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Sul mare risorge la protesta

Molti marittimi italiani si sentono danneggiati dalle istituzioni.

L’Accademia della Marina Mercantile italiana con sede in Genova, istituita nel novembre 2005, voluta dall’armamento italiano e che organizza corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) marittimi, per tentare di attirare giovani verso la carriera marittima presenta spesso sui media una vita sul mare allettante, con buoni stipendi e vita di bordo non corrispondente alla realtà di molte navi...

Questo va poco a genio a una buona parte dei marittimi i quali, ben consapevoli di cosa sia la vita sul mare, vedono in questa propaganda quasi un voler tentare di nascondere i reali problemi dell’uomo di mare, i quali restano, oltre che irrisolti, ancora poco noti alla maggioranza degli italiani e tra cui vi sono: sfruttamento, marittimi abbandonati, stress, affaticamento, aumento degli incidentilontananza dalla famiglia, e chi più ne ha più ne metta. E questo nascondere i problemi impedirebbe o ritarderebbe, secondo i marittimi del sindacato dei marittimi SDM, la soluzione di buona parte di essi.

Ultimamente è caduta la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso e cliccando QUI potrete leggere tutta la rabbia di chi vede continuamente calpestati i propri diritti, di chi ha visto morire amici e colleghi sul mare causa l’avidità e il disinteresse di altri, di chi lotta quotidianamente per la dignità dell’uomo di mare e vede continuamente sorgere all’orizzonte soltanto falsità ed ipocrisie.

Nella pagina linkata, riferendosi sempre all’Accademia della Marina Mercantile, il sindacato afferma: tolto che dobbiamo sempre dirlo, non è un’accademia ma un corso IFTS post-diploma..

E continua dicendo: "speriamo che gli ufficiali che usciranno da questa Accademia (corso IFTS) non si prestino a questo gioco, molto pericoloso, e che i media e i vertici di questa.... accademia abbiano almeno la serietà e la responsabilità di non cagionare altri danni a noi marittimi italiani".

Il SDM parla di altri danni ...E quali sono i danni già subiti dai marittimi?

Per capirlo su wikipedia, alla voce Accademia della Marina Mercantile, leggiamo di un decreto, spinto da questa Accademia ed altri, e la cui emanazione ha causato problemi ai marittimi:



"Il periodo totale di imbarco deciso in sede preliminare costituì da subito una scommessa, un atto di avanguardia e contemporaneamente un azzardo. La legge, al momento della progettazione e anche al momento attuale, richiedeva 18 mesi. La scelta di ottenere dagli armatori periodi d’imbarco di 12 mesi per i cadetti dell’Accademia venne presa sulla scorta di un decreto di riforma del settore marittimo, approvato ma ancora non attuato, e giacente presso il Ministero dei Trasporti dal 2000".

Questo decreto venne in seguito firmato, dall’allora Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, il 30 novembre 2007, mentre l’accademia, come già detto veniva istituita nel novembre 2005. Esso prevede 12 mesi di navigazione e non più 18 per il conseguimento del titolo professionale di Ufficiale della Marina Mercantile.

Secondo i marittimi del SDM, lo stesso decreto, spinto da questa Accademia, portò ad una situazione tale che diversi marittimi, in numero incalcolabile, persero o rischiarono di perdere il lavoro, oppure ritardarono nei passaggi di grado.

Per cui, alla fine la scommessa fatta andò a discapito delle famiglie dei marittimi. E questo dopo che gli stessi marittimi, molto prima della firma del decreto, avevano più volte avvertito di una tale possibilità.

.In un comunicato dell’8 aprile 2008 emesso dalla triade sindacale CGIL CISL UIL a riguardo dei possibili danni di tale decreto leggiamo:

"In particolare le condizioni poste per il rilascio dei certificati IMO (certificato rilasciato ai marittimi per poter svolgere le mansioni tecniche durante la guardia in plancia o in macchina, ndr), comportano il rischio di privazione del certificato stesso da parte del personale imbarcato, di conseguenza l’impossibilità di svolgere le mansioni che da anni compiono. Questo determinerebbe la perdita del posto di lavoro per un notevole numero di marittimi".

Quasi a discolpa di quanto sopra sulla stessa pagina di wikipedia troviamo scritto:

"Il decreto, richiesto peraltro dalle norme IMO (International Maritime Organisation) e conseguentemente dall’Unione Europea, era un passaggio obbligato, tanto che dall’ottobre 2007 l’Italia rischiava una procedura d’infrazione a causa della non applicazione del decreto stesso. A sottolineare l’importanza contemporaneamente del decreto e dell’Accademia, il Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha firmato e restò attuabile il decreto il 31 novembre del 2007 (30 novembre, ndr)".

A questo i marittimi replicano dicendo che sia l’Europa che l’IMO indicano parametri limite da non superare, entro i quali si poteva tranquillamente legiferare senza danneggiare i marittimi e di conseguenza famiglie italiane. Ed oltre a questo, come detto sopra, si continua imperterriti a tendere a nascondere la realtà della vita sul mare.

Commenti all'articolo

  • Di mauro (---.---.---.222) 26 maggio 2009 11:11

    Semplicemente pazzesco!!!

  • Di sailorman (---.---.---.130) 29 ottobre 2009 00:48

    Anche io come moltissimi l’ho pure presa in quel posto. Pur essendo iscritto da tempo alla Gente di Mare, dopo aver lavorato per anni nel diporto ma mai a libretto (non a causa mia ma per esigenze degli armatori privati per i quali ho lavorato e che non vogliono pagare i contributi per la messa in regola), mi sono scaduti i corsi IMO che ho dovuto rifare nel 2007. A tutt’oggi, pur lavorando ancora nel diporto e come sempre non in regola, attendo sempre un imbarco regolare prima che mi scadano nuovamente i corsi IMO costati una cifra. Nel frattempo sono passati più di dieci anni e sono cresciuto d’età e le compagnie di navigazione, oggi non mi assumono più come allievo di coperta perchè da una parte non ’navigano in buone acque’ viste le ristrettezze degli ultimi tempi e dall’altra mi dicono che sono vecchio e che non posso più effettuare i 12 mesi previsti dal nuovo D.L. con questa qualifica (erano solo 6 mesi prima del nuovo DL).
    Le conseguenze sono tutte racchiuse nella mia frustrazione che lascio immaginare.
    Oggi sono ancora al punto di partenza e mentre prima potevo lavorare al comando di unità da diporto con la patente che possiedo, ora senza i 12 mesi da allievo e gli esami da ACLC o da Uff. di Nav. del Diporto posso solo fare il mozzo, senza togliere niente a nessuno, ma soprattutto senza mai raggiungere il titolo tanto aspirato ed agognato..
    Saluti

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