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Simon Peres contestato all’Università di Oxford

Da che pulpito viene la predica

Nell’Università di Oxford un gruppo di studenti ha contestato il presidente israeliano Peres dandogli del “criminale di guerra”, invitandolo a mettere fine al blocco di Gaza, e, dulcis in fundo: “non può essere definito un uomo di pace se ha collaborato allo sviluppo di armi nucleari”.

Tutte cose vere, ma dette dai figli degli “inventori” del colonialismo, cittadini di una nazione che non solo possiede armi nucleari e uno degli eserciti più forti, ma che è stata decisiva insieme agli USA a far nascere lo Stato di Israele a spese della Palestina, e in seguito insieme lo hanno armato in modo poderoso, compresa la collaborazione a costruire un arsenale atomico, la cosa suona un po’ stonata, in una università dove si crea una classe dirigente che è figlia diretta di quei signori che hanno preso la suddetta decisione.

Quanto alle armi nucleari, chiunque le fabbrica lo fa perché altri già le possiedono, e tutti quelli che le possiedono vengono rispettati e temuti, ma nessuno può pretendere credibilmente di porre veti alla costituzione di nuovi arsenali atomici, visto che chi lo propone sono i soci del Club nucleare che vogliono restare in pochi a dettare legge e minacciare.

L’unica strada percorribile è quella di una rinuncia di tutti i paesi in possesso di armi nucleari al loro arsenali, e la loro totale distruzione. Solo allora si potrebbe pretendere con legittimità etica di vietarne a chiunque la costituzione, pena il totale isolamento internazionale.

Sarebbe meglio che gli studenti di Oxford guardassero prima in casa propria, e facilmente scoprirebbero che il vero “asse del male”, alla radice di tutte le guerre attuali, è un imperialismo morente che parla ancora inglese e che speriamo presto sarà spazzato via da una crisi che proprio i truffatori americani, inglesi e sionisti hanno creato, per pagarsi le loro guerre imperiali (3.000 miliardi di dollari il costo dell’aggressione all’Iraq), e la loro pretesa di vivere oltre le proprie possibilità alle spalle degli altri.

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