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"Vi presento la mia Nannarella". Viaggio nel mondo di Anna Magnani

L'omaggio alla grande attrice è in scena a Roma dal 21 al 23 febbraio. Intervista a Simona Lacapruccia, autrice e interprete dello spettacolo

Buio in sala. Nella penombra del palcoscenico, due figure si muovono a passo di danza sulle note di una musica ipnotica. Una luce soffusa e calda illumina quei corpi che comunicano, si rincorrono e accolgono lo spettatore in una dimensione intima e privata. La dimensione del passato, del resoconto con se stessi, del ricordo che, dolente, persiste e resiste al tempo, alle vicissitudini, alle corazze interiori. E poi arriva lei. Gli occhi nostalgici e tristi, le labbra che pronunciano una semplice, eppur straziante, domanda: «Cara mamma ti scrivo l'ennesima lettera che per l'ennesima volta non spedirò. Non sento rabbia, non provo rancore, mi chiedo solo: “Perché?”».

È l’inizio di “Bellissima – Omaggio ad Anna Magnani”, presentato in prima nazionale al Teatro Tor Di Nona di Roma lo scorso 21 gennaio e che tornerà in scena dal 21 al 23 febbraio al Teatro Studio Uno. Lontano da ogni banalità, “Bellissima” colpisce dritto nell’anima, emoziona e fa sorridere. Un’ora di poesia pura, un’esplorazione nel cuore di un’attrice che ha fatto la storia del cinema italiano. Lo spettacolo, prodotto da G.D.O. di Patrizia Salvatori, ha conquistato il primo premio del concorso nazionale “Teatrando, oggi il teatro lo facciamo noi”.

Dietro a questo piccolo, insospettabile, gioiello teatrale, c’è una ragazza romana, Simona Lacapruccia, che di quest’omaggio è autrice e interprete. Ha 28 anni e da sedici calca le scene di alcuni tra i più importanti teatri italiani, dal Quirino al Brancaccio di Roma, passando per l’Archivolto di Genova. Cabarettista, autrice e attrice comica, ha all’attivo anche esperienze di sceneggiatura e produzione di cortometraggi. La incontro dopo la prima al Teatro Tor di Nona. Nei suoi occhi brillano ancora le emozioni del palco e delle vesti della sua Nannarella.

Da dove deriva la tua profonda passione per la donna e l’attrice Anna Magnani?

Il mio amore per la sua figura nasce dalla visione dei suoi film, dalla straordinarietà delle sue interpretazioni e dall’incantevole sensazione che dietro alla “caciarona attrice de Roma” ci fosse un mondo immenso da scoprire, un animo angosciato, ma aperto al mondo e alla sua bellezza, allegro e tragico, forte e debole al tempo stesso. Una personalità non piatta o superficiale, ma al contrario profondissima e poetica.

Ho così iniziato a esplorare la donna Anna Magnani e scavato così a fondo, nella sua vita, nei suoi amori, nelle sue amicizie e nelle sue trasferte all’estero, che la mia ricerca si è trasformata dapprima nella tesi di laurea “Nannarella negli States. Anna Magnani tra italianità e internazionalità” e poi nel breve monologo teatrale “Ninna Nanna”, pubblicato nel 2011 da Giulio Perrone Editore nella silloge “Monologhi da camera e da volo”. Da questo lavoro ho deciso di trarre un monologo più grande, un vero spettacolo che celebrasse Anna Magnani, ripercorrendo tutta la sua vita. Si tratta di un omaggio per far sì che questa grande attrice sia ricordata da tutti, soprattutto dalle nuove generazioni. In Italia purtroppo non si dedica molta attenzione alla sua figura a differenza dell’estero, come ad avvalorare il triste detto “Nemo profeta in patria”.

La forma monologo è una sfida che hai saputo cogliere e vincere con successo: cosa ti ha spinto a scegliere questa modalità di racconto?

«Il monologo è la forma più impegnativa, ma, a mio parere, anche quella più emozionante con cui un attore possa confrontarsi. La mia idea è stata quella di creare una lunga lettera composta da tante ipotetiche lettere che Anna Magnani avrebbe potuto scrivere: alla madre che l’ha abbandonata troppo piccola, al figlio Luca, allo stesso pubblico sotto forma di confessione e sfogo. È una modalità espressiva che permette di creare un’intimità molto stretta tra me, che dò voce all’attrice, e il pubblico, senza filtri. Lo spettatore può trovare così una sintonia molto forte con il personaggio, riuscendo a entrare nel suo animo più da vicino».

Il mondo tormentato, intenso e indimenticabile di Anna Magnani sottolinea anche quanto sia difficile separare la donna dai personaggi che l’hanno resa celebre, rendendola un’icona nell’immaginario culturale e cinematografico italiano e internazionale. Secondo te quanto c’è di lei nei suoi personaggi?

“Con un personaggio vero io mi eccito, me ne appassiono, me ne impadronisco. Ho dentro di me tante donne, duemila donne, devo solo incontrarle e devono essere vere, ecco tutto”, diceva Anna Magnani. Ed era proprio così: metteva tutta se stessa nell’interpretazione dei personaggi, a cui dava voce, corpo e anima grazie a uno studio intenso e approfondito. Da Pina di “Roma città aperta”, a Mamma Roma di Pasolini, passando per Maddalena di “Bellissima”, tutte hanno qualcosa di lei: la forza, la dolcezza, la poesia, il dolore, l’inconfondibile risata. A rendere quest’attrice indimenticabile è stata proprio la sua passione per il lavoro, per la vita anche se difficile, per gli uomini, per il figlio, per l’arte e per il cinema che l’ha tanto osannata, quanto poco considerata alla fine della sua carriera. Come afferma il figlio Luca, si è fatta strada in un mondo maschile e maschilista, e l’ha fatto da sola.

E quanto c’è di Anna Magnani in te?

Mi accomuna a lei la passione per l’arte e per il lavoro di attrice, la meticolosità nello svolgere questo mestiere, fatto di tanto studio e pazienza, la schiettezza nell’esprimere ciò che si pensa e la sincerità nell’affermare le proprie idee, l’essere autocritica e autoironica unitamente a una certa vena nostalgica e malinconica. Anche io sono “caciarona”, ma credo di avere un animo poetico e sensibile, a volte anche troppo.

Quando hai deciso di portare in scena il tuo omaggio a Nannarella?

Sicuramente ha inciso molto la vittoria del concorso nazionale “Teatrando, oggi il teatro lo facciamo noi” . La scorsa estate avevo presentato il monologo in forma scritta e superato le selezioni, arrivando in finale. Il testo è stato poi giudicato insieme alla mia performance da una giuria di critici e attori, ottenendo il primo premio per il testo e la recitazione. Una bellissima emozione che mi ha permesso di capire il potenziale di questo monologo e mi ha reso maggiormente fiduciosa nell’ideare una messa in scena più articolata, occupandomi anche della regia, della scelta delle musiche e avvalendomi dell’accurato lavoro dei danzatori Daniele Toti e Silvia Pinna, che hanno ballato dando suggestive immagini della vita di Anna Magnani.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.119) 22 febbraio 2014 16:45

    Un’attrice indimenticabile Anna Magnani, che vale la pena ricordare con ogni forma d’arte possibile. Il cantautore romano Fabio Tettoni ha scritto e cantato "Regina di Roma", splendido omaggio musicale alla grandezza di Anna Magnani. E’ possibile leggere il testo e ascoltare la canzone collegandosi alla pagina Facebook dell’artista: www.facebook.com/fabiotettoni

    Se amate Anna Magnani… vi piacerà!
    Giacomo

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