Tanto fango, nessuna gloria. Grande guerra ed il caso Gorizia dopo il 23 maggio
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi il 25 maggio si è recato al Cimitero Militare Americano di Impruneta - San Casciano Val di Pesa, in provincia di Firenze, per il Memorial Day. Non risulta alcuna sua visita ufficiale in luoghi sacri o profani per il 23 maggio, giorno della dichiarazione di guerra all'Impero Autro-ungarico, e neanche per il 24 maggio giorno dell'entrata in guerra. Tante le commemorazioni, diverse le celebrazioni; a livello mediatico l'apice sarebbe stato raggiunto con il minuto pseudo di silenzio accompagnato da un colpo a salve sparato in alcune città, il 24 maggio, e poi dal noto film fango e gloria. Film documentario, pregevole certamente per alcune immagini di archivio ed ora a colori, poco condivisibile per parte della sua impostazione. I nostri, la difesa dell'Italia, una guerra che sembrava inevitabile per l'Italia, e gli altri i nemici, i cattivi in assoluto. Si dirà che la quasi totalità dei soldati furono analfabeti e contadini ed il protagonista sarà una persona dotta che diventerà poi il milite ignoto. Eppure non è emerso con forza che l'Italia ha dichiarato una guerra che poteva evitare, per occupare terre non appartenenti all'Italia ad un prezzo elevatissimo, per il risorgimento incompiuto che solo violenza e sangue ha conosciuto. I nostri, povere vittime. Gli austriaci, cattivi e brutali. Poche parole per coloro, e furono tanti, che disertarono, spesso fucilati dai carabinieri e dall'esercito, o condannati a pene elevatissime. Sacro, ovviamente, il mito degli alpini, che combattono non solo contro un nemico quasi invisibile, ma anche contro la montagna ed il cattivo tempo; gli altri, poveri fanti ed ignoranti mandati a morire per nulla.
Cadorna, certamente responsabile e con condotte criminali, ma non è stato l'unico, è diventato l'unico capro espiatorio. Diaz, invece, eroe come se anche lui non avesse seguito, seppur in parte, la ferrea linea cadorniana.
Nell'epoca ove più che mai è necessaria la fratellanza e la solidarietà ed il multiculturalismo? Io penso di no.
E dunque non basta chiedere solo le dimissioni dell'Assessore, ma dell'intera amministrazione comunale che non ha detto no al corteo di Casapound. Punto.
La guida, per il nostro futuro, non deve essere il fango della grande guerra: questo porterà solo dolore e distruzione e conflitti che mai più si vogliono conoscere e vivere. E se a ciò si aggiungono le provocazioni gravi che sono accadute in Slovenia, come denunciato dalla RTV, ovvero che un presunto gruppo di nazionalisti o fascisti italiani è entrato nel territorio sloveno per distruggere la scritta a Tito che ricorda la vittoria sul nazismo e fascismo, ciò, a prescindere dalla scritta Tito, dimostra che la situazione è certamente allarmante. D'altronde il Governo sloveno ha preso una posizione forte e chiara contro il corteo di Casapound a Gorizia, forse perché ha maggiore consapevolezza della reale situazione, forse perché l'antifascismo a livello istituzionale, in Slovenia, è non solo condiviso con canti e corone ma anche con i fatti, ed i fatti contano ed hanno un peso determinante per la costruzione di un sano equilibrio nelle terre di confine.
Poi, se qualcuno, vuole per caso il ritorno dei muri, delle tensioni, o magari creare le condizioni per conquistare terre occupate dall'Italia per un brevissimo periodo, ed oggi legittimamente ed indiscutibilmente appartenenti alla Slovenia, può stare sereno, perché lo impediremo.
Marco Barone
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