• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Con Renzi si cambia, ma in peggio: serve una politica del progresso

Con Renzi si cambia, ma in peggio: serve una politica del progresso

Avendo distrutto il mito della rottamazione a colpi di incontri proibiti (quelli con il pregiudicato di Arcore Silvio Berlusconi) e nomine inopportune (tra le quali quella del relatore del cosiddetto Lodo Alfano, Enrico Costa), il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha fatto del cambiamento il suo nuovo cavallo di battaglia. Ma anche l'ultima parolina magica servita dagli strateghi della comunicazione al segretario del Partito Democratico sembra nascondere un amaro contenuto sotto un dolce involucro.

Anzitutto perché il cambiamento, per sua stessa definizione, non corrisponde necessariamente al miglioramento ed implica la possibilità di regredire. Poi perché esso, nella versione renziana, è viziato dal dichiarato obiettivo di intercettare i voti dei delusi della destra e del Movimento 5 Stelle (ed integra, di conseguenza, le proposte probabilmente più populiste di entrambe le forze politiche citate). Ancora perché è pressato da un'autoimposta velocità che tanto assomiglia alla fretta e poco all'efficienza e che non lascia spazio alla ponderazione (considerandola un difetto, anziché una virtù). Infine perché, cosa assai grave, è irrigidito e riluttante al dialogo (ne sanno qualcosa Susanna Camusso, Giorgio Squinzi, Piero Grasso, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky).

Il risultato è una sedicente ed irriverente politica del fare che, quando realmente fa, non si preoccupa di fare bene e finisce col fare male. Lo dimostra l'Italicum, un pessimo provvedimento che ripropone gli stessi vizi di incostituzionalità del Porcellum (con buona pace della Corte Costituzionale), aggiungendo ad essi un deciso innalzamento delle soglie di sbarramento. Un obbrobrio che, qualora dovesse essere approvato nella versione attuale, ci regalerebbe una democrazia più povera ed una rappresentanza distorta. Urge, dunque, un'inversione di rotta: è opportuno passare dalla politica del cambiamento a quella del progresso. Rottamare l'ex rottamatore potrebbe essere il primo passo. Anteporre il buono all'utile, come insegnava John Maynard Keynes, il secondo.

 

 

Foto: Flickr (Malex)

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità