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Tremonti e manovra economica: no, non ci siamo proprio

A poche ore dal varo della manovra in Consiglio dei ministri le anticipazioni e le voci che circolano sui giornali di oggi sono a dir poco deprimenti. Non solo rispetto alle nuove entrate i tagli strutturali previsti non sembrano assumere la forma necessaria di una vera e propria "aggressione" alla spesa pubblica e sono troppo diluiti nel tempo, non solo non s'intravedono all'orizzonte né una riduzione, sia pur minima, della pressione fiscale, né vere "frustate" liberalizzatrici, ma spuntano tasse e balzelli di ogni tipo che rivelano un approccio anti mercato col quale sarà difficile portarci oltre l'1% annuo di crescita. E senza crescita, è a rischio persino l'obiettivo minimo di questa manovra: il pareggio di bilancio nel 2014.

Al di là di alcune misure condivisibili, si prosegue con una logica da Prima Repubblica, cioè con una caccia grossa a coloro che hanno ancora qualche spicciolo da parte. Il saccheggio dei granai, insomma, mentre l'obiettivo dovrebbe essere quello di farli riempire i granai e di ampliare la platea di quanti producono ricchezza. Manca solo la rapina notte tempo sui conti corrente messa a segno da Amato nel '92, e poi siamo ad una manovra da Prima Repubblica. L'impressione che se ne ricava è che piuttosto che spendere meno, i politici se ne inventino una in più di Dracula per succhiare altro sangue. Una buona metà degli italiani si chiederanno a questo punto che cosa hanno votato a fare il centrodestra nel 2008. Di un centrodestra del genere l'Italia non ha bisogno, non ha alcun senso.

L'adeguamento dell'età di pensionamento delle donne a quella degli uomini, a 65 anni, è una barzelletta: avverrà in modo graduale a partire dal 2020 concludendosi nel 2030! Si rinuncia ad una misura impopolare ma strutturale, per una altrettanto impopolare ma certo non virtuosa: il superbollo sui Suv e le auto di grossa cilindrata (quale la prossima "riforma strutturale", l'aumento delle imposte sulle sigarette?). Attenzione: avrebbe un qualche senso far pagare ai fumatori le spese sanitarie che lo Stato dovrà sostenere per curare le loro malattie, e ha un qualche senso "punire" questa mania dei Suv giganteschi, che nel contesto urbano delle nostre città sono una follia. E la reintroduzione del ticket sanitario avrà l'effetto di responsabilizzare un minimo i cittadini nel ricorso ad esami specialistici e al pronto soccorso. Ma è la mentalità che rivelano queste misure ad essere preoccupante: raccontano di un governo che anziché concentrarsi unicamente nel tagliare la spesa, cerca spasmodicamente nuove entrate.


Ci sono poi misure che rivelano un istinto anti mercato e che rischiano di avere un impatto persino depressivo sull'economia. Tassare le transazioni finanziarie e accanirsi sulla gestione delle attività finanziarie da parte delle banche è una roba "comunista". Punto. Si punisce chi decide di investire i propri risparmi (da una fonte di reddito già tassata) nel finanziamento di attività produttive, pur sapendo della cronica difficoltà delle nostre imprese di ottenere credito dalle banche e finanziamenti in Borsa. Tra l'altro, come ricorda Nicola Porro su Il Giornale, «se una banca o una società devono pagare un euro in più di imposte, è molto probabile che facciano di tutto per traslarle sul proprio cliente. Il quale, a sua volta, se è in grado, le fa pagare al suo di cliente. La sintesi finale è la regressività dell'imposta».

E' positiva la conferma della riforma del Patto di stabilità per i Comuni, per cui chi rispetta gli obiettivi di bilancio e ha soldi in avanzo potrà spendere, a differenza di quanto avviene oggi, così come è rassicurante l'allentamento delle "ganasce fiscali", con il raddoppio dei termini oltre i quali scattano i pignoramenti (da 120 a 240 giorni). Il Foglio si accontenta della liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali (ma solo nei comuni di interesse turistico e nelle città d’arte), ed è certamente un'ottima misura «sviluppista», ma il segno generale della manovra è a dir poco conservativo dell'esistente. Il pressing su Tremonti sembra non aver prodotto un sussulto di riforme liberali, sia sulla spesa che sulle tasse, bensì una diluizione nel tempo e un ammorbidimento (soprattutto, sembra, su previdenza e costi della politica) dei tagli. Ciascuno è impegnato a salvare dalla sforbiciata il proprio portafoglio ministeriale, non a offrire al Paese un approccio nuovo alla riduzione della spesa pubblica. Manca un ripensamento generale dello Stato e delle sue funzioni, mentre siamo di fronte ad una manutenzione, sia pure "responsabile" ma semplicemente ragionieristica dell'esistente. E non è detto che basti. Il giudizio sulla manovra lo daranno Moody's e le altre agenzie di rating, ma potrebbe essere senza appello.

