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Storia di un treno nucleare

Quella che segue è una ricostruzione, di una storia vera, di una storia recentissima accaduta in Val di Susa. Riguarda il blocco del treno Castor, il treno nucleare diretto in Francia e bloccato per qualche ora da una dura protesta di lotta.
Passeggi per le vie della Valle ed intravedi oltre l'orizzonte la battaglia naturale per la conquista della grezza terra tra l'abete rosso e l'abete bianco per divenir i Re del Gran Bosco di Salbertrand.

I tuoi passi si perdono fra le selvagge vegetazioni tipiche delle Alpi Marittime, Alpi Cozie Meridionali e Alpi Centrali ed il dolce, ma non sdolcinato profumo del castagno puro o misto ad altre latifoglie, che si confonde con l'essenza del faggio ceduo.

Un paesaggio emozionante, vero, semplicemente naturale.

Poi un giorno le mani dell'uomo tra tunnel e fori decisero di devastare le vie scalfite da madre natura, per conferir spazio alle comodità borghesi, per conferir dominio al capitale.

Dalle vie della rete virtuale ma reale, perchè reali sono gli stati emozionali che vengono espressi e rimangono impressi nella memoria della storia, perchè reali sono le persone che scrivono, vive e vere sono le varie esperienze di vita offerte a tutte noi, girava voce che tra le date del 6 e 8 febbraio 2011 un treno Castor, uno di quei treni speciali che trasportano scorie nucleari, doveva transitar per le vie del Piemonte per giungere in quella che un tempo era la terra rivoluzionaria, la terra della libertà, dell'uguaglianza, della fraternità.

La Francia.

Persone che lottano per proteggere,difendere, tutelare la natura, ma anche la salute umana collettiva, decisero di convocare un presidio presso la stazione di Chiusa Condove.

Ed ecco che le forze dello Stato intervengono per garantire l'ordine imposto dalla regole dette della democrazia.

Fiamme di rabbia, espolodono sui binari del treno nucleare. Bruciano copertoni, ma brucia anche l'ardore delle forze dell'ordine che caricano le persone che lottavano per salvar la natura e l'umanità intera da quei rifiuti umani del falso progresso.


Feriti nell'animo, feriti anche nel corpo, feriti anche nella libertà. Arresti e denunce, tipiche azioni della legalità per fronteggiare una situazione che denunciava l'illegalità sociale di quell'operazione.

Alle quattro e trenta circa transita un primo convoglio a velocità sostenuta, composto di motrice elettrica, vagoni passeggeri vuoti e fra essi il contenitore delle scorie. Verso le cinque giunge un secondo convoglio che stanco dell'abuso di potere decide di sostar in stazione sino all'alba.

Scorie che una volta giunte in Francia verranno caricate su camion per raggiungere l'impianto di Areva di La Hague.

I treni celati, mascherati, nascosti, ma svelati dai compagni di lotta arriveranno con 4 ore di ritardo alla frontiera.

La popolazione avvolta dal sonno notturno non era stata avvisata del transito del treno nucleare. Lo Stato legalitario ha ignorato la sua stessa essenza, violando la sua stessa legge, perchè le norme esistenti prescrivono che in situazioni simili la popolazione deve essere avvertita e deve essere predisposto un piano di evacuazione in caso ad esempio di incidente ferroviario.

Ciò non è stato fatto. Si è voluto confidare nell'operazione silenzio.

Quel silenzio che giorno dopo giorno uccide la democrazia, logora la libertà di sapere, logora il diritto alla salute, annienta madre natura.

Due arresti e una trentina di denunce, ecco il bilancio della protesta contro le 13 tonnellate di scorie radioattive provenienti da Saluggia, nel Vercellese e dirette in Francia, ecco il bilancio per aver rotto il muro dell'omertà, il muro del silenzio del capitale.

Fonte estratto notizia.

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