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 Home page > Tribuna Libera > Vincere a Napoli, per la democrazia e l’Europa dei popoli

Vincere a Napoli, per la democrazia e l’Europa dei popoli

Mi distraggo per un attimo da quello che per me è il dato centrale di questo mese cruciale e vi rassicuro: non intendo portare altrove il vostro interesse. I ballottaggi ormai imminenti, però, non sono estranei all’ennesimo attacco ai diritti e alla ferocia con cui esso è condotto da alcuni vassalli, valvassini e valvassori del PD.

Sul Manifesto, Piero Bevilacqua ha già lucidamente risposto a Boeri, agli Ichino e al «nuovo che avanza» con loro. Questi signori, guarda caso tutti legati al PD o al suo sistema di potere, hanno scoperto che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro è una insostenibile «iniquità»una «gabbia salariale» all’inverso, dannosa per il Sud (e anche per il Nord). Naturalmente i galoppini di Renzi non si esimono dal proporre un improponibile confronto tra l’esperienza tedesca di differenziazione degli standard retributivi e quella italiana di uno standard unico per l’intero territorio nazionale.
Qualcuno, poi, fa il processo alla Triplice sindacale. Non cercherò certo di difendere Camusso e soci, ma mi pare chiaro: se per tornare a esistere, i sindacatoni devono liquidare quel tanto che resta di unità tra i lavoratori e colpire chi è già più debole, facendo il gioco degli imprenditori, beh, meglio che chiudano i battenti.

Bevilacqua dice una cosa semplice e inconfutabile: al Sud un euro guadagnato da un lavoratore deve sfamarne altri 100. Al Nord quell’euro basta per 50. Se invece di un euro al Sud arrivano 50 centesimi, ci sono 50 persone che moriranno di fame. Che, aggiungo io, potrebbero bussare alla porta camorra, imbarbarendo ulteriormente un Paese che nel suo insieme, in tema di civiltà, è già all’anno zero. E’ questo meccanismo che rafforza le destre, aiuta il malaffare e produce guerre tra poveri. Proprio come fa una inaccettabile Europa delle banche, che produce antieuropeismo.

Probabilmente qualche leghista alla rovescia risponderà a Boeri rimproverando a lui e a tutti i neoliberisti la scelta di non fare un ragionamento identico, partendo da un altro dato e dirà che si poteva iniziare dal reddito pro capite del Nord e del Sud, per esempio, per scoprire che al Nord è il doppio di quello del Sud, o partire dall’evasione fiscale. Al Nord, per quantità di soldi sottratti, c’è il doppio dell’evasione fiscale del Sud. I meridionali, quindi, ricevono la metà dei servizi che si potrebbero avere se il Nord pagasse quello che deve. I contribuenti del Nord, paghino allora il doppio delle tasse e il Sud la metà… Ecco, questi sono i meccanismi prodotti volutamente da Ichino e così tutto si imbarbarisce.

Ne discutevo oggi con alcuni testardi difensori del PD. Piero Bevilacqua – e con lui tanti altri – parlando della Raggi e dei 5Stelle, ha posto un problema ormai ineludibile: si può continuare a ignorare, in nome di una presunta identità di sinistra del PD, quello che è sotto gli occhi di tutti?


Come dargli torto? Una sentenza della Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge da cui nasce questo Parlamento. E’ questo Parlamento, però, politicamente e moralmente delegittimato, che dà la fiducia a un governo nato fuori dalle sue aule, questo Parlamento costituzionalmente illegittimo, che cancella lo Statuto dei Lavoratori e consegna il Paese alla speculazione con un provvedimento come lo Sblocca Italia, che qui a Napoli piace solo alla camorra. Non bastasse, è questo Parlamento che stravolge la Costituzione antifascista, mettendo assieme un combinato disposto fatto apposta per sostenere una svolta autoritaria. Non c’è passaggio di questa tragedia in cui il PD, alleato o finto avversario della destra, non sia protagonista principale e negativo.

Si dice: questi fanno pena, ma che facciamo, ci mettiamo in mano alle destre razziste e antieuropeiste? Sembra un’obiezione sensata, ma ignora un dato fondamentale: è l’Unione così com’è fatta che produce guerra tra poveri, disparità e odio. Dopo il massacro della Grecia, questa Unione non la vorrebbero più nemmeno Spinelli e compagni. Le destre antieuropeiste non esisterebbero, se l’Europa non fosse il mostro che le ha generate e le alimenta.

Dove sono i referendum previsti? Dov’è la Costituzione dei popoli? Che poteri ha il Parlamento Europeo?
Qui da noi i partiti di fatto non ci sono più. Il PD è un comitato di affari per lo più illeciti. A Napoli, contro De Magistris stanno insieme Verdini e un PD che conta più inquisiti che persone pulite. Qui nessuno tratta con i vertici dei 5Stelle. Si parla alla base. A quella del PD e ai militanti di Grillo e la gente, quella che paga i costi di un golpe bianco, si coalizza. Per votare Grillo? No. Per fermare il PD, principale pilastro della reazione, prima che sia tardi. Se il PD perdesse a Torino, a Roma e a Napoli, ne uscirebbero rafforzati sia i giovani del PD che sono stati traditi, sia il laboratorio politico che vive e opera nella capitale del Sud, sia un modello alternativo, al quale lavoro con tanti movimenti e associazioni da due anni. E sono felice di farlo, alla fine del mio percorso, mentre mi avvio al tramonto. Felice di contribuire a far nascere un primo baluardo in vista di un referendum decisivo per il futuro della democrazia.

A settembre, se ce ne saranno i presupposti, qui da noi, a Napoli, potrebbe nascere un avamposto nella lotta per la Costituzione, in difesa della democrazia di cui sono nemici sia Renzi, sia il suo PD, sia questa Europa finanziatrice di Erdogan e massacratrice di immigrati. Sarebbe il punto di partenza di un esperimento politico ben più che locale. Mille città Mediterranee pagano prezzi insostenibili alle politiche del PD, servo sciocco di quella inaccettabile dittatura del capitale finanziaro, che i più ingenui si ostinano a chiamare Unione Europea. 

 

Foto: Napoli centro, f_barca/instagram

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