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Verso un futuro di automobili senza il guidatore

di Eleonora Degano

Un’automobile dalla tecnologia d’avanguardia, capace di muoversi sulle strade urbane e statali autonomamente ed evitando gli ostacoli, oltre che pedoni, biciclette e altri autoveicoli, senza nessun intervento da parte di un guidatore umano. Le macchine che “si guidano da sole” (e non ci sta lavorando solo Google) sono tra le innovazioni che più attirano la curiosità negli ultimi tempi e un modello in particolare, considerato tra i più avanzati, è stato testato di recente a Washington: una Cadillac SRX. Si tratta dell’autoveicolo progettato dai ricercatori della Carnegie Mellon University (CMU), costruito in collaborazione con General Motors, DARPA, la National Science Foundation e il ministero dei trasporti degli Stati Uniti.

Quest’automobile è il risultato di oltre dieci anni di attività di ricerca e sviluppo degli scienziati e degli ingegneri della CMU, assistiti da numerosi altri team di esperti. Sfruttando al meglio le tecnologie a nostra disposizione e implementandole tra sensori, software e comunicazione wireless, lo scopo della dimostrazione tenutasi a Washington era proprio dimostrare -o meglio, confermare- la sicurezza e affidabilità del veicolo senza guidatore. Sapendo che il 90% degli incidenti automobilistici nel mondo è attribuito a errore umano, l’importanza di questo ambito dell’innovazione e le sue implicazioni diventano ancora più chiare.

Leader del progetto è Raj Rajkumar, che già nel 2007 aveva fatto vincere alla CMU un premio di due milioni di dollari, grazie alla partecipazione del suo precedente modello di veicolo auto-guidante, BOSS, alla DARPA Urban Challenge. La Cadillac SRX non appare, a un primo sguardo, particolarmente tecnologica. Sembra in realtà una qualsiasi automobile che potreste incontrare sulla strada al giorno d’oggi, mentre i radar all’avanguardia, le videocamere, i sensori e le altre tecnologie di cui è dotata la rendono piuttosto unica. Tutti strumenti che non ingombrano l’auto, nascosti sotto al pavimento dell’abitacolo nell’ottica di praticità e sicurezza. “Un computer non si distrae, non ha sonno, non si arrabbia. In effetti può tenerci molto più al sicuro”, commenta Rajkumar.

 

Foto: Ernest, Flickr

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