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Silvio Berlusconi e la metafora della Barca

In bilico tra cretinismo mediatico e servilismo strumentale ormai questo paese si comporta come una maionese impazzita.

Paese sotto stress alla vigilia della ripresa dell'economia post ferragostana, governo sotto stress appeso ad un filo alla vigilia del voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, cittadini storditi da una disinformazione teleguidata che sta trasformando il dramma personale di un anziano signore, con molti scheletri negli armadi, in una "soap opera" nazionale dai contorni veramente surreali.

L'argomento è sempre quello: come salvare il pregiudicato Silvio Berlusconi dal suo destino giudiziario di condannato in via definitiva e con altri carichi pendenti in arrivo. La strada indicata dall'universo politico-mediatico dell'ex Cavaliere è, al netto di circonvoluzioni interpretative e tentativi dilatori, sempre quella, ovvero inventarsi qualcosa, qualche artifizio politico legislativo, qualche scappatoia con accordo sottobanco, per gabbare il corso della giustizia. Lo slogan è "nessuno può far fuori per via giudiziaria colui che è il nostro leader massimo e viene votato da dieci (?) milioni di cittadini".

Una sorta di salvacondotto universale a delinquere nel nome di un presunto consenso plebiscitario. Testuale "le leggi e i giudici vengono dopo il popolo sovrano" . Traduzione del perché Silvio è entrato in politica e si è fatto un partito personale.

Direte, niente di nuovo sotto il sole, tuttavia questa volta ci sono almeno due novità.

La prima è che il Pdl, tutto compatto attorno al fondatore Silvio, ha ufficializzato, per bocca del vice premier Angelino Alfano, durante l’incontro di ieri definito molto teso col premier Enrico Letta, il ricatto messo in atto nei confronti dell'alleato di governo, ovvero il PD.

L'ordine è perentorio: o il 9 settembre quando si riunisce la giunta del Senato per deliberare sulla decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore fate in modo di salvarlo, oppure cinque minuti dopo tutti i ministri del Pdl si dimetteranno ed il governo va a casa.

Soluzione estremamente gradita a Beppe Grillo che, per non mettere limiti alla provvidenza, chiede anche le dimissioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di andare subito ad elezioni anticipate, anche con il "Porcellum".

Sulla questione è intervenuto direttamente Silvio Berlusconi, rilasciando una intervista al direttore Luigi Amicone del settimanale "Tempi" , testata ciellina notoriamente amica dell'ex premier, dalla quale viene estrapolata la perla di saggezza del Cavaliere, tutta condensata nella seguente metafora "se due amici sono sulla stessa barca ed uno butta giù l'altro, è inevitabile che la barca sbandi" .

I due "amici" della parabola berlusconiana sono il Pdl ed il PD e la barca è ovviamente il governo. Lascio la libera interpretazione, quella di Grillo è scontata, ma richiamo sulla falsità della premessa, ovvero la presunta amicizia, in quanto al massimo si potrebbe parlare di complicità. Sul fatto che poi sbandi non è detto che la barca sia per forza destinata sugli scogli, potrebbe perfino approdare in un porto più sicuro.

La seconda novità, che è quella che mi preme di più sottolineare, è il fatto che su questa dichiarazione di una banalità disarmante, pur nella sconcezza di una pubblica chiamata a correo, i mass media nazionali stanno letteralmente impazzendo, a dimostrazione di una situazione malata dell'informazione di questo paese.

Prendiamo la trasmissione In Onda estate delle 20:30 condotta da quel campione dell'attizzare il fuoco che risponde al nome di Luca Telese, un tempo etichettato come di "sinistra" ed oggi, come tutta La 7 che è passata nelle mani di Cairo e sta imbarcando arnesi del calibro di Porro e Paragone, virata decisamente a destra, andando a rimpolpare il già stratosferico potere televisivo di Silvio Berlusconi. È una mia opinione, ma credo che chi ha seguito le vicende di questa emittente televisiva fin dalle origini, non può che condividere.

Puntata tutta incentrata sulla "parabola berlusconiana della barca".

Ospiti in studio:

  • Eric Jozsef giornalista francese di Libération, al quale l'ineffabile Telese ha lasciato spazio zero;
  • l'esponente del PD nuova generazione Paola De Micheli con un sorriso accattivante ma che vedrei meglio a friggere frittelle alla festa dell'Unità, puntualmente e sapientemente interrotta da Telese;
  • l'onorevole Crosetto, quello della falsa laurea, ex Pdl e poi in Fratelli d'Italia, praticamente muto;
  • la giornalista Lia Celi reduce dal meeting di Comunione e Liberazione di Rimini ormai ritenuto il pellegrinaggio della politica, che ci ha regalato quattro, dicasi quattro parole di "testimonianza".

Ospiti fuori studio ed in collegamento:

  • il già citato Luigi Amicone (per la seconda sera consecutiva come si conviene ad un perfetto analfabeta del diritto, nda) che ha esordito con un "non potete impedirmi di essere Silvio Berlusconi", che è tutto un programma e ci chiarisce la sua militanza;
  • E indovinate un po', la sorpresa, la sempiterna, immarcescibile, incredibile, lei l'unica, la pitonessa Daniela Santanchè, in posa da "giudizio di Dio", dal suo lido di vacanze a Forte dei Marmi. La più intervistata a livello mondiale per le sue note doti intellettuali e la visione serena del panorama politico italiano.

