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Grand piano – Il ricatto, thriller vero

Diciamo che Grand piano (in italia con il titolo di Il ricatto) non delude le attese. Eugenio Mira realizza un thriller vero, teso, ma su corde completamente nuove.

Grand-Piano

Il soggetto è semplice. Tom è un pianista fenomenale, ma da cinque anni non fa più concerti in seguito ad un blocco. Poi però accetta di partecipare ad un nuovo concerto e le cose per lui si fanno difficili fin da subito. Nulla però a confronto di quanto accade quando finalmente si siede al pianoforte. Un uomo misterioso riesce a ricattarlo e a minacciarlo: se commetterà un solo errore suonando sparerà a lui ed alla amata moglie che è naturalmente in teatro.

Non solo… il folle ricattatatore vuole che Tom suoni un pezzo in particolare, un pezzo da tutti definito impossibile da suonare.

grand_piano-ejiah-wood

Tutto qui! Il resto è nella tensione che Mira riesce a creare giocando tutto il film sul volto e sulle mani di Elijah Wood. Si svolge tutto o quasi in teatro, tutto o quasi sul palco, tutto o quasi con Wood seduto al pianoforte ed è evidente che in queste condizioni non è facile creare tensione e tantomeno un buon film.

Ed invece il risultato è ottimo, teso, la storia evolve, cresce, si sviluppa, ci spinge a cercar di capire, di intuire, ci aspettiamo la sorpresa da un momento all’altro. Curiosità non da poco. Tutto il film viaggia con sullo sfondo il concerto di classica. Roba mica da ridere.

Affascinante Kerry Bishé, inquietante nella sua apparizione John Cusack.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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