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Wanna Marchi in carcere. E gli Italiani restano orfani di sogni...

Wanna Marchi torna in carcere dopo la sentenza di Cassazione. Nove anni e sei mesi da passare in cella. Senza pubblico. Senza più riflettori. Senza miliardi (forse…).
 

La storia della poliedrica Wanna, sembra concludersi con questa sentenza inappellabile. Sembra… perché considerando la sua capacità di reinventarsi ogni qualvolta i suoi “affari” trovano conclusione, non ci è dato sapere cosa sarà il futuro di questa donna, ex estetista di provincia, che grazie ad un innato bernoccolo degli affari e dello show, ha creato ai tempi, un’impresa talmente grande, da far impallidire i colossi dell’imprenditoria italiana.

 

Iniziò la sua carriera di imprenditrice negli anni delle prime televisioni commerciali a cavallo fra gli anni settanta ed ottanta. Al grido di “Centomila!! Solo centomila!!…” la Wanna nazionale, vendeva sogni di magrezza e beltà, attraverso inutili creme snellenti e rimedi fantasmagorici. I prezzi? Da capogiro. Eppure… eppure la gente, donne e uomini di vario ceto sociale e livello di cultura, acquistavano quasi in stato di ipnosi, quel baluardo cui si aggrappavano, certi di aver trovato rimedio al secolare desiderio di poter rendere giustizia a corpi non più giovani ne snelli.

La Marchi, con una verve ed una energia fuori dal comune, tanto da far pensare ad una personalità di tipo paranoide, aggrediva i telespettatori trascinandoli in uno show perverso, palesemente truffaldino, eppure talmente gradito da far si che in poco tempo, la ex estetista potesse contare su un solido conto corrente bancario.

Tutto ciò che avvenne dopo, la bancarotta fraudolenta, la ricostruzione della sua immagine attraverso nuove imprese di “successo”, è cronaca leggibile attraverso qualsiasi media.

L’ultima trovata di Wanna Marchi, i famosi e magici numeri al lotto, proposti attraverso i canali televisivi con tale capacità di convincimento, da rendere lobotomizzate centinaia di persone pronte a versare centinaia di milioni nelle casse della nostra, è storia dei nostri giorni, finita nelle aule dei tribunali, con decine di persone pronte ora a recriminare su quel denaro speso con troppa incredibile leggerezza.

A mio parere, al di la del sostenere chiaramente la fraudolenza reiterata di questo personaggio, dovremmo tutti parallelamente riflettere sulla bizzarra peculiarità dei cittadini Italiani, pronti a gettar denaro dalle finestre a fronte di una illusione.

Specialmente in un periodo come questo, in cui si fa solo un gran parlare di come la crisi rosicchi ogni giorno il poco denaro dei contribuenti, in una Italia fallace economicamente da anni, in una nazione ove il risparmio – tutt’ora – viene considerato parte della nostra storia, appare ancor più bizzarra questa tendenza al credere ad una favola. A molte favole. Ai sogni costruiti ad arte da chi ha compreso anzitempo, come di fronte all’appagamento di ansie e desideri incolmabili, l’italiano medio si lasci circuire con tanta facilità dalla frode. Pronto poi ad indicare l’indice, verso chi ha cucito quelle lacerazioni attraverso ciò che la stessa persona, pronta ora a condannare, chiedeva a piene mani, pur di poter aggrapparsi ad una soluzione. Sia essa di ricchezza moltiplicata che di bellezza resa possibile attraverso una chimera.

Wanna Marchi torna in carcere. Una truffatrice in meno sulla piazza italiana. Ma quanti ce ne sono ancora al loro posto, pronti a lenire le paure ed i desideri occulti di tanti altri cittadini, che ancor oggi versano e continueranno a versare oboli al mondo estremo dell’immediata risoluzione delle loro fragilità?

Anche questo, non è dato sapere.

Le luci per un attimo si spengono. Maghi, draghi e fattucchiere, riposti per breve tempo in un armadio. …fino al prossimo urlo di vendetta. Per non aver potuto trarre vantaggio da chi svende un sogno che rimarrà tale. E che forse, proprio per questo, non ha prezzo.

Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.199) 8 marzo 2009 19:56
     
    Articolo interessante che focalizza il problema, principe, di questo paese dei balocchi.
    L’argomento descritto, pur avendo implicazioni specifiche su fatti e personaggi sembra ben poca cosa rispetto ad una situazione mediatica generalmente distorcente, in un paese ormai acritico.
    Lungi da me l’affermare la non pericolosità del personaggio e l’irrilevanza dei danni provocati, ma non vedo alcunché di anormale nella condotta della “santona”, e dei suoi adepti, che ha esercitato nel migliore dei modi la sua azione truffaldina.
    A questo proposito sarebbe da chiedersi come mai, nel paese delle commissioni di inchiesta e delle liste di proscrizione non ci si occupi di vicende, chiaramente illegali, e c’è ne sono tante, tollerate come normali transazioni economiche e non le si blocchino prima che possano fare danno.
    Io ti vendo una truffa, tu non sei in grado di comprenderla, pazienza, la compri, abbiamo fatto un affare, siamo tutti contenti. Tutto ben documentato. Torniamo a casa convinti di aver realizzato il nostro sogno, ma chi ce l’ha ha venduto, con il ricavato, migliorerà la sua vita, noi continueremo a sognare. 
     
    La mia modesta analisi vuole rivolgersi, invece, alla vasta platea di “vittime” inconsapevoli che pur in un contesto culturale apparentemente sufficiente, continuano a farsi abbindolare, così facilmente, essendo privi di strumenti di difesa adeguati.
    Di apprendisti stregoni ce ne sono sempre stati e forse ce ne saranno sempre, ma una società matura emancipa i suoi componenti per renderli immuni da certi fenomeni, una sorta di vaccinazione mentale per favorire lo sviluppo degli anticorpi senza i quali non potremo mai definirci evoluti.
    Vogliamo parlare di politica ?
    Meglio di no.
    Sarebbe solo un modo per coinvolgere in polemiche, spesso non argomentate, molti dei non vaccinati.
    Un saluto
    Mauro Bonaccorso 
     

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