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Tagli alla scuola. I precari presidiano il Ministero

Precari della scuola in corteo a Roma. Presidio permanente davanti al Ministero. Foto e cronaca della giornata.

Partiti di estrema sinistra, sindacati di estrema sinistra, persone di estrema sinistra. Un codazzo di bandiere rosse ha attraversato la capitale nel pomeriggio di ieri. Davanti a quelle bandiere si gridava la rabbia di centinaia di insegnanti precari senza più lavoro. Si denunciava lo scandalo dello <<smantellamento della scuola pubblica>> e il dramma di migliaia di persone - insegnanti <<che per svolgere il loro lavoro hanno dovuto affrontare anni di sacrifici insieme alle proprie famiglie>> - abbandonate al loro destino, senza la garanzia di un’occupazione.


Dalla mattina di ieri gli insegnanti hanno occupato l’androne del provveditorato di Roma. Alle 15 è iniziata un’assemblea pubblica a cui hanno preso parte, oltre ai precari della scuola e ai sindacati, anche alcuni esponenti delle associazioni studentesche di sinistra e militanti di partiti cosiddetti comunisti (Rifondazione e Sinistra Critica). Non è mancato l’intervento di alcuni esponenti politici, come il deputato Stefano Pedica, coordinatore regionale dell’Italia dei Valori. Al microfono il senatore ha denunciato che l’IdV è l’unico partito di opposizione presente, mentre gli esponenti degli altri partiti di sinistra hanno trascurato i precari.

Dev’essere dotato di pessima vista, l’on. Pedica, perché poco prima di lui ha preso la parola la deputata Maria Coscia del Pd, da sempre attiva sui temi della scuola. È assediata da un plotone di genitori e insegnanti. Tutti elettori delusi che le chiedono per quale motivo il Pd non stia muovendo un dito per salvare la scuola dalla devastazione. Lei puntualmente risponde che il partito è alacremente impegnato in inefficaci battaglie parlamentari, che non riescono a risolvere nulla. <<È indispensabile sensibilizzare su questi temi l’opinione pubblica, ma non abbiamo rilevanza mediatica>>.

Riesco ad avvicinarmi. Le chiedo che differenza ci sia fra i 2.389 milioni di euro di tagli alla scuola previsti per il 2009 dalle due finanziarie del governo Prodi e i 496 milioni di tagli imposti dalla finanziaria triennale di Tremonti. Mi spiega che <<la riduzione prevista dal governo Prodi prevedeva un piano di razionalizzazione della scuola pubblica>>, mentre <<i tagli della Gelmini faranno sì che centinaia di migliaia di insegnanti precari non avranno più un posto di lavoro>> perché <<a Tremonti e alla Gelmini non interessa nulla della scuola pubblica>>. Comodo: quando i soldi li tolgono loro si chiama “riduzione”, quando lo fanno gli altri diventano “tagli”. Ad ogni modo le devo riconoscere una preparazione sul tema rara ai nostri politicanti, specie a quelli che siedono in parlamento, tale da consentirle di affrontare la rabbia di decine di precari disastrati.

<<Nella scuola in cui lavoravo l’anno scorso sono aumentate le iscrizioni e diminuite le cattedre>> racconta una di loro. La rabbia si respira nell’aria, ma anche il dispiacere di vedere in rovina la scuola pubblica per cui molti di loro hanno lavorato per anni, non senza sforzi e rinunce. Le energie sono tutte concentrate sulla protesta. <<È arrivato il momento di reagire. Se non lo facciamo ora, non potremo farlo più>>. Hanno le idee chiare: <<Il problema centrale è il Governo. Il problema centrale sono i tagli del Governo. I tagli devono essere ritirati>>. È questo l’ordine con cui alle 17.30 parte un corteo che, dal Provveditorato, raggiungerà il Ministero della Pubblica Istruzione.

Il corteo, un migliaio di persone armate di bandiere rosse, marcia per tutta la sera al ritmo di slogan e canti anti-gelmini, ma non solo. Anche canzoni popolari tipiche dei movimenti di sinistra. Dal megafono parte il grido: <<Berlusconi pezzo di merda>>. I manifestanti non raccolgono la provocazione e non si associano al coro.

Arrivati davanti al Ministero i manifestanti annunciano <<un presidio permanente>> che durerà <<tutta la notte, tutte le notti>>. Fino al ritiro dei tagli. Gli interessati prenotano il posto in tenda. Tutti sono invitati a partecipare.

<<Possibile – lamenta un precario – che a tutte queste manifestazioni partecipano sempre partiti di sinistra?>> Certo, la manifestazione non nasconde un colore politico preciso.

Eppure, in Svezia, secondo paese al mondo per investimenti in Sviluppo e Ricerca, la destra ha vinto anche accusando i socialdemocratici di spendere troppo poco nella scuola. In Italia, invece, giochiamo a chi taglia di meno.


Foto della giornata

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