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Welfare non significa elemosina...

In Italia da decenni, chi governa di volta in volta, ha dimostrato grandi capacità su come imbrogliare le carte al solo fine ultimo di imbrogliare i cittadini. Si scelgono spiegazioni astruse su temi del tutto semplici. Si applicano tagli ai vari comparti al grido di “non c’è un centesimo” quando è lampante che di centesimi ce ne sono, eccome, ma mai per i cittadini che invece i centesimi – a palate – devono per costrizione, versare copiosamente senza mai aver nulla in cambio.

La strategia della distrazione accoppiata con quella della diversificazione di contenuti, è uno dei temi fondanti di questa Repubblica che arranca ormai asfittica a causa di se stessa. A cosa serva ormai perpetrare il vizio, il danno e tutto ciò che ha portato fino ad oggi solo ed esclusivamente danni per tutti, cittadini ed istituzioni, non è dato sapere almeno a coloro che fanno della logica e del raziocinio il loro stile di vita.

Proprio per non perdere del tutto il contatto con la realtà, è bene, ogni tanto, fare un bel bagno di cultura ed approfondire alcuni temi. In special modo quando questi temi e questa cultura, riguardano ognuno di noi.

Sappiamo tutti ormai, come in Italia il concetto di Welfare sia ormai addirittura demonizzato. Abbiamo un Ministero che ci costa centinaia di milioni di euro ogni anno, che ha ormai l’unico scopo di segare – altro che tagliare – quel nulla rimasto in piedi di un concetto che è stato persino esso tranciato fino a cancellarlo.

Innanzitutto, è necessario sfatare una diceria: il Ministero del Welfare non è il Ministero dell’elemosina e della carità. Per questo, dovrebbero esserci altre organizzazioni (la Chiesa?) ma non è questo l’articolo giusto per trattare tali riflessioni.

Intanto, sarebbe bene che in Italia non ci si sbracciasse ad abbracciare termini stranieri che forse servono appunto a non far capire un bel niente ai cittadini. Tranquilli, non parlo di tendenze del ventennio a cancellare tutto “lo straniero” dal nostro vocabolario. Ma qui, fra “spread”, “welfare” “spending review” e compagnia briscola, se non conosci a menadito la lingua di riferimento, ti si mettono in tasca come niente.

Prendiamo appunto il Ministero del “Welfare” che a casa nostra si chiama nella realtà dei fatti “Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali”. Ma potrebbe chiamarsi “Ministero del benessere comune” e perché no? “Ministero della prosperità”. Perché in effetti, la traduzione del termine non parla di elemosina. Mai. Ed anche quando assume il significato di “sussidio” è bene sapere cosa sia, un sussidio di Stato.

Anche nel caso di “sussidio di Stato” hanno fatto infatti in modo di farci pensare ad una elemosina che viene data “generosamente” in casi di estrema povertà. Nossignori: nulla di tutto questo. Perché un sussidio di Stato, altro non è se non il versamento di una somma di denaro che viene presa dalla cassa di tutte le imposte sul reddito versate. Dai noi cittadini. Di conseguenza, è una restituzione del denaro versato dalla comunità.

E’ chiaro quindi come vengano contraffatti abilmente concetti e fondamenta sociali. Tutti i cittadini, sono certa, si vergognano quasi a chiedere un sussidio. Sa – appunto – di regali, di elemosina, di qualcosa da allontanare da sé.

Se vivessimo in un sistema onesto, tutto ciò non sarebbe mai potuto avvenire. Nessuno mai avrebbe contrabbandato il Ministero del Welfare con quello delle elemosine di Stato. Nessuno si sarebbe mai permesso di dire frasi del tipo: “Welfare? Non possiamo permettercelo”, parola di Tremonti.

Perché è come dire apertamente: in Italia, non possiamo operare per il bene della Comunità. Punto. Di conseguenza, ciò che possiamo fare è dire a tutti che il Ministero del “welfare” è in crisi così come tutto ciò che riguarda i cittadini, e non azzardatevi a chiedere l’elemosina perché tanto non ve la diamo.

E’, in pratica, la negazione del bene comune. Costruita peraltro su un misfatto gravissimo: modificare del tutto l’ordine delle cose. Cambiarne il significato. Giungere a far sentire la popolazione in difetto di fronte uno Stato in impasse a causa di questa crisi che più che rompere gli equilibri economici ha rotto definitivamente il rapporto – già esile – fra cittadinanza ed istituzioni.

Come sempre, invece di Informare obiettivamente ed onestamente coloro che non sono certamente il danno della nazione, bensì il carburante vitale, si mette tutti nella condizione di dover – persino – dire “grazie”.

Di cosa, ancor oggi, non ci è dato sapere. Di contro, lo stesso Ministero di cui sopra, ci sta "regalando" una copiosa produzione di misfatti. Coperti dalla "tecnicità" di un Governo che a quanto pare, non ha alcuna intenzione di mostrare la parte umana di sé. Sappiate ad esempio, che la ormai famosa "Riforma Fornero" avrà - ovviamente - un costo. Stimato, ad oggi, 18 Mld di euro. Ma quando finiremo di pagare e basta?

Quando finirà questo perenne compromesso fra ciò che è reale e ciò che viene contrabbandato come tale? Anche questo, non ci è dato sapere...
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.195) 6 giugno 2012 17:12

    Bel pezzo! Purtroppo reale.
    Intanto che scrivo reale, penso che tanto chi detiene il potere politico quanto coloro che hanno quello finanziario hanno costruito una narrazione surreale, a cui molti cittadini hanno creduto anche perchè i media l’hanno divulgata come verità.

    In tale narrazione i diritti sono presentati come un lusso, la Costituzione sforbiciata e non osservata, gli anziani un peso insopportabile, i giovani sempre chiamati in causa e formidabilmente "fregati", la democrazia un orpello...

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