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Viva il populismo!

Se la lingua italiana fosse usata correttamente e non deformata dalla demagogia e dall'ignoranza dei politicanti, dare del populista ad un avversario politico sarebbe come fargli un complimento poiché si tratterebbe di una persona o di un movimento che vuole fare insieme al popolo un percorso politico di riforme e di cambiamento.

 

Letterario: si intende per populismo la tendenza a idealizzare il mondo popolare come detentore di valori positivi.

Letterale: atteggiamento o movimento politico tendente ad esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari.

Bersani, Monti, Berlusconi si accalorano nel definire Grillo populista cercando in tal modo di screditarlo, ma non si rendono conto che questo coro li mette tutti sullo stesso piano, perché sono rappresentanti di partiti che con il popolo non hanno più alcun contatto sul territorio, si occupano solo di monopoli mediatici, di occupazione di banche, hanno tutti persone nelle logge massoniche, si sono spartiti la RAI trasformando in servizio ai partiti il defunto servizio pubblico, si sono impadroniti della Sanità pubblica depredandola e portandola al fallimento, hanno tagliato, insieme, nell’ultimo governo diritti dei lavoratori, fondi a scuola, sanità, ricerca scientifica.

Tutti e tre detestano Grillo perché è l’unico che, con il suo programma di riforme di salute pubblica, vuole realmente cambiare qualcosa e vuole soprattutto offrire ai cittadini il potere di partecipare alle scelte, con referendum propositivi senza quorum, obbligatorietà del Parlamento di discutere leggi di iniziativa popolare, con una informazione RAI che non sia controllata dai partiti.

Quando Berlusconi, Bersani, Monti, parlano di “popolo sovrano” parlano con malcelato disprezzo dei sudditi che riescono a infinocchiare con le loro televisioni, i loro apparati, con l’aiuto del Vaticano e della Confindustria, in nome di un capitalismo che tutti e tre condividono, e di una subordinazione alle banche e agli USA che li rende simili ed intercambiabili.

Questo secondo loro sarebbe la democrazia!

Tutti e tre rappresentano partiti di centro, governativi, senza alcun legame con destra e sinistre storiche, senza ideali se non quelli affaristici e di appartenenza ad una casta che garantisce privilegi, opportunità, pensioni sontuose a vita, e spesso anche impunità giudiziaria.

Sono loro l’antipolitica che domina da 20 anni, che ci ha condannato alla crisi e al declino, con pari responsabilità, sia di governo che di mancata opposizione, e che ora hanno la faccia di bronzo di sostenere in coro che Grillo è un populista e un pericolo per la democrazia.

Se questi cialtroni, alleati nell’ultimo governo, sodali nel sostenere che il nemico si chiama Grillo, sarebbe giusto punirli facendo la croce sul simbolo del M5S il prossimo 24 e 25 febbraio.

                            

Commenti all'articolo

  • Di Cesarezac (---.---.---.252) 22 febbraio 2013 12:14
    Cesarezac

    PAOLO DE GREGORIO,

    il tuo articolo è un esempio di POPULISMO. L’accezione appropriata della parola "populismo" è del tutto negativa: populismo è sinonimo di demagogia cioè strumentalizzazione del popolo bue, degenerazione della democrazia. Populista è il tuo antiberlusconismo che non tiene conto che il dottor Silvio Berlusconi è sostenuto dalla maggioranza degli italiani, tra l’altro dalla parte migliore del popolo italiano , dalla maggioranza silenziosa non intrisa di odio e invidia a cui tu manchi di rispetto. 
    CESARE ZACCARIA 
  • Di (---.---.---.230) 22 febbraio 2013 16:27

    ma a questo punto perchè non ospitare anche gli articoli di emilio fede, che non è certo peggio di questo ridicolo paolo de gregorio

  • Di (---.---.---.9) 22 febbraio 2013 19:56

    le riforme di salute pubblica di Grillo sono riassumibili in una unica proposta cacciare i vecchi politici per instaurare che cosa? La democrazia diretta ovvero il comando della ditta Grillo/Casaleggio.

    Non ha alcuna proposta di lotta alla corruzione, né al clientalismo e alle mafie. Non si sa cosa farebbe per il rilancio della nostra economia, anzi no! si sa :l’uscita dall’euro per rilanciare le esportazioni, vale a dire la riduzione degli stipendi dei dipendenti alla fame , del tipo cinese.

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