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Commento di Francesco Calabria

su Attraversare lo Stretto: un inferno quotidiano


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Francesco Calabria 4 dicembre 2008 15:11

Replico a Calabrò punto per punto - in grassetto e tra parentesi le mie risposte

Francesco Calabria sottolinea l’esigenza del Ponte come "l’unica soluzione ai tanti problemi".
Lasciando da parte l’impatto ambientale (devastante) e la non realizzabilità del progetto attuale (come ampiamente descritto dal professor Calzona sulle pagine di "Repubblica" nei giorni scorsi), mi limito a ricordare che:
(E’ falso. Il prof. Calzona ha espresso un suo parere, ma migliaia di ingegneri ed architetti di tutto il mondo - esperti in ponti- affermano che il ponte è fattibilissimo)

1) il Ponte non migliorerebbe le condizioni dei pendolari perchè, oltre ad allungare i tempi di percorrenza (da Reggio bisognerebbe spostarsi a Villa, effettuare l’attraversamento del ponte per giungere a Faro e non in centro città dove si trovano università e uffici) avrebbe un costo per accedervi nettamente superiore a quello di un biglietto/abbonamento dell’aliscafo.
(Falso. Perchè bisogna guardare il Ponte non come un’opera di quartiere, ma come una grande infrastruttura stradale e ferroviaria che collega la Sicilia all’Europa. Quindi, se per gli abitanti delle città di Reggio Calabria e Messina il Ponte riduce di poco il vantaggio (in termini di tempo di attraversamento) rispetto ai traghetti, a partire dai cittadini che risiedono nelle due rispettive province il guadagno di tempo è tantissimo. Enorme se si considerano i pendolari, tir, passeggeri con auto e treno, ecc. che provengono da tutte le altre province siciliane e calabresi. Ad esempio, il guadagno sui treni e di circa due ore per tratta, 45 minuti per le auto ed i tir, sempre a tratta)

2) In assenza di una rete stradale e autostradale degna di questo nome in Calabria e Sicilia, il Ponte sarebbe l’ennesima, inutile, cattedrale nel deserto. Una struttura faraonica che andrebbe a cozzare con le reti viarie da terzo mondo presenti nelle due regioni (la Salerno-Reggio Calabria è ancora lungi dall’essere completata e la SS106 Reggio-Taranto, per cui non esiste ancora un tracciato alternativo, è una delle strade più pericolose d’Europa).
(Falso. La Sicilia ha una moderna rete autostradale che collega Messina con Catania, Palermo, Trapani, Enna. Mentre, la Calabria ha già la rete ferroviaria tirrenica Salerno - Reggio a media velocità -da 150 km/h, che è stata completamente ammodernata negli anno ’60, la quale con i treni ad assetto variabile e qualche sistematina in alcuni punti, permetterà di viaggiare a duecento all’ora. La rete autostradale calabrese è interamente cantierata è fra 3 anni avremo una moderna e sicura autostrada.) 

3) Per quanto riguarda l’inquinamento acustico e atmosferico, basterebbe prevedere per il transito merci le autostrade del mare. Due direttrici (Gioia Tauro-Milazzo e Saline Joniche-Catania, ad esempio) su cui convogliare l’intero traffico su ruote. I camion arriverebbero in porto e si imbarcherebbero. Sarebbe, questa, una maniera per rednere efficienti porti costruiti con miliardi di denaro pubblico e sottoutilizzati (vedi quello di Saline).
Il restante traffico auto potrebbe continuare a trasitare da Villa, bypassando il centro cittadino con la costruzione di un’apposita uscita autostradale che colleghi la Salerno-Reggio Calabria direttamente al porto di Villa.
(Falso. L’inquinamento è dovuto alle 160mila corse di traghetto che ogni anno fanno la spola tra le due sponde. Ogni traghetto inquina quando un’industria. Il Ponte non inquina nè il mare nè l’aria. L’impatto ambientale visivo è trascurabile, in quanto la struttura viene costruita in una zona fortemente devastata (purtroppo) da una cementificazione (abusiva e non) che ha distrutto le coste. Per cementificazione si devono intendere anche i viadotti e le altre strutture della rete autostradale e ferroviaria calabrese e siciliana. Bisogna figurarsi che nella zona dove sorgerà il ponte hanno anche lasciato i due giganteschi tralicci mettallici - due enormi torri di duecento metri d’altezza - che un tempo servivano per portare l’eletricità in Sicilia. Ora l’eletrodotto è sottomarino, ma i tralicci restano lo stesso).


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