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Un milione in fuga da Baghdad. Il nuovo impero (anche economico) degli jihadisti dell’Isis

Sono circa un milione in fuga da Baghdad, sempre più stretta nella morsa degli jihadisti, sempre più numerosi per le adesioni di massa che il nuovo movimento riesce a reclutare in loco, specie dopo il sostegno dichiarato da parte di Al Qaeda e dopo il disconoscimento del governo iracheno da parte della stessa.
 
Invero quello di Al Qaeda è ormai più che un sostegno - quale era inizialmente, sia sul piano ideologico religioso che su quello economico e militare - un "rimorchio". Gli jihadisti dell'Isis hanno infatti costruito un vero e proprio impero economico ormai ammontante a diverse centinaia di milioni di dollari sulla predazione. Come sempre, quella in nome di "Dio" è la più efficace e proficua, lo insegnava già a suo tempo e, guarda caso, negli stessi territori, il "Veglio della Montagna" con gli adepti della sua famigerata setta, gli "haschischin", da cui l'omonimo termine italiano.
 
I mezzi sono gli stessi: terrorismo, droga, sequestri, furti, appropriazioni indebite... La più ricca filiale di Al Qaeda, quella nordafricana, conta disponibilità stimate di "soli" circa 110 milioni di dollari, i talebani afghani arrivano - grazie alla droga - a circa 300 milioni... per fare un confronto. Le immense disponibilità degli jihadisti dell'Isis - che spiegano abbondantemente l'accondiscendenza della stessa Al Qaeda - sono dovute alla guerra civile siriana che ha consentito all'organizzazione di appropriarsi tanto di pozzi di petrolio quanto di giacimenti di gas, che poi essa rivende alla stessa Siria, creando così anche una dipendenza energetica del martoriato Paese.
 
E' in questo contesto che si coloca anche l'azione degli jihadisti in Iraq, dove l'obbiettivo è quello di impadronirsi anche delle raffinerie. Una parte importante delle disponibilità è dovuta inoltre al saccheggio sic et simpliciter delle cospicue ricchezze artistiche ed archeologiche del territorio, ed al saccheggio di tutto ciò che si è trovato sul loro cammino: banche, negozi, privati... Insomma, come sempre, più che Allah, Dio sembra chiamarsi pecunia.
 
Gli investimenti sono invece dichiaratamente di stampo militare: armi e milizia. L'afflusso in massa nelle milizie jihadiste infatti è dato anzitutto dal fattore economico più che da quello religioso: un miliziano percepisce infatti vitto ed alloggio, sostegno e stipendio mensile di oltre 500 dollari, questo in territori dove un professore universitario ne percepisce 400. Dunque gli jihadisti dell'Isis costituiscono ormai una realtà ben più cospicua e temibile della stessa Al Qaeda: non si tratta infatti più solo di una organizzazione terroristica con diffusione transnazionale, bensì di una realtà con una base territoriale già transregionale ed in incremento, e disponibilità energetiche, economiche e militari tali che Al Qaeda poteva solo sognare. E' uno Stato "nascente" già di potenza tale che lo stesso Iran ha ben pensato di mettere da parte le proprie contrapposizioni con gli USA e chiederne l'intervento...
 
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