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Tre anni dal ritorno dell’ambasciatore in Egitto. Il richiamo è come se non fosse mai avvenuto

Nei canali istituzionali italiani ed egiziani non c'è più traccia del richiamo dell'ambasciatore italiano dall'Egitto. Sul sito della Farnesina si poteva leggere ad esempio che "il Governo italiano ha disposto l'8 aprile 2016 il richiamo dell'Ambasciatore, poi rientrato in Sede il 14 settembre 2017 in ragione dei progressi nella cooperazione giudiziaria tra i due Paesi, tuttora in corso".

 Questo fatto storico è stato cancellato, come se non fosse mai accaduto. Son rimaste come più volte segnalato solo due righe sull'omicidio di Giulio. Il pretesto per il ritorno venne dato dall'uccisione di un ingegnere egiziano a Marsa Alam da parte di un turista italiano. Si trattava dell'omicidio di Tarek Ahmed Abdel Hamid e la questione venne comunque gestita dall'ufficio consolare a testimonianza che l'attività diplomatica con la relativa assistenza non era stata sospesa.
 
Infatti fu il console italiano a Hurghada, lavorando in coordinamento con l’ambasciata italiana al Cairo a seguire in parte la questione. Di quel caso come andò a finire non si seppe più nulla. Il 14 agosto del 2017 il governo italiano decise di ritornare alla normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto. Come sono andate le cose tra i due Paesi lo sappiamo bene. Non c'è traccia della cooperazione giudiziaria, quella che consentirebbe ad esempio alla magistratura italiana di poter interrogare gli indagati egiziani per l'omicidio di Stato di Giulio, ma si son affermate tante altre cose di portata enorme. La più rilevante è sicuramente la nuova via del gas che vede nell'Egitto divenire un faro di riferimento fondamentale e l'operato italiano è stato determinante. 
 
Un progetto formalizzato nel gennaio 2020 con la nascita dell'EastMedGasForum  al Cairo. I Paesi interessati sono Egitto, Cipro, Grecia, Israele, Autorità Nazionale Palestinese, Giordania e Italia appunto, che hanno sottoscritto l’accordo quadro per trasformare l’East Mediterranean Gas Forum (Emgf) in organizzazione internazionale. Dopo l'accordo tra Italia e Grecia, a cascata vi è stato quello tra Grecia ed Egitto che ridisegnando i confini marittimi nell'ottica di questa nuova via del gas, EastMed, si è dato un colpo pesante alla Turchia e consolidato il ruolo di dominio dell'Egitto in quell'area. Gas, commesse militari miliardarie, business affermato, e per capire il quadro della situazione, se gli egiziani chiedono ai visitatori nel loro Paese una certificazione per il coronavirus, lo stesso non accade da parte italiana. Eppure l'Egitto è il secondo Paese africano con più contagi, la situazione è drammatica. 
 
Neanche con il coronavirus si riesce a dichiarare l'Egitto Paese insicuro. Un Paese dal quale 5000 egiziani hanno richiesto asilo in Italia dal 2013, un Paese dove l'esercito è al potere, armato anche dall'Italia. Tutto normale. Ad oggi, intanto, 78 mila persone richiedono il richiamo dell'ambasciatore italiano dall'Egitto. Sicuramente non si cambia il mondo o lo stato delle cose con le petizioni, ma è certamente indicativa della consapevolezza che c'è da parte della società civile in Italia sull'importanza di richiamare l'ambasciatore. Siamo a tre anni dal "ritorno", con la verità processuale per Giulio siamo semplicemente fermi, il bilancio tra Italia ed Egitto è questo.

mb

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