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 Home page > Tribuna Libera > Se il Movimento 5 Stelle perde persino contro gli impresentabili

Se il Movimento 5 Stelle perde persino contro gli impresentabili

Premessa: se fossi stato un cittadino campano, molto probabilmente avrei votato per il Movimento 5 Stelle, per i motivi che ben vi potete immaginare. Giusto per evitare che qualcuno possa pensare che questo sia un articolo “contro”. Semmai è un articolo “di stimolo”.

Detto questo, i fatti delle regionali sono i seguenti: il MoVimento ha perso. Ha perso perchè non ha vinto in nessuna delle sette regioni in cui si candidava. Ma soprattutto – dato molto grave – ha perso nonostante si presentasse alle elezioni contro gli ormai noti “impresentabili”.

L'unica mezza consolazione è che perdono anche il PD come numero di voti (ma non in percentuale, grazie all'astensionismo) e Forza Italia che diventa sempre più “schiava” della Lega Nord (vedi Liguria e Veneto).

A questo punto ci si aspetterebbe una riflessione, che in verità andrebbe fatta da un po': inizialmente il MoVimento 5 Stelle era nato con l'obiettivo di essere un movimento tutto incentrato sul territorio (un po' come la Lega dei primi anni) e di intercettare i voti degli indecisi, dei delusi e degli astensionisti. Tanto che alla solita domanda dei giornalisti “Chi sono i vostri elettori?” si rispondeva “Generalmente sono persone che non sono mai andate a votare”.

I fatti però attualmente raccontano un'altra verità: nonostante la discesa in campo del Movimento 5 Stelle, l'astensionismo continua a crescere. Non ci vuole certo un esperto in politica o statistica per capire dunque come, in realtà, gli elettori attuali di tale partito siano ex di centrodestra e centrosinistra.

All'inizio non capivo il motivo per il quale all'interno del MoVimento non ci si accorgesse di questa particolarità e per cui non ci si sedesse tutti assieme a cercare di risolvere tale problema. Dopo le ultime elezioni, finalmente l'ho capito: senza l'astensionismo, qualora gli elettori astenuti avessero votato come chi si è recato alle urne, il MoVimento 5 Stelle (ma a questo punto aggiungerei anche PD e Forza Italia) avrebbe percentuali molto più “diluite” (5% circa).

Per cui, mentre prima gli astensionisti venivano pubblicamente lodati da Grillo, adesso non se ne parla più. Un po' per manifesta incapacità a coinvolgerli (non che sia così facile, per carità), un po' perchè a questo punto farebbero persino comodo per evitare una Débâcle in termini di percentuali.

Anche se non ci vuole un genio per capire che non si può campare così a lungo “di rendita”. Rispetto alle precedenti elezioni, il guadagno percentuale medio del MoVimento è stato di circa il 5%. In pratica un punto percentuale l'anno. Di questo passo, o i grillini sperano che l'astensionismo raggiunga numeri da fantapolitica (75-80%), oppure per governare se ne riparla tra una quarantina d'anni... Il tutto per la felicità dei De Luca, dei Toti o dei Vendola (che 5 anni fa fu votato proprio dai grillini sotto “ordine” di Grillo, pur essendo indagato).

E' inutile nascondersi dietro a un dito: il MoVimento 5 Stelle in questa tornata elettorale è stato la montagna che ha partorito il topolino. Festeggiare per l'entrata di pochi eletti in consiglio è come se il Milan festeggiasse di aver preso 2 gol anziché 3 a Sassuolo. E poi, in tutta franchezza, non sembra che con gli eletti in Sicilia, alla Camera e al Senato sia cambiato granchè con il loro cospicuo ingresso nelle aule. I grillini dunque farebbero meglio a sedersi intorno a un tavolo e riflettere.

Prendiamo ad esempio il caso più clamoroso: la Campania. De Luca ha vinto anche perchè i grillini non hanno saputo coinvolgere la società civile. La quale, come ha dimostrato la storia recente, in ambito elettorale può – a prescindere dall'astensionismo – davvero fare la differenza come contrapposizione al voto di clientela. Esempi recenti son stati Renato Accorinti a Messina o Renato Natale a Casal di Principe.

I grillini invece hanno totalmente sbagliato tecnica: hanno preferito usare toni, metodi e programmi da politici navigati, con troppi slogan, poche idee (inutile dire che i concorrenti in questo sono molto più preparati) e con il solito vecchio ragionamento del “noi non siamo come loro”. Che – vista la concorrenza - non ha funzionato neppure stavolta che avrebbe avuto un senso. Il risultato è che continuano ad apparire, per converso, troppo simili agli altri e gli astensionisti aumentano.

E, invece di fare un po' di autocritica costruttiva, gli attivisti festeggiano come se avessero vinto (ma lo sanno che in democrazia non c'è la medaglia di bronzo?). Come un Renzi o un Berlusconi qualsiasi, che rendono persino la matematica un opinione. Con il risultato di annullare ulteriormente le distanze con i partiti tradizionali.

Purtroppo i fatti dicono che da quando il MoVimento è sceso in campo, l'unica vera rivoluzione messa in atto è stato resuscitare il PD e la vecchia politica clientelare.

A meno che il vero scopo del MoVimento non sia quello di fare perennemente opposizione. Contenti loro, meglio che niente. Evidentemente Podemos in Spagna sono dei mostri.

Ormai l'unica certezza nella vita è che alle elezioni regionali non perde mai nessuno.

Ad ogni modo, in bocca al lupo ai neoeletti.

Logo: http://www.beppegrillo.it/movimento/

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