Tutto come prima... Più di prima
Si è cercato di curare una crisi causata dal debito eccessivo contraendo ancora più debito... ma questa volta sulle spalle più larghe dei debiti pubblici ovvero sulle spalle di tutti noi: la famosa socializzazione delle perdite a vantaggio della privatizzazione degli utili.
Tutto questo mega - tampone conservativo poteva anche avere un senso, solo se si fosse proceduto immediatamente a somministrare la vera terapia.
Invece le cause vere e profonde della crisi non sono stati nemmeno scalfite. In alcuni casi si è fatto un gran parlare dei problemi strutturali ma poi (naturalmente) non sono seguiti i fatti.
Infatti non c’è interesse alcuno da parte delle lobbies dominanti nel modificare realmente il sistemone che ha portato tutti noi sull’orlo del baratro mentre ha arricchito a dismisura le suddette lobbies: le ha beneficiate prima della crisi, le ha stra-beneficiate addirittura durante la crisi (trimestrali/bonus record con soldi di stato) e le beneficierà dopo la crisi.
Presentare il Tampone Pubblico come unica soluzione possibile per evitare la catastrofe (lasciando però il timone in mano agli stessi responsabili della Grande Crisi!) è stato un ottimo metodo per anestetizzare i cittadini, per ristabilire nel breve e fittiziamente la Confidence ma soprattutto per permettere ai timonieri del Titanic di continuare a farsi tranquillamente i loro lucrossimi affari lasciando tutto come prima... più di prima.
Invece sarebbero state percorribili ben altre soluzioni, magari più dolorose sul breve ma ben più sane, sostenibili e virtuose sul medio lungo (non è ancora troppo tardi).
Ma queste soluzioni avrebbero comportato troppi calci nel culo a chi di dovere e la perdita di molte poltrone che invece sono state mantenute intonse come se nulla fosse.
Ma queste soluzioni avrebbero comportato una de-finanziarizzazione dell’economia ed un re-indirizzamento della ricchezza verso i settori veramente produttivi della società piuttosto che vero i settori parassitari.
Ma queste soluzioni avrebbero comportato un serio "stop" alla delocalizzazione selvaggia della manodopera che genera utili stellari per il management e gli azionisti delle multinazionali ma che allo stesso tempo distrugge i nostri tessuti produttivi, distrugge la rete delle medie e piccole imprese radicate sui nostri territori e genera un nuovo livello cronico di elevata disoccupazione (sudamericanizzazione). E potrei andare avanti a lungo con altri esempi.
Peccato che se al tampone non seguirà una cura strutturale, non solo tutto sarà stato inutile ma addirittura controproducente e dannoso.
E qui Lorsignori potrebbero aver sbagliato i loro calcoli perché se si tira troppo la corda... prima o poi la corda si spezza anche a loro detrimento.
Difficile un semplice ripristino del Sistemone a spese dei contribuenti, facendo finta di nulla... difficile e molto rischioso anche per Lorsignori (oltreché per tutti noi).
Ma i cambiamenti radicali di un sistema si mettono in cantiere solo di fronte all’imminenza della castrofe, di fronte al rumoreggiare delle folle sotto alle finestre del Palazzo, di fronte ad un collasso del sistema che colpisca sia le lobbies che la base.
Il pernicioso scaricabarile dal privato al pubblico e tutto il lavorìo mediatico di questi ultimi undici mesi sono stati messi in campo proprio per evitare che si sviluppasse un humus favorevole al vero cambiamento.
Se non veranno messe in campo serie riforme, se non verrà messo in atto un radicale ripensamento del sistema... la questione non sarà il SE ma il QUANDO.
Questa Grande Crisi è stato un formidabile avvertimento per ora ignorato.
Ed è ancora una grande possibilità che quasi sicuramente andrà sprecata.
Tutte queste prediche da Blogger-catastrofista e da No-Global razionale trovano per fortuna (o per sfortuna) eco in alcune auctoritates ai vertici del Sistema.
Anche lassù, nella cabina di comando del Titanic... alcuni Timonieri più illuminati (e per questo messi un po’ in disparte) la pensano come noi.
Del grande vecchio della FED, Paul Volcker, abbiamo già detto.
Leggetevi il mio articolo Il Grande Vecchio della FED in cui Paul afferma a denti stretti:
....Paul Volcker ha detto che l’innovazione finanziaria degli ultimi 15 anni è stata di valore zero per l’economia: solo il bancomat è un innovazione finanziaria che ha dato benefici. Ha detto che i profitti del settore finanziario sono saliti dal 2% al 6,5% del PIL, ma questo non riflette un valore aggiunto, ma solo "il fatto che i banchieri erano pagati molto di più"... Cioè il fatto che le banche pesassero per il 40% circa come profitti in borsa nel 2007 contro un 10% nel 1970 non riflette un maggiore valore aggiunto fornito ma solo l’arricchimento dell’elite finanziaria.
E tutti conoscete la famosa Volker Rule, cavalcata populisticamente da Obama post-mazzata elettorale in Massachusetts, ovvero una sorta di Mission Impossible per riformare realmente il sistema bancario e finanziario.
Il piano di Volcker sarà anche incompleto, difettoso, migliorabile ma almeno è un Tentativo, un apri-pista.
In merito leggi questa ottima analisi: USA: Obama prigioniero del sistema e dell’elettorato.
Ma anche il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz ci va giù pesante spesso e volentieri.
Qualche giorno fa ha dichiarato in un’intervista:
We’re "Absolutely" Headed for Another Crisis Without Reform, Economist Stiglitz Says.
Altri passaggi rilevanti sono:
we need to change the incentive structure that still rewards high risk and short-term decision making. One and a half years after the collapse of Lehman Brothers, banks are even bigger and there’s less competition. The word on Wall Street remains — bet the system and fail, taxpayers will pay for the mess...
The Volcker rule: He’s in favor of more regulation for banking and trading. Specifically, Stiglitz likes the Volcker rule that calls for eliminating proprietary trading by depository institutions.
Ed anche Charlie Munger, ovvero lo storico e meno conosciuto socio del mitico Warren Buffet, ci va giù pesante... molto pesante dichiarando:
Basically, It’s Over
A parable about how one nation came to financial ruin
Una parabola di come una nazione sia giunta alla rovina finanziaria.
Si narra che Munger sia la mente analitica mentre Buffet è l’uomo marketing: dunque le parole di Charlie sono rare ma pesano come pietre.
....A scrivere che l’America è arrivata alla rovina finanziaria, non sono giovanotti eccitabili su siti internet alternativi, ma gente anziana molto seria come Charlie Munger.
E quando arrivi a questo punto e persino dopo il crac del 2008 insisti su questa strada vai incontro alla rovina...
(esattamente come dice Stigliz e come dice un certo Beatotrader...)
Insomma la maggioranza delle Auctoritates che predicano a mo’ di Blogger:
"Così non va!... Se non si cambia rapidamente rotta siamo destinati alla catastrofe!"
sono degli ultra-ottantenni (non tutti).
oppure dei vecchi saggi che hanno la vista lunga grazie alla loro lunga esperienza (e grazie al fatto che hanno vissuto come funzionava PRIMA).
Augh!
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