• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Internet, diritti e democrazia nel ventunesimo secolo

Internet, diritti e democrazia nel ventunesimo secolo

Storicamente il bisogno di collegare i computer e i sistemi informatici in una rete

continentale avvenne,durante la guerra fredda, per esigenze militari tramite il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti; nacque, così il progetto A.R.P.A.N.E.T. .

Fu così che per iniziali scopi militari, il progetto divenne uno dei principali protagonisti dell’innovazione civile. Negli anni Settanta ed Ottanta A.R.P.A.N.E.T. estese i suoi nodi oltreoceano, sino ad arrivare al 1991,quando,presso il CERN di Ginevra, il ricercatore Tim Berners-Lee definì il protocollo HTTP, sistema di collegamento ipertestuale.

A seguito della diffusione pubblica, a partire dal 1993, del protocollo HTTP, si diede vita al World Wide Web.

Internet, divenuto sinonimo di globalizzazione, ha iniziato,ultimamente, la sua corsa verso il cosiddetto “Internet delle cose”, Internet of things, destinato ad essere uno dei maggiori protagonisti degli sviluppi tecnologici ed economici del prossimo futuro.

Dopo poco più di vent’anni dalla sua nascita tra Internet e l’Internet of things, la politica si sta interrogando sulla doverosità di una regolamentazione.

Dichiarazione_dei_diritti_internet_pubblicata in pdf.

“L’accesso a Internet è diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e sociale”. Così recita l’articolo 2 della Dichiarazione dei diritti in Internet elaborato dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet della Camera dei Deputati, istituita per volontà della Presidente Laura Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà con il compito di arrivare alla stesura di un Internet bill of rights italiano con un’ambizione europea e globale.

La Dichiarazione dei diritti in Internet, tuttora solo allo stato di mozione di indirizzo, regola il futuro della Rete in Italia con un’ottica internazionale.

“La network neutrality è definita nel modo migliore come un principio di progettazione. L’idea è che una rete informativa pubblica massimamente utile aspiri a trattare tutti i contenuti, siti, e piattaforme allo stesso modo. Ciò permette alla rete di trasportare ogni forma di informazione e di supportare ogni tipo di applicazione. “

Tim Wu,avvocato ed accademico statunitense

La neutralità della rete, cioè una rete priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano sia di servizi e sia di contenuti, (Trump cancella la neutralità della Rete. Altra spallata all’eredità di Obama: d’ora in poi più spazio a chi paga – La Stampa), tutela dati personali,privacy,tutela dei minori,copyright, diritto all’oblio, anonimato e sicurezze necessitano di regole conformi tra gli Stati, data la dimensione universale e sovranazionale di Internet,per garantire il suo carattere aperto e democratico, impedendo ogni forma di discriminazione ed evitando che la sua disciplina dipenda dal potere esercitato da soggetti dotati di maggiore forza economica.

1. Ogni persona ha il diritto che i dati trasmessi e ricevuti in Internet non subiscano discriminazioni, restrizioni o interferenze in relazione al mittente, ricevente, tipo o contenuto dei dati, dispositivo utilizzato, applicazioni o, in generale, legittime scelte delle persone.
2. Il diritto ad un accesso neutrale ad Internet nella sua interezza è condizione necessaria per l’effettività dei diritti fondamentali della persona.

Comma 1 e 2 Articolo 4 Dichiarazione dei diritti in Internet.

Il mondo della rete si sta rendendo protagonista anche dei mezzi democratici dei Paesi, il voto elettronico, seppur con rischi ed eventuali falle superabili, probabilmente, da metodi di crittografia avanzati, allarga il bacino decisionale in materia legislativa. In contrapposizione per avere metodi che amplificano il bacino partecipativo, bisogna sensibilizzare all’educazione e all’informazione vera dei contenuti trattati e lottare contro il digital divide con maggiore sensibilizzazione.

I partititi minori europei indicano la strada della cosiddetta “democrazia liquida” dove ognuno può cedere, in libero arbitrio, il diritto di voto delegandolo ad altri su certe tematiche creando dei “super votanti” aventi la delega di rappresentare più cittadini.

E’ necessario guardare al digitale e alla Rete come un’opportunità di crescita democratica e culturale prima ed economica poi del Paese.

(Come muoiono le democrazie nel ventunesimo secolo – The Vision)

 
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità