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Trezeguet e l’intramontabile vizio del gol

Il suo curriculum parla chiaro, anzi grida: quasi 250 gol in carriera, miglior realizzatore straniero nella storia della Juventus, campione del mondo e d'Europa (suo il golden goal decisivo nel 2000) con la nazionale francese e 12 realizzazioni nella sua breve esperienza nell'Hercules di Alicante, nel massimo campionato spagnolo.

David Trezeguet si presenta così: insomma, uno di quei predatori d'aria di rigore, di quelli che possono essere in ombra durante tutta la partita, ma la mettono dentro alla prima ed unica occasione disponibile. Vivono per il gol, come disse Emiliano Mondonico quando parlava di Inzaghi, stessa scuola filosofica del francese: "Non è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi". Amichevole, campionato, mondiale, Champions League, Italia, Spagna, Francia, Argentina, per loro non fa alcuna differenza.

Trezeguet non poteva presentarsi diversamente all'esordio davanti al suo nuovo pubblico del River Plate, storica squadra argentina, quest'anno sprofondata in seconda divisione.

Nel Torneos de Verano, simile alla nostra Coppa Italia, il River Plate che sfidava il Racing Club era in vantaggio per 1-0 e quando mancavano una ventina di minuti alla fine, l'allenatore Matias Almeyda (altra figura nota per il calcio italiano), ha deciso di mandare in campo proprio il calciatore transalpino.

Ancora una volta pochi palloni gli son serviti per realizzare il suo primo gol con la maglia dei Millonarios (realizzazione che poi si rivelerà decisiva fissando il punteggio finale sul 2-1) a dimostrazione che la volpe con su la maglia n. 17, perde il pelo, ma non il vizio.

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