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Un segnale di fiducia

A partire dall’ultimo decennio, forse anche da prima, nei paesi cosiddetti avanzati, compreso il nostro, si va registrando una crescita demografica a saldo zero, se non addirittura negativo, originata soprattutto dal diffuso fenomeno della denatalità. Ciò, nonostante le imponenti masse di immigrazione da aree tutt’altro che avanzate, diciamo “giovani”.

La scarsità di cicogne viene messa in relazione con problematiche diverse, ma sostanzialmente fondate: penuria di case, lavori precari, stipendi insufficienti, esplosione dei prezzi, incertezza nel futuro.


Sennonché, pur spettatore consapevole di siffatti scenari globali, mi è appena capitato di cogliere uno spunto - non importa se, forse, occasionale e isolato - che sembra suonare note meno pessimistiche, come una sorta di incoraggiamento. Qualche giorno addietro, passeggiando per il centro cittadino a tramonto incipiente, in un brevissimo tratto di strada, si o no una ventina di metri, mi sono difatti imbattuto, in sequenza, in ben quattro giovani donne in evidente stato di gravidanza, tre delle quali verosimilmente alla prima maternità, la restante già accompagnata da una bimbetta.

Non c’è che dire, personalmente ho interpretato tali incontri alla stregua di auspici favorevoli per il tempo a venire, dal momento che, bisogna riconoscerlo, alla decisione di mettere al mondo un figlio, concorrono, indubbiamente, anche sentimenti di fiducia. Ed è stato bello il particolare che, mentre ero intento a gustare i quadretti di tali incontri, nutriti stormi di rondini volteggiavano sul mio capo all’altezza dei tetti del magico centro storico di Lecce, dando l’impressione, con i loro festosi garriti, di giocare e divertirsi.

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