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Spesa a punti, volontariato e solidarietà: a Modena arriva l’Emporio Portobello

Partirà a fine maggio un progetto dedicato ai nuovi poveri. Ne parliamo con il coordinatore Luigi Zironi

Immaginate di fare la spesa in un supermercato dove il prezzo della merce è misurato in punti e non in euro, la spesa può essere pagata con una tessera ricaricata ogni mese dal Comune e si può ringraziare per il servizio offerto semplicemente offrendo un po’ del proprio tempo a un centro per il volontariato. Semplice fantasia? No, un progetto che sarà realtà entro la fine di maggio. Aprirà, infatti, a Modena l'Emporio Portobello, un supermercato molto speciale che ha già riscosso ampi consensi in rete, tanto che il desiderio di esportare l’idea anche in altre città italiane non si è fatto attendere.

«Tutta la comunità può e deve prendersi cura di se stessa, soprattutto in un periodo di crisi come questo», spiega Luigi Zironi, coordinatore del progetto. «Tuttavia non bisogna fare confusione. Tanti titoli sul web parlano di cibo in cambio di lavoro, ma non si tratta di questo. In realtà il nostro è un invito, che sia di dedicare anche solo un’ora di tempo: non è obbligatorio, non è vincolante, né commisurato ai beni che si ricevono. Vogliamo far sì che chi usufruisce del servizio non abbia la sensazione di essere assistito e basta, ma possa essere invece d’aiuto a mantenere in piedi la struttura, dato che tutta la comunità si è attivata per realizzarla. L’idea di fondo è che ognuno debba fare la sua parte».

Ben preciso il target di riferimento: l’Emporio Portobello si rivolge infatti alla schiera dei nuovi poveri, ovvero le persone che prima d’ora non hanno mai sperimentato la povertà e sono più restie a chiedere aiuto. Porte aperte quindi alle famiglie in difficoltà economica per mobilità, i cassaintegrati, le persone con contratti di solidarietà, i disoccupati per cause legate alla crisi e coloro che hanno visto calare il proprio reddito almeno del 30 per cento, così come pensionati in difficoltà e famiglie in cui ci sono handicap certificati: saranno i servizi sociali a selezionare le richieste e a stabilire chi può accedere al servizio. «Il nostro obiettivo è fare in modo che queste persone non scivolino in situazioni molto più gravi, ma riescano invece a ritrovare un po’ di sollievo per ripartire. E per noi il sollievo può essere fare la spesa in un supermercato, con il carrello e con i bambini, e non essere costretti a recarsi in luoghi dove vengono dati pacchetti già prestabiliti».

Il progetto dell’Emporio è il risultato di una vera e propria “task force” che vede lavorare fianco a fianco l’Associazione Servizi per il Volontariato e i servizi sociali del Comune di Modena, con il supporto di 21 associazioni di volontari e 24 partner tra imprese e istituzioni. L’immobile, concesso in comodato d’uso dal Comune, è gestito interamente dai volontari e la merce è acquistata grazie alle donazioni veicolate anche attraverso il sito internet dedicato all’iniziativa. Le imprese partner si sono invece occupate di vari aspetti: dalla fornitura degli arredi per l’allestimento (celle frigorifere, casse, scaffali) alla formazione del personale volontario con corsi e consulenze. Una volta a regime, l’Emporio potrà soddisfare il fabbisogno di cibo per circa 350-400 famiglie l’anno, ognuna dotata di una tessera con un credito calcolato in base al numero dei membri del nucleo familiare e che sarà ricaricata di mese in mese, senza accumuli. «La possibilità di rifornirsi al supermercato non sarà però illimitata nel tempo», conclude Zironi. «Stiamo valutando di dare questa opportunità per moduli di sei mesi rinnovabili, fino a un massimo di due anni. Vogliamo favorire il ricambio, ma soprattutto spingere le persone a darsi una mossa per reagire».

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