Sapientemente diretti da un Luca Telese, forse in vena di accredito verso l'alto dei cieli, la trasmissione l'hanno fatta praticamente solo loro, almeno per i 45 minuti che ho visto, poi ho ceduto di schianto di fronte alle follie dei due sul tema dei giudici taroccati, le leggi che non contano, la condanna Mediaset che è falsa, la guerra dei vent'anni, Silvio martire che difende gli italiani e vai…

Mentre il paese, o meglio una buona parte degli italiani sono alle prese con problemi di natura primaria: come mettere insieme pranzo e cena, pagare la retta dei figli, assicurare l'auto o pagare l'affitto

E La7 impegna uno dei suoi campioni a tessere una trasmissione tutta incentrata su una banalità proferita da un pregiudicato che vive una disperazione tutta personale in attesa che si compia il destino che si è costruito.

La cosa che fa veramente impressione è constatare, a tutte le ore, su tutte le emittenti e perfino sul web - terreno impervio per manipolazioni a controllo totale - tutto un fiorire di esperti, di giuristi o pseudo tali, di politici ad ampio raggio, di giornalisti accreditati e di perfetti sconosciuti, che suggeriscono le vie d'uscita per salvare Silvio Berlusconi.

Interpretazione della legge Severino, ricorso alla Consulta, voto politico, ricorso alla Corte Europea, impallinatura del giudice Antonio Esposito e conseguente annullamento della sentenza. Tutto tranne che rispettare la legge, rispettare i giudici, accettare una sentenza definitiva.

Sembra un concorso a chi ci becca, a chi azzecca la soluzione "Salva Silvio", come fosse un bingo, il premio è la riconoscenza dell'ex Cavaliere e, per chi vince questa lotteria del ruffianesimo, può essere il colpaccio di una vita, perché Silvio saprebbe essere molto generoso con chi lo tira fuori da questa tremenda situazione che sta vivendo e che gli ha tolto il sorriso dalla bocca.

 

Foto: daniel julià lundgren/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.234) 23 agosto 2013 11:29

    Caro Paolo,
    forse dovrei ringraziarti per l’energia che riesci a mettere nel seguire questo schifoso teatrino dell’informazione-disinformazione italiana, però mi sento anche di compatirti per questo tuo masochismo.
    Ieri un amico mi ha segnalato un’altra metafora diversa dalla barca, quella del lavandino: http://www.ilfattoquotidiano.it/201...
    io suggerirei piuttosto quella dello sciacquone del cesso, e in questi due gg ho constatato che molti ascoltatori di radio3 condividono, schifati da questa overdose di preoccupazione per il naufragio berlusconiano.
    Però tu fai bene a denunciare pazientemente e minutamente il ruffianesimo dei giornalisti italiani. Io ci aggiungerei una componente fondamentale: la loro pesante ignoranza. Fatti salvi pochi bravissimi giornalisti d’inchiesta, i giornalisti italiani, anche se improvvisamente smettessero di leccare, non saprebbero fare i giornalisti "veri", perchè sono stati selezionati per fare i "giornalisti falsi".
    Lo abbiamo visto con i fasulli "salavagenti legali" lanciati a b., ma lo vediamo anche con i "carri armati che sparano sulla folla in egitto" (titolo su gran giornali) riferito a blindati (non carri armati) da cui forse si spara, ma con armi individuali, la vediamo con le bombole di gas che esploderebbero, con i morti in mare che non affogano mai, ma vengono colpiti da quel malore (congestione) sconosciuto in tutto il mondo, con gli incidenti stradali causati dalla velocità o dalle strade pericolose, con i loro "normalissimi" errori nell’uso delle percentuali, per cui la percentuale di voti ricevuti da b o altri viene sempre riferita agli elettori italiani invece che ai soli voti espressi e ed efficaci. Tutti abbiamo letto falsità del tipo "la maggioranza degli egiziani ha votato Morsi".
    Non credo che la verità sia rivoluzionaria, ma certamente siamo sommersi da falsità che sono conservatrici.
    GeriSteve

  • Di (---.---.---.88) 23 agosto 2013 13:58

    Io di premesse false ne ho viste almeno tre: la presunta amicizia, lo stare sulla stessa barca (?) e che l’uno butti a mare l’altro.


    Perché di condannato fino a prova contraria c’è solo Berlusconi, non sono tutti sulla stessa barca, e a mare si è buttato da solo violando la legge.

    Io avrei usato una altrettanto nota massima dell’infanzia: se un tuo amico si butta dalla finestra, devi seguirlo, dovete morire tutti? 
  • Di (---.---.---.88) 23 agosto 2013 14:03

    Comunque io suggerirei, copyright la sora cesira, di contattare il gotha della musica mondiale e rilanciare un we are the world for berlusconi.



    Che poi se tutti comprano il disco si fa ricorso ai caschi bianchi dell’ONU, che vengano a bombardare le procure che minacciano la libertà del popolo italiano.


    (sono ironico, sia chiaro)
  • Di (---.---.---.182) 23 agosto 2013 19:41

    Silvio Libero ! Altro che metafora della barca...

  • Di (---.---.---.217) 23 agosto 2013 19:47

    Refuso >

    E’ inutile e puerile che minacci di ribaltare la barca chi è caduto da solo in mare .. e lo nega.
    Cerca di far leva sul Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione

  • Di (---.---.---.39) 25 agosto 2013 06:04

    Se uno di due "complici" va in galera è probabile che ci trascini anche l’altro.

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