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Violenza su donne e minori: il rapporto Unicef. Essere umano cercasi

Violenza sulle donne e sui minori: l'aberrante modernità 2.0 e il rigore morale perduto. 

Violenza sessuale, abusi, bullismo, punizioni corporali: non c’è fine al putrefatto episodio della violenza esercitata sui minori e sulle donne. Proprio grazie alle statistiche Istat e Unicef, si può vedere l’immenso scempio: nel mondo circa 120 milioni di ragazze sotto i 20 anni hanno subito qualche forma di abuso sessuale oppure che il numero di donne uccise in Italia è cresciuto del 14% tra il 2012 ed il 2013, omicidi per la maggior parte delle volte successi in ambito famigliare.

I dati della vergogna , con la loro inarrestabile ascesa, dovrebbero far riflettere all’attuale modificazione genetica della forma mentis; ricordandoci inoltre che la nascita di un comune mortale umano non è sinonimo di una nascita di un nuovo essere umano.

Esseri umani non si nasce, si diventa. Affermazione, quest’ultima, che ha evidenti difficoltà nel concretizzarsi.

L’Istat ci ricorda, in modo straziante e a malincuore, che sono ben 14 milioni le donne che hanno subito violenza in Italia, ma ciò non è sufficiente, perché la ciliegina sulla torta proviene dai circa 5000 abusi sui minori, con violenze in parte non denunciate. Ma qual è la motivazione di questa carneficina?

Ebbene, si può benissimo osservare che parte di questa lotta è indirizzata verso la parte più debole della società, ossia i minori. Per quanto riguarda invece l’universo femminile, quest’ultimo è considerato, fin troppe volte, come “il sesso debole” ossia che necessita una particolare attenzione allegando, inoltre, i vari stereotipi fisici bombardati quotidianamente dai media.

Autonomia femminile e fine del patriarcato e dall’altra minori sfruttati, violentati psicologicamente e fisicamente; il tutto coadiuvato da eventuali problemi famigliari. La violenza sui minori comporta automaticamente una loro perdita di fiducia verso gli adulti e ciò ripercuoterà e vivrà nel ricordo per l’intera loro esistenza.

Il cambiamento deve provenire, per il primo caso, ovviamente con l’autodeterminazione femminile scrollandosi contemporaneamente di dosso le idee stereotipate come quella del “sesso debole” e ciò è ovviamente sinonimo di mutamento della mentalità, che deve senz’altro provenire dall’educazione e dalla tanto martoriata scuola; nell’altro è necessario ricordarsi che il comporre, passo dopo passo, delle vite spezzate equivale al tradimento di se stessi in quanto è analogo al dire di non appartenere alla razza umana.

L’importanza di scemare questi fenomeni dovrebbe essere imprescindibile ed irrinunciabile per tutti coloro che credono di vivere come: “Esseri umani”.

E’ l’essere umano, bellezza.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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