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Squadra Catturandi, un sogno di riscatto che rischia di essere cancellato

Non conosciamo il loro volto, non sappiamo quanti anni abbiano né se siano padri o madri.

Di loro sappiamo il coraggio di rischiare tutto, il lavoro senza tempo e senza limiti, il loro amore di padri e madri per una terra devastata, loro, i ragazzi della Squadra Catturandi, hanno gli occhi della Sicilia che vuole cambiare. Eppure, quando tutto sembra procedere come sempre, nella ricerca dell’ennesimo mafioso nascosto chissà dove, accade qualcosa che è come un grido di dolore, che risuona come un tradimento per quel senso di abnegazione e valori, che hanno portato a raggiungere risultati straordinari. Un bel giorno qualcuno si sveglia e pensa che non ci sono più soldi, che non serve più, che forse sono in troppi, che i grossi latitanti sono ormai tutti “dentro”.

Nessuna soluzione se non quella di smembrare la squadra o per dirla in maniera più delicata, di ridurla. Così da 18 gli uomini diventano 10, gli altri, chi resta fuori “per ordini superiori”, è destinato ad altre attività. È una storia talmente incredibile, che a raccontarla scappa un sorriso amaro, un ghigno di sdegno.

Sotto la finestra della Questura, a Palermo, abbiamo visto mefisti felici abbracciare i giovani palermitani e siciliani, urla di incitamento e voglia di riscatto che questi ragazzi senza volto e con un grande cuore hanno saputo mettere assieme regalando una speranza concreta di cambiamento ad una Sicilia che si sta svegliando. Lacrime di gioia per l’arresto di qualche “pezzo grosso” seguite sempre dalla visita istituzionale del Ministro di turno a fare e farsi i complimenti per l’operazione ben riuscita, pronto a dire “l’abbiamo preso”.

Spenti i riflettori, qualcuno rientrava a Palazzo, loro in mezzo alla polvere di qualche campagna sperduta a dimenticare persino il proprio nome, buttati anima e corpo in una nuova missione. Oggi il sogno di quei ragazzi, che negli anni è diventato il sogno di tutti i palermitani onesti, rischia di essere lacerato da schemi che non possono essere giustificati in nessun modo. Così la professionalità, i sacrifici, devono fare posto alla “spendig review”. I ragazzi della Catturandi pagano un prezzo molto alto, forse per essere stati troppo bravi. E’ giusto che questa storia non muoia nel silenzio di qualche stanza polverosa, è doveroso raccontarla, perché tutti sappiano cosa sta accadendo. 

Dal S.i.a.p. (Sindacato appartenenti Polizia), rispondono in maniera dura a questo provvedimento: “Certo ormai ci aspettiamo le probabili, ma improponibili risposte, potrete dirci che quasi la metà di questi rimarranno a lavorare alla Catturandi, che non c'erano più latitanti (e Matteo Messina Denaro chi è? Un ladro di polli?), che non c'erano risorse... che comunque... bla bla bla. A meno che non si voglia sostenere che poiché, oggi, non ci sono grandi latitanti di mafia, non c’è bisogno della Catturandi strutturata come è sempre stata e che a Palermo e in tutto il Distretto di Corte d’Appello non ce ne saranno in futuro, in una sola parola “la mafia è stata sconfitta!”

Ma se così fosse allora il Questore di Palermo dovrebbe suggerire allo SCO di Roma ed al Capo della Polizia di cancellare, per Decreto, (perché così è stata istituita insieme ad altre poche “Sezioni Catturandi” di Squadre Mobili d’Italia) la “Catturandi” di Palermo “Per Cessata Esigenza!”.

Una protesta dura che certamente arriverà ai piani alti. Che non potranno tacere.

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