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Sentenza raccapricciante dell’Aja: niente risarcimento alle vittime italiane del 1944

Sentenza a dir poco sconcertante quella odierna, pronunciata dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja e rappresentata dal giudice giapponese Hisashi Owada.

Il tribunale chiamato a deliberare sulla causa intentata dalla Germania contro l’Italia per ottenere il blocco del pagamento richiesto dalla Cassazione, a titolo di risarcimento per gli italiani uccisi nel 1944 a Civitella, Cornia e San Pancrazio, ha accolto il ricorso della Germania. Nella sentenza si legge che:

"L’Italia, si legge nella decisione del tribunale, "ha mancato di riconoscere l’immunità riconosciuta dal diritto internazionale" a Berlino per i reati commessi dal Terzo Reich".
Il contenzioso tra Italia e Germania ebbe inizio già il 23 dicembre 2008, quando Berlino decise di ricorrere contro la sentenza della Cassazione del 21 ottobre 2008 che riconobbe la Germania come responsabile per essere stata "la mandante" dei militari nazisti che il 29 giugno del 1944 uccisero 203 abitanti di Civitella, Cornia e San Pancrazio (Arezzo), provocando la morte di donne, bambini, uomini e vecchi, compreso il parroco del paese.
 
Sentenza che venne dichiarata come "precedente storico", sancendo di fatto per la prima volta il diritto per le vittime delle stragi naziste ad essere risarcite, considerando che finora nessun altro Paese aveva portato avanti cause di risarcimento nei confronti della Germania, grazie alla clausola dell’immunità giurisdizionale.
 
Quella odierna invece suona come una sconfitta e dimostra come, ancora oggi, lo stato di coscienza di chi possa emettere una decisione tale, sia irrimediabilmente compromesso.

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.50) 3 febbraio 2012 18:37

    boicottiamo i prodotti tedeschi. Per tutto quello che hanno fatto in italia, stragi (Marzabotto, sant’Anna etc), distruzioni materiali (se non ci invadevano nel 1943 per noi la guerra era finita con pochi danni in Sicilia) e umiliazioni di ogni tipo ci hanno dato 40 milioni di marchi nel 1961 e tanti saluti, e poi ci prendono pure per i fondelli: vedi Schettino. Non compriamo più le loro auto, moto etc.

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