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Se nazionalisti italiani ed indipendentisti triestini rivendicano l’Istria

 
Siamo nel 2014, ma a quanto pare, nel Confine Orientale, la situazione continua ad essere abbastanza calda. Vi è ancora oggi, chi organizza, annualmente, ricorrenze, anche se non istituzionali, e ci mancherebbe pure che fossero tali, finalizzate a ricordare (ed anche esaltare) la marcia di Occupazione di Fiume, del 12 settembre 1919. E la cosa grave è che a tali ricorrenze partecipi anche un Sindaco della Repubblica italiana, con la fascia tricolore, quale quello attuale di Ronchi e di area PD. D'altronde non è un mistero che vi sono organizzazioni, ben tutelate a livello istituzionale, che si battono per la restituzione delle terre contese dal nazionalismo post-risorgimentale ed irredentistico italiano. Principi vecchi, antiquati, ma ancora attuali, perché sussistenti ed anche condivisi da soggettività che rappresentano le istituzioni italiane.
 
E' interessante notare come due organismi politici opposti e contrari, Lega nazionale, e l'indipendentismo triestino, condividano, pur per ragioni diverse, gli stessi giudizi sul Trattato di Pace del 1947, sul Memorandum di Londra e sul Trattato di Osimo, tra lamentazioni e tradimenti, tra illegittimità e nullità paventate; divergono solamente sulla questione del Territorio Libero di Trieste. La Lega nazionale lo reputa, il TLT come uno staterello, manifestando ovviamente contrarietà per la sua edificazione perché ciò significherebbe sottrarre Trieste alla Sovranità Italiana, Italia, che comunque in ogni caso, anche in una ipotetica ed utopistica realizzazione futura del TLT, manterrebbe sempre condizionamenti determinanti per l'area di Trieste. Gli indipendentisti triestini, oggi giorno divisi in due movimenti, dopo enormi fratture interne (il Movimento per il Territorio Libero e Movimento Trieste Libera MTL) invocano invece la piena attuazione del Trattato di Pace del 1947, con la contestuale realizzazione del TLT, eccependo la nullità di tutti gli accordi maturati nel tempo e definendo come illegale ed illegittima la sovranità italiana sulla zona A, dunque su Trieste e provincia. Ciò è costato a buona parte di loro, dopo l'invio di specifiche diffide alle autorità tutte italiane, la contestazione di un procedimento giudiziario per eversione.
 

Ma cosa accade? Che hai organizzazioni nazionalistiche d'ispirazione irredentistica da un lato e post fascista dall'altro, che rivendicano l'italianità dell'Istria e la restituzione della stessa all'Italia. 

Il Movimento per il Territorio Libero di Trieste, sceso in piazza il 14 settembre 2014, con un corteo che ha visto la partecipazione di non più di 1000/1300 manifestanti nelle punte di massima, per arrivare ad un centinaio nella parte finale, in Piazza della Libertà, con un centinaio di manifestanti, numeri sempre rilevanti per le dimensioni di Trieste, ma sicuramente di gran lunga inferiori rispetto alla grande manifestazione unitaria del 15 settembre 2013, non rinnega la così detta zona B

Dunque,Capodistria, Isola, Pirano, Umago, Cittanova e Buie, Verteneglio, Grisignana Villa Decani, Marèsego, Monte di Capodistria, oggi rientranti tra Slovenia e Croazia, non vengono rinnegate per la costituzione integrale del TLT. La bandiera con il simbolo dell'Istria era presente durante il corteo, così come era presente il fronte per l'indipendenza del Territorio Libero di Trieste, con i baschi rossi, ma non per questo comunisti, così come erano presenti, in via di un saluto di solidarietà, durante il passaggio in Piazza dell'Unità, indipendentisti veneti, ma anche lombardi, friulani che parteciperanno attivamente al corteo. Bandiera dell'Istria che, durante il comizio in Piazza della libertà, dominerà sovrana, coprendo in sostanza la statua della Principessa Sissi.

 

 
 
 

 

 

 

 
Ora una rivendicazione del genere è a dir poco pericolosa, non meno pericolosa delle ricorrenze che vogliano la celebrazione dell'Occupazione di Fiume, annessa all'Italia dal fascismo e sotto il fascismo,ed oggi appartenente alla Croazia. Rivendicazioni che rischiano di fomentare nazionalismi ed estremismi di ogni tipo e da ogni parte, sia italiana che non. 
 
Ad alcuni analisti non sfugge che la rivendicazione della Zona B, in realtà non farebbe altro che favorire il giochino dei nazionalisti ecc che rivendicano da sempre l'Istria come italiana, con la falsa litania che anche le pietre in Istria parlano italiano, perché, come già scritto, nella fantomatica ed utopistica ipotesi che il TLT prenda forma e sostanza, l'Italia avrà sempre un ruolo di primo piano nei rapporti con Trieste, ed in ogni caso, nel 2014, quando si parla tanto di fratellanza, di unione tra popoli e tanto altro, vedere l'esistenza ancora oggi di certe situazioni è un qualcosa che non può lasciare indifferenti.
 
D'altronde basta un nulla per fare accendere una miccia esplosiva che possa far saltare in aria tutti gli equilibri, deboli, che sussistono nel Confine Orientale. E ragionando in questa ottica mi verrebbe da pensare che sorse sarebbe il caso di iniziare a pensare alla riedificazione della Repubblica socialista Jugoslava, che sarebbe la migliore risposta a tutte queste situazioni, perché se le cose continueranno in questo modo, tra Unione Europea al collasso, Stati che lottano per l'indipendenza, rivendicazioni nazionalistiche piccole o grandi che siano, Paesi in svendita ed aggrediti in modo selvaggio dal capitalismo, con il bene comune e pubblico semplicemente aggredito all'ennesima potenza, qualche alternativa di natura anti-capitalista bisognerebbe pur proporla e nei posti di confine e di frontiera ogni cosa è possibile, specialmente con una crisi così dilagante e perdurante.
 
Anche se a dirla tutta, per come vanno le cose oggi, è più probabile uno scontro rilevante tra diversi nazionalismi. Perché nazionalismo significa anche chiusura, protezione dallo straniero. 
Chiudersi in un recinto identitario più piccolo, insignificante a livello globale, in un mondo ove la popolazione è di 7 miliardi di abitanti, è un qualcosa di assolutamente folle.
 
Marco Barone
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.21) 15 settembre 2014 15:03

    io la vedo diversamente. A volte l’irredentismo può trasformarsi in un sentimento indipendentista.Non sono per gli indipendentismi all’italiana, spesso pensiero strumentalizzato da qualcuno per questioni fiscali, ma credo che le pietre davvero parlano italiano in istria e che non sia il nazionalismo a fomentare l’irredentismo, ma bensì il colonialismo forzato . indipendentismo corso, nizzardo, scozzese, russo, catalano, basco..tutte realtà ancora attuali, sentimenti mai scomparsi nei tempi e che nascono dalla stessa matrice coloniale. 

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