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Siria: si scoperchia un vaso di Pandora?

Distratti giustamente dalla crisi economica, i titoli dei nostri giornali hanno relegato in seconda o terza pagina ciò che sta avvenendo in Siria.

Proprio ieri è stata una giornata carica di avvenimenti: l'esercito del dittatore Al-Assad ha assaltato un'altra cittadina ribelle, Deir al Zor, con l'obiettivo di "dare una lezione" in stile Hama (altra roccaforte ribelle presa a cannonate).

Queste violenze hanno provocato la rabbia dei paesi arabi del Golfo: l'Arabia Saudita, il Bahrein, il Qatar hanno ritirato gli ambasciatori in segno di protesta nei confronti del regime alauita di Al-Assad, che sta schiacciando nel sangue una rivolta prevalentemente sunnita. Insomma: quanto accade in Siria sta diventando simile ad una "guerra civile" tra islamici. Da una parte l'asse sciita tra Damasco e Teheran; dall'altra il mondo arabo-sunnita sempre più insofferente.

In questa situazione delicata si è inserita la Turchia, che ricordiamo essere un paese membro della Nato: risulta che in questi giorni stia ammassando migliaia di soldati sul confine siriano. Sono in corso colloqui tra il primo ministro Erdogan e il suo stato maggiore per stabilire il da farsi: l'opzione militare non è esclusa, specie se la repressione continuerà con questa violenza. I turchi sarebbero intenzionati a creare almeno due zone cuscinetto localizzate attorno alla città di Hama per proteggere i civili siriani ed evitare un esodo di massa verso la Turchia.

Un intervento militare di questo tipo potrebbe avere conseguenze inimmaginabili: certamente Damasco reagirebbe con durezza, e probabilmente l'Iran entrerebbe nel gioco spalleggiando Al-Assad (con Teheran è in vigore un trattato di mutua alleanza militare in caso di conflitto). Un eventuale attacco iraniano alla Turchia potrebbe coinvolgere l'intera alleanza Nato, oltre agli Stati Uniti che sono tradizionali alleati di Ankara. 

Anche per evitare uno scenario apocalittico di questo tipo, le cancellerie di tutto il mondo sono al lavoro: perfino la Russia, storico partner di Damasco, sta invitando caldamente Al-Assad ad abbassare le armi, ma pare che i tentativi non siano andati in porto. 

Immagine: "Opera di Stefano Tulipani" www.stefanotulipani.it

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