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Una cosa che non m’è piaciuta di Balotelli

Sono fra quelli che si erano indignati per i cori razzisti negli stadi quando tempo fa in Italia giocava Mario Balotelli, l'italianissimo e bravissimo calciatore nero. Così come più di recente mi sono indignato quando durante l'amichevole di calcio Milan - Pro Patria un gruppo di tifosi del Pro Patria ha rivolto cori razzisti contro il giocatore di colore del Milan Boateng. Episodi come questi ce ne sono stati molti, troppi, e purtroppo ce ne saranno ancora, prevedo.

Non mi sono mai illuso che Balotelli fosse, o dovesse essere, una specie di simbolo della lotta contro il razzismo, anche se mi sarebbe piaciuto. In fine dei conti sono stati numerosi gli atleti di colore che - negli anni - in diversi paesi del mondo occidentale hanno usato la loro notorietà sportiva per mandare un messaggio di civiltà antixenofoba. Non è il caso di Balotelli, ne prendo atto e non lo critico per questo. La coscienza civile non è obbligatoria.



Ora super Mario è tornato in Italia per giocare nel Milan e ho scoperto - con molto ritardo, lo ammetto - che prende regolarmente un sacco di multe, troppe. Per la precisione, multe per sosta vietata. L'ultima a Linate giusto ieri. In Gran Bretagna dove viveva e giocava fino alla fine dell'anno scorso collezionava ogni mese migliaia di euro di multe per divieto di sosta lasciando la sua Maserati nei posti più impensati e critici per il traffico. Voi direte: e allora? E allora niente. Questo non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto che un giovanotto con troppi soldi non rispetti le più elementari norme della convivenza civile, anche se solo viabilistica in questo caso, solo perché per lui pagare qualche migliaio di sterline è come per i comuni mortali pagare qualche euro.

Un giovanotto con troppi soldi che se la spassa alla grande senza troppi problemi per quello che di brutto nella società accade intorno a lui lo accetto, anche se non è quello che vorrei aspettarmi da un giovane. Ma mi riesce più difficile accettare un giovanotto con troppi soldi che se ne frega alla grande delle più elementari norme della convivenza civile, anche se solo viabilistica. Anche se è nero di pelle.
 

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