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Terremoto sui terremoti: lo sfruttamento della solidarietà ed altre "bazzecole"

Quante volte ne abbiamo parlato?

Quanti articoli io stessa ho scritto e sono stati pubblicati, sul tema degli scandali legati ai post terremoti in Italia?

A questo link ne trovate alcuni e potrete leggere o rileggere, passo dopo passo, gli accadimenti del post sisma in Abruzzo per giungere a quelli legati al post sisma in Emilia.

Non cambia nulla. Cambiano forse i nomi dei protagonisti. Ma di fatto, non cambia la tendenza all’imbroglio, al sopruso, all’abuso.

Nell’aprile 2009, fummo spettatori – immediatamente – di una serie di effetti a catena scaturiti da coloro che, da un terremoto, sanno molto bene come approfittare. Perché c’è anche chi approfitta costantemente delle disgrazie altrui, oltre che a cagionarle.

I crolli, i morti, la rabbia, il dolore. Non conoscono limiti. Così come non conosce limiti il freddo e calcolato cinismo di chi vede – come concetto primario – solo ed esclusivamente lo sfruttamento, a proprio vantaggio, di qualsiasi sciagura. Spesso poi, sono le stesse persone che dovrebbero occuparsi del “bene” comune o comunque di sostenere quelle popolazioni cadute in disgrazia per un qualche evento incontrollabile, come un terremoto appunto.

Alcuni, giungono a pensare che la mano dell’uomo oggi possa operare persino la scelta di far capitare un terremoto in un preciso momento: una sorta di miscela fra l’essere umano ed il Padre Eterno che tutto può. Contro l’Uomo. Ma queste storie non conoscono né chiarimento né possibilità di soluzione. Cosa faccia l’Uomo contro se stesso e come, non ci è dato ancora sapere del tutto.

La base fondamentale di ogni criterio di sconfitta della dignità umana è sempre la stessa; il Dio denaro. Unico vero padre eterno seguito, osannato, supportato, esteso e conteso in ogni parte del globo.

Tornando sul nostro territorio, la storia si replica e di volta in volta, gli atti, gli scandali, le aberrazioni, le meschinità le ambiguità, assumono i contorni di una brutta messa in scienza di un copione ormai trito e ritrito che adopera solo e sempre gli stessi attori ormai invecchiati, le stesse parole ormai dette a pappagallo, le stesse scene sbiadite che rilanciano immagini oscene.

Nel 2009, sisma in Abruzzo, accadde di tutto ed oltre. Si scoprirono altarini inquietanti, come nel caso delle strutture cedute e mai messe in sicurezza o addirittura, accatastate. Una per tutte: l’Ospedale San Salvatore, dove trovarono la morte anche alcuni bimbi ricoverati nel reparto pediatria. Si scoprì che non erano mai state verificate la messa a norma di tutto lo stabile e ci furono anche dubbi sull’effettivo accatastamento del nosocomio.

Si parlò molto dell’eventualità che, persino INGV – Istituto di geofisica e vulcanologia - “collaborò” a dichiarare un grado minore dell’entità del sisma, giocando sulla differenza di calcolo fra scala Mercalli e Richter. La prima infatti, determina l’intensità di un terremoto in base agli effetti visibili sulle costruzioni, mentre la seconda, la Richter, consente di stabilire l’energia liberata dalla scossa e di conseguenza, la sua capacità distruttiva. Perché fecero volutamente confusione?

Perché in Italia, una legge in vigore, riconosce i sostegni economici a coloro che si vedono distrutta in parte o totalmente l’abitazione o altra costruzione, solo se il grado di scala Mercalli è superiore a 6.

Abbassando quindi, nelle comunicazioni ufficiali, questo grado, si consentiva automaticamente allo Stato italiano di decretare il proprio riconosciuto limite a sostenere economicamente coloro che effettivamente avevano subito danni di vario grado alle strutture architettoniche di cui erano proprietari.

Quasi nulla però, in confronto a ciò che è accaduto il 20 maggio scorso, in occasione del sisma in Emilia. Pochi giorni prima, esattamente il 17 maggio (…), era entrata in vigore una normativa che imponeva ai proprietari di appartamenti ed attività commerciali, di aderire ad una polizza assicurativa che garantisse – in caso di distruzione parziale o totale dell’immobile – una copertura economica. Cambiando peraltro una norma che non ha mai reso d’obbligo nulla in questo senso e generando una “innovazione” nel settore delle Compagnie assicurative, che mai prima di allora avevano creato polizze in tal senso.

Insomma: non appena si genera un disastro ambientale – in questo caso un forte terremoto che genera a sua volta crolli strutturali e vittime umane – invece di poter contare su una solerte organizzazione mirata al sostegno delle popolazioni colpite ed alle misure da prendere immediatamente per la ricostruzione, si pensa solo come meglio sfruttare un evento del genere.

“Ciliegina” sulla torta inacidita, i finanziamenti, che dovrebbero puntualmente giungere ai comuni protagonisti del sisma e che dovrebbero (quanti condizionali è necessario utilizzare) giungere da una parte dallo Stato e dall’altra dalla solidarietà dei cittadini che corrono sempre ad inviare – ad esempio – un numero enorme di sms alle varie organizzazioni che creano ad hoc ogni volte, questa tipologia di solidarietà via telefono.

Sappiate che, ad oggi, persino le somme accumulate dai tanti sms inviati per la ricostruzione in Abruzzo non sono mai giunti a destinazione, e sono stati invece – su iniziativa dell'ex numero uno della Protezione civile, Guido Bertolaso - destinati a un fondo post sisma - gestito dal consorzio finanziario Etimos, incaricato di "coprire le spalle" delle banche a cui i terremotati avrebbero potuto rivolgersi per chiedere un prestito.

Stessa identica cosa, sta accadendo per i fondi che sono stati versati dai cittadini, sempre tramite sms, per sostenere l’emergenza post sisma in Emilia : le somme racimolate, parliamo di ben 15 milioni di euro, sono state destinate ancora una volta alla Etimos (qui la replica di Etimos alle accuse). Ma intanto, i cittadini coinvolti pesantemente nei terremoti emiliani stanno per tornare a pagare tasse ed imposte. Per case, caseggiati e strutture che, nella migliore delle ipotesi, non possono tornare ad abitare o utilizzare.

Terremoto sui terremoti quindi. Con questo tipo di tendenza, ciò che sta per verificarsi, è che i cittadini italiani, generosi per tradizione, smetteranno – ci si augura – presto, di essere solidali con i mezzi messi generosamente – quelli si – a disposizione da chi li utilizza sempre per altri scopi.
Questo articolo è stato pubblicato qui

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