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Teatro Valle Occupato: Erri De Luca e Assalti Frontali ricordano lo sterminio dei rom

Domenica pomeriggio a Roma dalle 18. In ricordo dello sterminio del popolo rom

Tutti conosciamo oggi il termine “Shoah”. Quasi nessuno conosce la parola “Porrajmos”, il nome dato allo sterminio degli zingari.

I rom furono perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio, perché “zingari” e, secondo l´ideologia nazista, “razza inferiore”, indegna di esistere. I rom erano definiti geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa della loro pericolosità era nel loro sangue.

Questo marchio di “infamia”, impresso a sangue sulla pelle di rom, non è finito con il regime hitleriano. Esso perdura ancora oggi in forme diverse e con modalità solo apparentemente meno cruenti.

L’Associazione 21 luglio e Popica Onlus organizzano l’evento “Porrajmos. Sterminio e resistenza del popolo rom”. Una serata per ricordare uno sterminio dimenticato e per “fare memoria di una ininterrotta storia, scritta con l’inchiostro del rifiuto e dell’intolleranza”, ma anche un’occasione di condivisione e conoscenza della cultura rom, delle parole, i suoni e i colori di questo popolo reietto e inviso ma resistente.

Per la prima volta sul palco del teatro saliranno rappresentanti delle comunità rom e sinte di Roma e con loro: gli Assalti FrontaliErri De LucaJovica Jovic e i Muzikanti di Balval, Tony lo Zingaro – Theatre romSara Aprile e le ballerine del Chejà Celen, Simonetta Salacone (ex preside della scuola Iqbal Masih) e altri ancora…

L'iniziativa prenderà il via alle 18: musica in strada e nel foyer, accompagnata da un benvenuto a base di tè e dolci

A seguire cena con specialità rom, peruviane, messicane, africane dalla città meticcia Metropoliz.

 

"E’ importantissimo capire che una memoria piegata alla propaganda è una devastazione: se la Shoah perde il suo valore universale, se non si capisce che nell’ebreo, nel Rom, nell’omosessuale, nel menomato, i nazisti uccidevano l’uomo, l’uomo fragile, l’uomo libero, l’uomo che è capace di pensare – e i nazisti non amavano che si pensasse, ma che si ubbidisse, è questo che volevano sterminare – allora tutto perde di senso.
Dobbiamo cominciare a imparare bene la parola Porrajmos, così come dobbiamo conoscere un luogo che si chiama Jasenovac, il campo di sterminio degli ustascia croati, dove furono sterminati verosimilmente, decine di migliaia di serbi, di Rom, e di Ebrei. Un campo di sterminio uguale in tutto e per tutto a quelli nazisti. Dobbiamo ricordare tutto questo se vogliamo una memoria vera, profonda, che sia fertile per il futuro dei nostri figli. (…)"

“Oltre i confini – Ebrei e Zingari”
Moni Ovadia


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