" che sia stato sudato e guadagnato con le proprie mani.
Dalle interviste, appaiono ragazzi abbastanza consapevoli e, ahinoi, disillusi rispetto ad opportunità, limiti e guai di questa nostra terra. La loro vita di studenti liceali, però, che dir si voglia, tranne qualche eccezione, e senza generalizzazioni gratuite, resta comunque una vita "easy".
A quella età è difficile pensare ad "altro da sé", ed è difficile pure pensare troppo lontano, sia in termini di tempo che di spazio. Pertanto, essere riuscito a cogliere la loro creatività, le loro idee e le loro riflessioni su temi di quella portata, traducendole in testi ed immagini, è stata un’altra gran bella scommessa.
Poi, il merito di questo tuo lavoro, per me, sta nel fatto che hai messo a loro disposizione i tuoi "ferri del mestiere" e la tua professionalità non in ottica "autoreferenziale". Avresti potuto farne, immagino pure agevolmente, interpreti passivi di ruoli preconfezionati, sparando spot di maggiore impatto qualitativo con annessi effetti speciali. Ti sarebbe stato facile "prestargli la voce" e tutto il resto.
Invece, con la "coscienza sociale", chiamiamola così, che t’è toccata..hehe..ti sei posto come obiettivo, e correggimi se sbaglio, il renderli "Attori" con l’A maiuscola, cioè parte attiva di un progetto nel quale correvano il forte rischio, come alle volte accade in laboratori simili, di restare un po’ troppo spettatori.
Sono questi i progetti che ci servono, Pietro. Sono questi gli obiettivi educativi da realizzare, perchè i ragazzi crescano e con loro cresca la nostra terra.
Pietro, la luna che vedo io è quaggiù..ed è nelle loro mani.. Avanti così, ragazzi!


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