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Mass Media: Papa Francesco e il clericalismo degl’anticlericali

Una rapida disamina dei media internazionali e nazionali in occasione del compimento del primo anno di pontificato di Papa Francesco conferma un vecchio paradosso con cui dovetti confrontarmi all'atto pratico per la prima volta al liceo.

Il mio professore di filosofia del liceo - un grande - un laico della sinistra accademica, al cui consiglio debbo di essermi recato all'epoca a Cosenza ad acquistare alla libreria universitaria un'antologia di testi sartriani a cura dell'ottimo Sergio Moravia, ebbene fu lui (e non invece il mio prof. di religione) a farmi conoscere Agostino, Anselmo, Cusano, Tommaso e, si capisce, anche Telesio, Moro, Bruno, Spinoza.

Una realtà, che ho poi dovuto constatare nel tempo sino ad oggi, connotativa del panorama culturale specie europeo: sono soprattutto le grandi figure laiche, spesso tacciate a torto o a ragione di "anticlericalismo" quelle che maggiormente ci fanno confrontare davvero con le tematiche cristiane e ce le fanno approfondire, e che anche denunciano implicitamente una grande passione per il cristianesimo stesso. Sono qui esemplari ad esempio le figure di Eugenio Scalfari e di Umberto Eco. Quest'ultimo vero esperto e cultore di filosofia cristiana medioevale è quello che maggiormente è stato capace di diffonderla in ambito culturale illustrandola dall'ottica più pertinente: quella di un grande semiologo e gli scritti su Tommaso e specie il romanzo Il nome della rosa sono quelli che hanno dato il maggior contributo dell'ultimo trentennio.

Parimenti Eugenio Scalfari in un ambito più giornalistico e dunque più vasto e popolare anche se non per questo meno impegnato. È suo l'incontro accademico con Papa Francesco, riportato poi su Repubblica ed è suo il Dialogo tra credenti e non credenti che maggiormente ha diffuso le tematiche cristiane attuali e l'ottica del nuovo Pontefice e le loro ultime problematiche. Oltre allo stesso Scalfari e Papa Francesco vi intervengono nomi quali Leonardo Boff, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Gustavo Zagrebelsky ed altri.

In quest'aspetto dunque il pontificato di Papa Francesco conferma invariato il trend precedente, ed un indice significativo è proprio la risonanza data dal primo anniversario del suo pontificato, avvenimento celebrato certo dalla stampa cattolica con la dovuta risonanza, ma poi solo dai cosìddetti "anticlericali", mentre è praticamente ignorato - un silenzio sicuramente troppo ingombrante e comunque sospetto - da tutto il resto dei media non solo italiani. Segnatamente all'estero colpisce il fatto che, tra i più noti, sia proprio Der Spiegel da sempre non proprio simpatizzante del cattolicesimo, a dare maggior risalto all'avvenimento con una nutrita serie di articoli, tra cui, in apertura, Franziscus, der ein bisschen anderen Papst, la stampa francese, di contro - con buona pace del fatto che la cultura francese sia ritenuta comunemente più ortodossa di quella tedesca - praticamente lo ignora. 

Similmente per i media italiani, dove a parte gl'interventi di Scalfari di alcune settimane addietro, solo La Stampa, che paraltro ha da qualche tempo creato Vatican Insider, dedica spazio di rilievo all'avvenimento. Stiamo assistendo ad un inizio di sincretismo? Quello che è certo è che i cosìddetti anticlericali sono quelli che poi hanno in comune molteplici valori civici ed ideali con il cristianesimo, specie cattolico, anche se poi affrontati e svolti da ottiche ed orizzonti diversi e nutrano quindi comunanze cospicue fatte salve divergenze anche notevoli e, probabilmente il primo a chiarirlo autorevolmente fu Victor Hugo con I miserabili.

Il dato di fondo che emerge è invece quello inconfutabile del sorgere di una cultura altra, che si distanzia sia dal cristianesimo, sia, come ben ha notato Eugenio Scalfari in "Per l'alto mare aperto", dalla cultura laica di stampo illuministico. Un "Post- Moderno"? No, perché il PostModerno è stato ben definito ad esempio da Gianni Vattimo ed ha connotazioni radicalmente diverse e per molti aspetti ancora raffrontabile con tematiche sia cristiane che laiche. Si tratta di un "altro" che è in aperto divenire ed ancora non ben definibile, ma che anzitutto ignora e si nega al confronto: non gl'interessa. Ma con questo nega le proprie radici ed è grave.

 

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