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Sentito Padoan mi vien voglia di votare M5S

Ieri sera su La7 l'intervista di Floris al ministro dell'economia Pier Carlo Padoan. Capisco che il mezzo televisivo non sia propriamente quello più confacente ad un taciturno e notoriamente molto riservato ministro "tecnico" come questo, ma se quel poco che ha detto è quello che pensa e che intende fare prepariamoci al peggio.

Entra nello studio de La7, aria seriosa di chi non ama la ribalta, appoggia le terga sulla sedia e subito Floris gli piazza la domandina di rito:

Floris: "Ministro, ci dica subito se è tranquillo"

Padoan: "I conti sono a posto, sono stabili per grantirci a lungo termine e per far fronte agli imprevisti..."

Floris insiste sul tema e Padoan ribadisce che "il Governo è una squadra con un capitano (Renzi) che guarda alla crescita a medio termine... i segnali ci sono già... vogliamo cambiare l'Italia per gli italiani".

Bene, fin qui nulla da eccepire se non che ogni frase del ministro veniva sottolineata da un fastidioso quanto inopportuno scroscio di applausi del pubblico presente. Cominciavo ad avvertire un certo fastidio perché queste tecniche di consenso surrogato a comando forniscono una cornice falsa e premeditata che sa di regime. Un conduttore dovrebbe impedirlo. Ma lasciamo perdere le sciocchezze e veniamo al dunque.

Floris: "C'è il tema delle pensioni... in sostanza restituite dal 5% al 22% di quello che spettava..."

Padoan : "Misura che non riguarda le pensioni più basse (ma che buoni ! )... si è fatto quel che si poteva fare per garantire equità all'interno delle generazioni... se non garantiamo la stabilità non saremo in grado di garantire il futuro dei giovani" . Ovviamente applausi.

Il mio disagio stava crescendo su livelli preoccupanti anche per l'integrità della mio TV 32" LCD. Ma perché ciurlare nel manico in questo modo, perché voler mettere sempre le generazioni una contro l'altra; e poi tagliando le pensioni da 1000 a 3000 euro lordi vuoi far credere che la generazione dei giovani di oggi che vanta il maggior precariato d'Europa ed un 50% di disoccupazione giovanile avrà maggiori garanzie?

A questo punto Floris decide di alzarsi dall'inginocchiatoio e spara la cartuccia calibro 45.

Floris: "C'è la sentenza della Consulta..."

Padoan: "Ci sono delle decisioni che vanno rispettate (ah si?)... tuttavia non devono creare un problema per l'equità intergenerazionale tra giovani e anziani...". Aridagli, sembrava un refrain che partiva in automatico.

Capito il concetto? Vanno rispettate, ma secondo discrezione del Governo. E qui il ministro fa riferimento all'art. 81 della Carta che salvaguarda il bilancio dello Stato. Peccato che questo articolo della Costituzione, alquanto controverso nell'interpretazione, non sia stato utilizzato in altre circostanze, come quando per esempio la Consulta dichiarò illegittimo il provvedimento di blocco degli emolumenti degli alti papapaveri di Stato. Allora i denari vennero subito restituiti con tante scuse per il disturbo creato.

E poi non esistono altre strade per recuperare il maltolto, tipo tutte le porcate come i vitalizi, le pensioni d'oro, gli stipendi da nababbi, le infrastrutture a scopo di lucro, gli F35 ecc... No, evidentemente queste cose non rientrano nella percezione del Ministro. E poi perché non si può rompere il patto tra Stato e cittadino. Ma perché, se freghi 18 miliardi ai cittadini sulla pensione non sottrai diritti acquisiti? Siamo a queste teorie molto discrezionali, poi si parla di giustizia che non funziona, chissà perché!

L'intervista, che in realtà era una prima parte che doveva poi concludersi dopo la parentesi dedicata alle elezioni, termina sull'argomento della tassazione locale e la questione delle clausole di salvaguardia. Il Ministro ribadisce che tutti devono fare tagli, sia a livello centrale che periferico; gli enti locali devono quindi arrangiarsi e se mancano le risorse sono liberi di aumentare la tassazione locale. Una logica che non fa una grinza, così Renzi potrà dire che le tasse lui non le aumenta, ma che la colpa è dei sindaci scriteriati che non sanno far quadrare i conti.

Se poi salta il banco (probabile), ovvero i conti pubblici non tornano, allora il Governo applicherà le clausole di salvaguardia già in vigore ed in regime sospensorio, ovvero aumento delle accise sui carburanti e aumento dell'IVA. Se nel 2016 non verranno trovati 10 miliardi di surplus, quindi, arriva un'altra bastonata. Come dire che i cittadini si troveranno sotto il fuoco incrociato sia del Governo centrale che delle amministrazioni periferiche. Polli da spennare prima di metterli in casseruola e cuocerli a fuoco lento. E quello che si sente ripetere in continuazione da un po' di tempo a questa parte sul metodo di calcolo delle pensioni, ovvero retributivo a confronto del contributivo, è la fase preparatoria a futuri prelievi. A questo proposito rimango esterefatto nel continuare a sentire gli "esperti" parlare di contributi che non coprono totalmente l'assegno pensionistico. I contributi sono "contributi" appunto e non coperture: a coprire c'è la fiscalità generale, ovvero tutte le altre tasse che paghiamo. Ma lasciamo perdere.

Questo comunque è il quadro di tranquillità che ci offre il ministro Padoan e queste sono le "novità" che ci offre il rottamatore Matteo Renzi. Ovviamente non ho seguito la seconda parte dell'intervista per non farmi ulteriore sangue marcio, ma quella faccia impersonale da burocrate con un sorriso appena accennato e con gli occhi freddi come il ghiaccio, mi ha quasi convinto a rompere gli indugi e a fare la croce sul simbolo del M5S.

Questi meritano una lezione ben più dura di quella delle ultime politiche. Stanno dimostrando di avere assorbito il colpo come nulla fosse, con l'indifferenza di chi si sente in una botte di ferro. Parlano in un modo e agiscono al contrario con una sprgiudicatezza che lascia sbalorditi. Renzi ci ha rotto i maroni con la teoria del "fuori tutti i vecchi compromessi" e poi scende a patti con un De Luca qualsiasi e tutta la marmagia di intralazzoni camorristici che lo supportano. E questo perché altrimenti Vincenzo De Luca, sindaco parlamentare candidato, minacciava di farsi un partito in proprio e salassare i voti del PD in Campania. Questo è il nuovo che avanza. C'è da rimpiangere persino Massimo D'Alema, il che è tutto dire. 

E allora diamo un segnale forte a queste regionali del 31 maggio, non devono farla franca. Renzi ha detto che queste elezioni contano una beata mazza a livello politico, quindi è evidente che le teme. Perché voler far credere che le elezioni amministrative hanno un minor valore rispetto alle elezioni europee (queste si che non contano un fico) è di una fresconeria che lascia allibiti. 

Diamoci sotto!

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