"Sei omosessuale? Non puoi donare sangue!"

Sono volate immediatamente le polemiche in seguito alla diffusione della notizia secondo la quale al Policlinico Umberto I di Roma una donna di 40 anni, impiegata presso uno studio commerciale, non ha potuto donare il sangue, o meglio le è stato impedito di farlo con una motivazione che ha lasciato di stucco la donna stessa.

Qual è questa motivazione? Ebbene, la donna, di nome Licia Marchesi, ha una relazione da meno di 4 mesi con un'altra donna, Maria; insomma, è lesbica; ed è proprio con la sua compagna che Licia si è recata in ospedale per fare la donazione, ma il medico con la quale la donna ha avuto un colloquio informativo le ha detto che non poteva essere donatrice proprio perché omosessuale, con una relazione in corso cominciata meno di 4 mesi fa e quindi considerata un "soggetto a rischio di trasmissione di malattie veneree", in relazione ai nuovi protocolli.

Mentre la direttrice del Centro Trasfusionale - Gabriella Girelli - ha subito cercato di chiarire che non c'è stata alcuna intenzione di discriminare la donna per le proprie scelte sessuali, ma che semplicemente il medico ha, sulla base della propria coscienza e dei protocolli da seguire, fatto questa scelta - discutibile o meno - di negare la possibilità di trasfusione di sangue alla donna, per non rischiare di mettere in eventuale pericolo chi riceve il sangue...

La signora Marchesi si è immediatamente rivolta al proprio avvocato e potrebbe intraprendere azioni legali per essere stata vittima di atteggiamenti discriminatori.

Com'era facile da prevedere, subito le principali polemiche sono fioccate dall'Arcigay, che ci tiene a sottolineare come e quanto sia deleterio creare nella gente degli allarmismi circa omosessuali e trans e la possibilità che essi donino il sangue.