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Un viaggio nelle viscere del mondo

La storia del turismo si intreccia inesorabilmente con la storia dell’uomo: la mobilità ha in sé una forza centrifuga e una forza centripeta eccezionali, è portatrice di cambiamento ed è da stimolo all’evoluzione della civiltà e della cultura.

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Turismo Responsabile
Viaggio di Turismo Responsabile in Costa d’Avorio

Il concetto di turista è però degenerato nel corso tempo assumendo oggi quasi un significato dispregiativo.

L’uomo moderno è infatti colto da una certa smania di mobilità che lo porta a vivere non solo la vita quotidiana, ma anche le tanto attese ferie a tutta velocità: il viaggio diventa un modo per ottenere un certo riconoscimento sociale, è un’esigenza di status. Non c’è più niente da scoprire, non c’è il tempo di sperimentare nuovi piatti, di lasciarsi incantare da nuove storie, l’importante è partire: quello che non assaggeremo lo proveremo nel ristorante esotico sotto casa, quello che non vedremo lo sfoglieremo con calma su un catalogo online.

La pochezza morale che caratterizza il turismo di massa fa leva su meccanismi psichici del consumatore, spinto ad acquistare pacchetti all-inclusive che ripropongono l’ambiente familiare, alieno da rischi e dal contatto con gli indigeni, in cui persino il cibo e il sapore sono quelli di casa.

Come racconta l’antropologo Duccio Canestrini:

L’Homo faber nasce con l’affrancamento degli arti superiori dalla locomozione scimmiesca e dall’impiego intelligente delle mani; l’Homo sapiens nasce con l’espansione dei lobi frontali del cervello e con lo sviluppo del linguaggio; l’Homo turisticus nasce con il portafoglio pieno, la sahariana, la Nikon, e una struggente nostalgia: quella del «paradiso incontaminato» da cui un giorno venne ingiustamente cacciato. Va da sé che la ricerca di un’Eva esotica nei bordelli di Bangkok trovi piena legittimazione in questo atavico complesso. L’Homo turisticus è uno stadio di involuzione umana, nel quale l’essere umano si converte alla religione delle ferie.

Il turista vive in questa sorta di “bolla ambientale” che lo porta, una volta sul posto, ad isolarsi dal contestotogliendogli ogni curiosità, voglia di scoprire, di incontrare una realtà da scartare con i propri occhi.

Ma l’essere turista non è una condizione neutra e così come ne esiste una versione consumistica e distruttiva, possono esisterne altre positive e rispettose delle culture, della natura e dei luoghi visitati. Questa è l’idea di viaggio che da anni porta avanti ViaggieMiraggi, la rete del Turismo Responsabile.

E’ necessario diventare consumatori critici e fare un turismo che invada, modifichi, alteri il meno possibile l’ambiente e la cultura della comunità ospitante. E che al contrario favorisca, assecondandone le peculiarità, lo sviluppo locale. Bisognerebbe ritrovare il piacere della scoperta, rifuggendo la sfera d’isolamento che ci offre l’industria turistica, riuscire a destinare i nostri soldi allo sviluppo e al mantenimento della realtà locale, eliminando tutte le barriere che ostacolano il contatto con l’altro: ogni territorio ha la sua identità, la sua specificità, ha una propria cultura dell’accoglienza, ha le proprie peculiarità che non sono solo folklore, ma frutto di un pensiero, di una costruzione culturale millenaria, di un modo di vivere che possono farci scoprire un diverso approccio alla vita.

Bisogna allora prendersi del tempo, abbandonare l’ingordigia che non sa digerire, abbassare il ritmo, vivere il viaggio ad un’altra velocità: andare lenti significa poter scendere senza farsi male, scoprire con tutti i sensi, assaggiare con il corpo, la terra che attraversiamo. Andare lenti vuol dire ringraziare il mondo, farsene riempire, essere come una spugna: assorbire i luoghi, cercare il contatto con le persone e ascoltare, perdersi nelle loro storie. Quest’estate regalatevi un viaggio diverso, un'esperienza vera nel cuore e nelle viscere del mondo: scegliete un viaggio di Turismo Responsabile.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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