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Commento di Paolo Zeriali, Trieste

su La bizzarra pretesa italiana di esportare prodotti d'eccellenza


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Paolo Zeriali, Trieste 26 ottobre 2009 10:23

La situazione dell’Italia è molto più grave di quello che il sistema televisivo e mediatico in generale voglia farci credere. Gli italiani vogliono illudersi che sia così, che in fondo il nostro sia il Paese più bello del mondo, quello con più opportunità, quello più forte, che la fa vedere a tutti... Per queste ragioni culturali e psicologiche gli italiani hanno voluto credere a Mussolini e al suo sogno di avere l’Italia tra le prime potenze mondiali (senza avere prima un’industria, una tecnologia e delle risorse che fossero all’altezza della sfida!). La generazione dei nostri nonni si è illusa nella maggioranza dei casi (gli antifascisti nel 1940 erano davvero pochi). Cinque anni più tardi, però, quella si è rivelata una tragica illusione. Poi c’è stata la ricostruzione, con tanti soldi investiti dagli americani per evitare che diventassimo un Paese comunista, ma anche con un tributo enorme pagato da alcuni italiani in termini di peggioramento della qualità della vita (esposizione indiscriminata degli operai e delle famiglie più povere all’inquinamento, come avviene oggi in molti Paesi del Terzo Mondo!). Oggi l’Italia subisce una concorrenza inarrestabile da parte del Terzo Mondo, che non si limita alle produzioni di più basso livello. E’ inevitabile che Cina ed India, con popolazioni 20 volte superiori alla nostra, con territori immensamente più grandi, siano destinate a superarci di molto. Che fare, allora? L’unica soluzione concreta è quella di preparare gli italiani a vivere pienamente la globalizzazione, di conoscere il mondo senza filtri e paraocchi. Insegnare massicciamente l’inglese, Internet a scuola sin dalle elementari, insegnare le altre culture (un’ora di storia delle religioni, non solo Cristianesimo ed Islam, tutte le religioni!), insegnare anche a scuola un po’ di cinese e di arabo. Bisogna prepararsi con largo anticipo ad un futuro che è dietro l’angolo, quello di un mondo che non sarà più dominato da Stati Uniti ed Europa, ma nel quale l’Occidente sarà solo una delle componenti. Purtroppo in tale prospettiva prevale una mentalità "da vecchi", tesa solo a conservare, ad esorcizzare il nuovo, a pensare che il decreto sicurezza o qualche altra norma blocchi l’immigrazione, che l’istituzione di dazi blocchi il Made in China e la globalizzazione. Sono tutte illusioni!!! I cinesi torneranno sulla luna prima della Nasa. E noi, intanto, studieremo il bergamasco o il dialetto triestino?


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