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Sui muri di Roma Genova e Napoli 2001-2009

Foto e testo da Indymedia Roma raccontano: “Una prima reazione “grafica” alla indecente sentenza che ha comminato 100 anni di carcere a dieci attivisti, dopo aver assolto i responsabili materiali delle violenze generalizzate e soprattutto della morte di Carlo Giuliani“.

Contemporaneamente compare una lettera riflessione di Luca Casarini, no global per eccellenza, “L’incomprimibile resistenza dell’essere", e le reazioni a questa dichiarazione, tra cui una, rifacendo il verso, risponde L’incomprimibile leggerezza dell’apparire: scritta da un passante di Genova.

Insomma i conti con Genova, si fanno, si continuano a fare: “Chi passa alla cassa? Quindici disperati, Un morto e centinaia di feriti e torturati e centinaia di migliaia d’inconsapevoli ma non incolpevoli! Chi passa all’incasso? In sequenza bravi ragazzi cattolici, preti, vecchi arnesi del sindacalismo, rifondaroli e alla fine pure i funamboli dell’apparire. Quelli che dichiararono guerra con le spade di cartone, quelli che alimentarono la spirale della guerra di parole e poi passando passando si ritirarono in buon ordine lasciando invendicato il sangue degli altri. Molti di noi non seppero reagire ma perlomeno ancora se ne vergognano. In una parola siete dei pagliacci! genova 2001″.

Tra i commenti, uno mi ha fatto meditare, come poi suggerisce, coperto da anonimato: “Pagliacci sono coloro i quali hanno fomentato migliaia di “pischelli” dando loro una divisa + equipaggiamento per andare SENZA NESSUNA COGNIZIONE DI CAUSA a rappresentare TEATRALMENTE uno scontro con le guardie, con il “sistema” che nella REALTA’ (scuola, lavoro, territori… ) non esisteva…Scontri di massa sono conseguenti a precisi percorsi politici che portano “naturalmente” alla repressione…secondo me non c’era nessuna radicalità diffusa, nessuna pratica diffusa nei luoghi del conflitto, che giustificassa un atteggiamento così smaccatamente di sfida…SCONTRARSI CON LE GUARDIE UNA TANTUM, facendo credere che esista questa disposizione alla radicalità, che invece non c’era e non c’è…che senso ha contestare il g8 se poi tuti i giorni si intrallazzano rapporti con sindacati e partiti politici? Grande circo….c’ero anch’io…tragico per la morte di Carlo…pur sempre un circo…collassato su se stesso…se crei conflitto VERO non c’è bisogno (quasi mai!) di andare contro le guardie…generalmente sono loro che ti cercano…meditiamo

Di Genova ne ho scritto tanto, a più riprese, ha significato per me, un cambiamento di vita, personale e collettiva, ero capitata lì non per caso ma su richiesta di mia figlia e di altri suoi cinque amici, tutti minorenni. A prescindere dall’età, eravamo potenziale “carne da macello” proiettata nell’illegalità totale, repressione sudamericana, media ufficiali venduti, partiti della sinistra assenti… Bertinotti si fece paladino della Nonviolenza e della pace, c’eravamo noi a fare “conflitto" duraturo, tanto per arrivare al tempo della mediazione e del dialogo su una poltrona istituzionale e con la spilletta arcobaleno sulla giacca per la parata militare del 2 giugno.

E il tempo passa, tutto il resto è noia… Siamo convinti che tutte e tutti sanno… Un bel niente? Fu per me fulminante quanto mi disse un nipote nel 2008, oggi diventato maggiorenne, che non trascrivo per non tediare, riportando solo un titolo che volle darmi tellusfolio.it : “Un nipote e due sentenze”. Questo per dirvi che se alla domanda fatta ad un giovane “comune” chiedendogli di Genova che c’è e c’è stato nel 2001, e la risposta che mi venne data fu un acquario, vi lascio immaginare se gli si chiede di Napoli, nel 2001, forse risponderà non solo un giovane: monnezza e rifiuti.

E allora care sorelle e fratelli d’ Italia, "siamo diversi di colore ma cosa importa se non è diverso il cuore”?

Napoli, il 17 marzo 2001, chi ricorda? G8 Napoli 2001…. Battaglia e lotta di popolo sovversivi del sud, suvvia!

Provate a cercare Napoli 2001, vi comparirà Repubblica in testa Napoli 2001, la grande crisi, era la contestazione la lotta la resistenza nel Calcio napoletano. Ma l’Informazione Indipendente c’era e c’è, una pagina su Napoli 17 marzo 2001, completa di testimonianze, l’ho trovata, scritta da Davide Cassinari per Reti Invisibili: “La repressione inaudita che lo Stato ha praticato contro il movimento durante le giornate di Genova nel Luglio 2001 non nasce dal nulla. Un inquietante preambolo di questi eventi è stata la repressione poliziesca del 17 marzo dello stesso anno a Napoli, che ha colpito la contestazione contro il Global Forum sull’ e-government. Questa prova generale di stato di polizia è passata inquietantemente quasi sotto silenzio sulla maggior parte dei media; forse la presenza del centrosinistra (ricordiamo che l’allora ministro dell’interno Enzo Bianco si complimentò con la polizia dopo i fatti di Napoli) al governo ha spinto molte voci a tacere…Ho pensato che il modo migliore di raccontare quanto accaduto fosse riportare le testimonianze di chi era presente, estrapolate dal libro bianco edito da Derive Approdi. Coloro che hanno ritenuto opportuno rilasciare queste dichiarazioni sono donne ed uomini d’ogni età, studenti, lavoratori dipendenti ed autonomi, disoccupati, liberi professionisti, in alcuni casi adolescenti alla loro prima manifestazione…”.

Era autunno inoltrato dello scorso anno ma le conclusioni per me sono uguali: buon cammino allora, ragazze e ragazzi e come dice Vecchioni, sappiate che il viaggio è lungo e il giorno viene e c’è chi sempre si domanderà “mi conviene?”. Sta a noi non vendere l’anima e il futuro al mercato: ci tratta da merce e scadente.

E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte; ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte; io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro; stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento; copri l’amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello; a volte passa qualcuno, a volte c’è qualcuno che deve vederlo“. Da Sogna Ragazzo Sogna di Roberto Vecchioni

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