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Commento di Giò

su Boffo si dimette dall'Avvenire


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Giò 6 settembre 2009 12:29

Smettiamola con questa dietrologia!

L’analisi di Marco Travaglio sul blog di Beppe Grillo mi sembra la più lucida


"Devo dire: l’unico che, secondo me personalmente, non merita la solidarietà che sta ricevendo in questi giorni è proprio il direttore di Avvenire perché il fatto che abbia patteggiato una pena per aver molestato una tizia che era la compagna di un tizio col quale lui stava – questa è la vicenda come pare sia stata ricostruita dai giudici di Terni – è vero. Questa circostanza è vera, quindi il Giornale ha scritto una cosa vera. Perché, secondo me, il fatto che il Giornale abbia scritto una cosa vera è anche un fatto molto preoccupante e che giustamente ha fatto insorgere molti giornalisti italiani, molti politici italiani, me compreso? Boffo patteggia questa pena pecuniaria, stiamo parlando di un reato bagatellare, adesso forse sarebbe incappato nel reato di stalking con delle pene più alte ma all’epoca se l’è cavata con una multa, credo, di 500 euro perché diceva delle cosacce nel tentativo – questo mi pare di aver capito dalla ricostruzione – di allontanare questa donna da un tipo che interessava a lui. Il fatto preoccupante di questa campagna di Feltri non è il fatto che abbiano scritto la verità o la menzogna, perché hanno scritto il vero, questa sentenza esiste, girava voce che esistesse da diversi mesi, nelle redazioni dei giornali, perché erano arrivate molte lettere anonime. Soprattutto, se quando viene emessa una sentenza i giornali la raccontassero, a quel punto nessuno avrebbe nulla da obiettare: “ieri è stata emessa una sentenza, il Dott. Boffo ha patteggiato”, naturalmente le si da l’importanza che ha. Quando uno patteggia una multa per avere fatto delle telefonate e non è il Presidente della Repubblica è ovvio che la notizia va a finire in una pagina interna di un giornale, non va a finire in prima pagina.
Perché se poi dovesse succedere al Presidente della Repubblica dove la metti la notizia? Se poi dovesse succedere al Presidente del Consiglio? Ah no giusto, essendo il Giornale se dovesse succedere al Presidente del Consiglio non la metterebbero.
In ogni caso è chiaro che lo spazio dato alla notizia con il bis a pagina 3, e i tempi cioè anni e anni dopo che questa notizia era uscita dal Tribunale di Terni significa che c’è una gestione della notizia, significa: “io so questa notizia, me la tengo, vediamo come si comporta Boffo. Se Boffo si comporta bene col mio padrone io la notizia non la do, se invece dovesse scrivere anche un solo aggettivo critico nei confronti del mio padrone allora io lo sputtano”. Questa non è informazione, questo è O.P., pecorellismo della peggior specie. Peraltro il povero Pecorelli poi è stato ammazzato perché comunque qualche notizia la pubblicava, e che notizie, ed è morto povero tra l’altro, rispetto a certi figuri che abbiamo oggi in circolazione nel nostro mestiere andrebbe anche un po’ riabilitato."


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