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Usa, operatore umanitario rischia 10 anni di carcere per aver aiutato due migranti

La prima volta non era andata secondo le aspettative. Allora, la giustizia statunitense riprova a criminalizzare la solidarietà e la compassione.

Scott Warren, un cittadino dell’Arizona, professore di Geografia e volontario dell’associazione “No more deaths”, rischia 10 anni di carcere solo per aver fornito cibo, acqua e vestiti puliti a due migranti provenienti dal Messico, che rischiavano di morire – come accaduto migliaia di altre volte – nel deserto di Sonora, nei pressi del confine.

Il primo processo era terminato il 2 luglio con un nulla di fatto, dato che otto dei 12 giurati avevano chiesto l’assoluzione di Warren mentre il verdetto richiedeva l’unanimità.

Tra due giorni, martedì 12 novembre, si ricomincia: di fronte al tribunale federale di Tucson, Warren dovrà rispondere dell’accusa di aver “dato ospitalità” (ossia, nascondendoli alle autorità) a due migranti irregolari nella città di Ajo, dove vive, fornendo loro assistenza umanitaria.

Si tratta dell’ennesimo capitolo di una storia ormai lunga: l’abuso del sistema giudiziario, da parte dell’amministrazione Trump, per minacciare, intimidire e punire coloro che difendono i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo lungo il confine tra Usa e Messico.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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