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Sobrietà nella Chiesa? Gentile papa Francesco...

Gentile papa Francesco leggo che Martedì 17, dopo l'intervento del cardinale presidente, Angelo Bagnasco, i Vescovi inizieranno a confrontarsi sul tema principale all'ordine del giorno: il rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente, che è a Lei molto a cuore, tanto che ha richiamato alla "sobrietà della Chiesa nel giorno dell' apertura dell'assemblea generale della Cei".

Le ricordo che Angelo Bagnasco ( cardinale e arcivescovo cattolico italiano, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vice presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, arcivescovo metropolita di Genova e cardinale presbitero della Gran Madre di Dio, membro della Congregazione per le Chiese Orientali, della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali) ha sostenuto la posizione della CEI secondo cui i vescovi italiani NON HANNO L'OBBLIGO DI DENUNCIARE all'autorità giudiziaria civile CASI DI PEDOFILIA, ma soltanto “il dovere morale di contribuire al bene comune”, adducendo come giustificazione il fatto che i vescovi non sono “pubblici ufficiali”, che la legge italiana non riconosce questo dovere di denuncia e che tale denuncia porterebbe a mancare gravemente di rispetto alla privacy delle vittime.

Il porporato ha inoltre affermato: "La presentazione della denuncia in ambito canonico non comporta né implica in alcun modo la privazione o la limitazione del diritto di sporgerla innanzi alla competente autorità giudiziaria civile".

Sono stata invitata a scriverLe questa mail, da un' amica su Facebook. Uso le stesse parole sperando in una Sua risposta, perchè so quanto Le stia a cuore il tema, immagini a noi. Grazie e un cordiale saluto

Doriana Goracci

Commenti all'articolo

  • Di Gianni C. (---.---.---.147) 18 maggio 2016 11:32

    Polemica inutile e strumentale. Assolutamente decontestualizzata, estrapola un pensiero dall’alveo della più ampia discussione.
    È indubbio che la pedofilia sia un’ignobile piaga e che sia ancor più odiosa quando a praticarla sono soggetti che abusano del ruolo e/o della fiducia in essi (mal) riposta; tuttavia, il fenomeno della pedofilia è talmente ampio da non giustificare tutto questo accanimento su alcuni elementi del clero. Queste bieche persone sono biasimevoli quanto se non più delle altre che compiono queste ignobili azioni, però, permettetemi, sono una goccia in mezzo all’oceano.
    È anche vero, come giustamente affermato dall’alto prelato, che non v’è alcun obbligo di denuncia in quanto i prelati sono ricoprono la funzione di pubblici ufficiali (circostanza che, per chi conosce il diritto, obbliga tali figure a denunciare un reato una volta questo sia venuto di loro conoscenza).
    Questo, comunque, non vuol dire che si escluda la denuncia. Questa è rimandata alla coscienza del singolo esattamente come avviene per un normale cittadino. E, allora, mi vengono alla mente tutti i cittadini che quotidianamente assistono a numerosi reati per strada e, per non rimanere invischiati, si voltano dall’altra parte e fanno finta di nulla.
    L’affermazione di Bagnasco rispondeva ad una domanda per la quale si sosteneva l’OBBLIGO dei prelati di denunciare coloro che all’interno del clero compivano atti di pedofilia. Ovviamente, la risposta non può che essere negativa; NON esiste alcun obbligo (almeno giuridico).
    In ambito canonico, tuttavia, esistono procedure, sia "civili" che "penali", che possono essere avviate in questi casi; e c’è da dire che ultimamente il numero di procedimenti sono decisamente aumentati, a significare un maggior controllo interno e maggiore sensibilità verso questi argomenti.

    • Di Doriana Goracci (---.---.---.90) 18 maggio 2016 12:27
      Doriana Goracci

      vede signor Gianni C. potrei scriverle che il suo commento è inutile e strumentale, ma non è vero. Porta una sua opinione, come io ho scritto la mia, ponendo nome e cognome in calce e chissà che un giorno Bergoglio, capo di stato della Città del Vaticano non risponda: si occupa di tante cose...ad esempio della priorità delle relazioni fra creature umane. Una fermissima presa di posizione sul secolare male della pedofilia, non dispiacerebbe, come la rimozione di quegli avanzi di uomini che hanno ancora la faccia di campare tra le 4 sante mura e spargere i loro "insegnamenti". Le faccio notare con l’ occasione che avevo scordato un incarico a carico di Bagnasco: il cardinale è anche generale di corpo d’armata in pensione( profumatamente remunerato da noi). E oltre a tutto è entrato nelle forze armate con quel grado, senza neppure fare la carriera da cappellano, che è comunque sempre come minimo capitano, in su. In quanto nominato da papa Wojtyla ordinario militare nazionale è entrato nell’organico degli ufficiali delle Forze Armate direttamente con il grado di generale di corpo d’armata.Prosit!

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.244) 18 maggio 2016 13:24
    Fabio Della Pergola

    L’obbligo di denuncia è ovvio e conseguente per un’istituzione che fonda la sua essenza ed esistenza sull’autorità morale. Se si ritiene opportuno avvalersi della forma giuridica (non esiste l’obbligo di denuncia da parte di comuni cittadini) si asserisce conseguentemente di voler rinunciare e di aver rinunciato all’autorità morale. Per coerenza sarebbe quindi opportuno dimettersi dall’incarico pastorale essendo venuti a mancare i presupposti dello stesso.

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