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 Home page > Attualità > Cultura > Tetris, la vera storia dei mattoncini sovietici

Tetris, la vera storia dei mattoncini sovietici

Nell’anno del trentesimo anniversario di Tetris, uno dei videogame più popolari di sempre, il suo creatore, Alexeï Pajitnov, ha rilasciato una lunga intervista a Motherboard dove parla del traffico a Mosca, dell’amore per i puzzle e le auto, della cara, vecchia Unione Sovietica e, soprattutto, della sua vita nonostante Tetris.

 

Jagger Gravning, che l’ha intervistato mentre scorrazzava su e giù per le strade di Bellevue, Washington, confessa di essersi chiesto, appunto, “come fosse la vita di Alexey Pajitnov senza Tetris”.

Nato nel 1956, Pajitnov ha lavorato per anni come ricercatore informatico al centro di calcolo Dorodnitsyn, una divisione dell’Accademia delle Scienze di Mosca, il più importante istituto scientifico russo. Nel 1984, insieme ai colleghi Dmitry Pavlovsky e Vadim Gerasimov, sviluppò il prototipo di un puzzle elettronico giocabile su Electronika 60, un microcomputer di produzione sovietica. 

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Alexeï Pajitnov

Il gioco si basava su delle figure geometriche piane, i tetramini, generati in maniera automatica e casuale da un algoritmo sviluppato da Pajitnov. Il design dei sette tetramini standard si deve a Gerasimov, allora minatore con una passione per l’informatica. Fu sua l’idea di trasferire il gioco su un PC IBM, che offriva maggiori possibilità grafiche (l’Electronika 60 non ne aveva, così i tetramini vennero sviluppati con blocchi di testo formati da parentesi quadre).

Di tutto questo però, dell’importanza del lavoro dei suoi due colleghi nello sviluppo di Tetris, Pajitnov non parla. Né nell’intervista di Vice né in quella rilasciata al Guardian lo scorso giugno. A rinfrescare la memoria allo sviluppatore russo ci ha pensato lo storico di videogiochi William Audureau per Le Monde, con un lungo articolo che sottolinea tutte le contraddizioni e le “dimenticanze” di Pajitnov.

Contrariamente a ciò che i ritratti di Pajitnov e la pagina ufficiale del gioco lasciano intendere, quest’ultimo non ha creato Tetris da solo, anche se ne è effettivamente stato l’ideatore. Venne assistito nel suo lavoro da due persone che, stranamente, non vengono mai nominate…

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Il nome di Vadim Gerasimov compare nelle edizioni degli anni ’80
 
La Tetris Company, racconta Audureau, è stata creata solo nel 1996. Prima di allora, i diritti di Tetris appartenevano all’Accademia delle Scienze; né Pajitnov né i suoi collaboratori ebbero un soldo dalla vendita del gioco (già diffuso in milioni di esemplari), prima della fine dell’Unione Sovietica.

Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1991, Pajitnov diventa socio dello sviluppatore americano Henk Rogers. Da quel momento in poi, i nomi di Pavlovsky e Gerasimov scompaiono dalla storia di Tetris. Scrive quest’ultimo:

[Pajitnov] venne da me e mi chiese di firmare urgentemente un foglio “per farci dare un sacco di soldi dalle compagnie”. Non mi lasciò una copia. Per quel che ricordo, il documento diceva che accettavo di rivendicare soltanto la conversione su Pc di Tetris, che accettavo di conferire a Pajitnov il diritto di gestire tutte le decisioni commerciali, e che rifiutavo qualsiasi remunerazione legata a Tetris. Non ero del tutto d’accordo con il contenuto, ma mi fidavo di Alexeï e firmai lo stesso.

Nel 2007 l’università di Stanford ha incluso Tetris nella classifica dei 10 videogiochi più influenti di sempre, elevando ufficialmente Alexeï Pajitnov all’olimpo dei videogame. Pavlovsky e Gerasimov? Sepolti dai mattoncini della Storia. 

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