Dove tagliare? I conti che fa Oscar Giannino sono impietosi nella loro semplicità. Basta avere la volontà politica di tagliare. Basta guardare i numeri e chiunque può comprendere all'istante come difendendo la spesa pubblica i politici difendono in realtà se stessi, mentre fanno credere ai cittadini di difendere i servizi - scadenti - che ricevono dallo Stato.

Commenti all'articolo

  • Di Strangelove (---.---.---.137) 30 giugno 2011 19:07
    Strangelove

    Condivido.

    Non c’è la volontà di tagliare la spesa.

    Il risultato è che alla fine della fiera Tremonti risulta indistinguibile da Visco.

    Anzi molto peggio, visto che con questa "riforma" si tradiscono un bel po’ di promesse elettorali.

    L’aumento delle tasse sul risparmio rende la cosa evidente.

    • Di (---.---.---.132) 30 giugno 2011 21:40

      il problema è che in periodo di crisi economica bisogna fare investimenti pubblici altro che taglio alla spesa...questo lo capisce anche uno studente al 3° anno i ragioneria...ma Tremonti, nel 2008, con la crisi incombente e ben individuabile ( tutti gli altri Stati europei la individuarono chiaramente...) si mise a dire che la crisi non c’era e comunque non riguardava l’ Italia...che dire, di più, di tanto dilettantismo ?

    • Di (---.---.---.132) 30 giugno 2011 21:53

      Tremonti avrebbe dovuto varare un consistente piano di investimenti pubblici nel 2008 ( vedi ad esempio investire sui trasporti pubblici locali)...altro che che tagliare la spesa ora...tagliare la spesa ora sarebbe da folli...bisogna tagliare eventuali sprechi, spesa evidentemente improduttiva...ma certi oligarchi politicanti, nominati grazie ad una legge elettorale anti democratica, sono tra le prime fonti di spesa eccessiva ed improduttiva...per cui i tagli andrebbero sempre a scapito del cittadino comune o magari del tanto vituperato pubblico dipendente che ad occhi e croce lo stipendio quanto meno se lo guadagna ( quanto meno la maggior parte...) spesso fino in fondo...si può dire altrettanto dell’oligarchia politicante nominata dai capi partito ?

      I servizi pubblici personalmente ritengo non siano assolutamente da tagliare in periodo di crisi economica, sono eventualmente da incrementare..
  • Di yepbo (---.---.---.239) 30 giugno 2011 21:41

    La conferma del patto di stabilità dei comuni, é un altra barzelletta. Basta un pò di creatività ed il gioco é fatto. E, sindaci e amichetti di creatività ne hanno a iosa.


    Esempio: Padernello di Paese, provincia di Treviso, il sindaco vuole costruire una nuova scuola, quella "vecchia" di 30 anni e non gli va più bene. Come reperire i fondi neccessari? Semplice, un bel leasing a 20 anni!!! Che poi il costo finale raddoppi, non è un problema basta dire che é una spesa di utilità pubblica! Chissà pubblica che faccia ha. 
  • Di (---.---.---.132) 30 giugno 2011 22:19

    sulle pensioni delle donne..beh secondo me devono equipararle da punto di vista dell’età pensionabile in tutto e per tutto agli uomini ! Punto!

    ...e lo dovrebbero fare quanto prima... 
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.231) 1 luglio 2011 13:51
    Damiano Mazzotti

    è vero che la tassazione Inps sulle collaborazioni coordinate e coninuive è salita ancora una volta, fino al 33 per cento? Questi giovani pagano ancora di più, per avere ancora una volta molto di meno.... forse arriveranno a prendere 300 euro di pensione o giù di li...

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