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Scuola: sospesa ogni democrazia

In queste settimane nelle scuole italiane accade di tutto. Un tutto che trova spiegazione nell'imposizione del sistema Invalsi che in sostanza ha comportato una vera "invalsione" della scuola pubblica statale italiana, ledendo ogni democrazia possibile.
 
Esistono nella scuola organi collegiali, poco sfruttati a dire il vero e, come sempre accade, si comprende l'importanza di tali organi quando questi vengono lesi e resi nella sostanza inutili. Organi che hanno la funzione di programmare il funzionamento delle singole scuole, organi all'interno dei quali avvengono discussioni di vario tipo. Organi preposti per Legge (quella Legge oggi violata) a deliberare per esempio sulle attività aggiuntive, attività non obbligatorie per le scuole che possono trovare affermazione solo, e ripeto solo nel caso in cui questi organi manifestino la volontà di realizzarle le dette attività, che in ogni caso, esistendo anche le mozioni di minoranza, non possono obbligare tutti i docenti e le scuole ad affermarle. Esiste il principio della disponibilità, esiste il principio della non obbligatorietà.
 
Le prove dell'Invalsi sono attività aggiuntive, come ricordato sia dalla Direttiva ministeriale 88/2011 che dalla legge sulle semplificazioni definendole come attività ordinarie di istituto (come le gite scolastiche ad esempio), quindi non obbligatorie.
 
 
Principi lesi. Lesi da circolari ed ordini di servizio dirigenziali che da un lato non tengono conto di ciò che è stato deliberato dalle scuole e dall'altro impongono come obbligatorio ciò che obbligatorio non è. Per non parlare del fatto che in molti collegi docenti è stata vietata la discussione sulla questione Invalsi, o impedita ed ostacolata in tutti i modi.
 
Vedi l'Invalsi, Ente di ricerca dotato di propria autotomia e statuto, dettare condizioni alle scuole ed imporre ai docenti attività lavorativa non prevista nel mansionario, non prevista nel contratto di lavoro e neanche nel Testo unico della scuola.
 
Vedi l'Invalsi pagare 400 euro lordi il personale esterno, i cosiddetti osservatori, e pretendere che i docenti svolgano gratis il lavoro che deve essere svolto dal personale dell'Invalsi, quale quello della somministrazione e della correzione delle prove. O ci sono casi in cui tali attività vengono retribuite in modo illegittimo, tramite l'utilizzo dei soldi del Fondo d'Istituto per retribuire attività che non sono state deliberate dalle scuole.
 
Vedi l'Invalsi imporre attività che interrompono l'ordinaria attività didattica. Sospendere un servizio pubblico. Sospendere il diritto allo studio.
Discriminare i bambini, gli studenti, segnalati con DSA. Ledere la libertà d'insegnamento.
 
E nello stesso tempo vedi un Ministero che tace ed acconsente. Perché il silenzio è sintomo di complicità. Una complicità attiva manifestata dai comportamenti di molti dirigenti scolastici.
 
Ma vedi anche ledere diritti che fanno capo prima di ogni cosa ai lavoratori ed alle lavoratrici della scuola, piuttosto che ai sindacati: vedi circolari ed ordini di servizio che riorganizzano il servizio nelle scuole, che prevedono addirittura la sostituzione di personale in sciopero per somministrare quelle prove, nelle classi ove il personale docente ha scioperato. Palese violazione del diritto di sciopero poiché tale comportamento neutralizza l'effetto dello sciopero.
 
Vengono denunciate intimidazioni di ogni natura: addirittura c'è chi afferma che bisogna fare finta che lo sciopero non esiste perché i Cobas non sono sindacato firmatario di contratto collettivo e non sono rappresentativi. Ovviamente ciò è falso nel senso che tantissime sentenze della magistratura del lavoro hanno più volte evidenziato che non sono quelli i requisiti prevalenti e determinanti per l'affermazione del diritto di proclamare lo sciopero, di realizzare lo sciopero. Ma in ogni caso non si rispetta il diritto dei lavoratori allo sciopero.
 
Perché accade tutto ciò?
 
Nella scuola è in itinere la più grande sospensione della democrazia dei lavoratori, probabilmente la più rilevante dai tempi del fascismo. Questa non è retorica, questa non è demagogia, questa è la realtà esistente.
 
Una sospensione della democrazia che rappresenta bene il modello sociale che oggi viviamo tutti noi, dove prevalgono alte forme di repressione, imposizione ed, ahimé, depressione.
 
Le lavoratrici ed i lavoratori della scuola, ma anche i cittadini tutti, non possono che mobilitarsi non solo per difendere la propria dignità professionale, ma anche per difendere quella democrazia, principio fondante l'ordine costituzionale, oggi leso.
 
Tale situazione legittima iniziative anche importanti, che probabilmente, anzi che necessariamente dovranno trovare modo di essere. Iniziative di lotta che vanno oltre la formalità e la burocrazia, come l'indizione di scioperi continui senza il rispetto di preavvisi e di distacco tra i giorni, richiamando quel principio che è previsto anche dalla legge che disciplina il funzionamento dello sciopero nel settore Scuola:
 
 Accordo nazionale allegato al CCNL siglato il 3/03/19991 per il comparto Scuola (personale non dirigente - parte normativa 1998/2001 e parte economica 1998/1999), valutato idoneo dalla Commissione di garanzia con delibera n. 99/285-8.1 del 22.4.1999, pubblicato sulla G.U. – serie generale – n. 109 del 9.6.1999, lettera I articolo 3, lì ove afferma che le disposizioni del presente articolo in tema di preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori.
Questo le lavoratrici ed i lavoratori della scuola devono capirlo e saperlo. Il tempo delle lamentele deve essere superato.
 
Si deve anche comprendere che è impossibile ottenere giustizia formale con le regole esistenti, sia perché i tempi stessi della giustizia canonica sono assolutamente non conciliabili con la necessità di ottenere una giustizia sostanziale immediata, sia perché è difficile pretendere che lo Stato possa condannare se stesso, essendo lo Stato tramite l'articolazione del governo, a pretendere che tali situazioni trovino piena realizzazione.
 
Si assiste ad una situazione incredibile, una situazione ove le stessi leggi vengono violate da chi dovrebbe applicarle, ove l'illegale diviene legale.
 
Ed allora dovrà essere la lotta, per la sovranità popolare, per la difesa della democrazia, una lotta per riscrivere la Legge, per rendere legale ciò che è legittimo. E legittimità vuole che la democrazia nelle scuole venga ripristinata con effetto immediato.
 
Questo è il tempo ove le concessioni sono finite e la scuola vive l'agonia della fine della democrazia. Ed allora esistono o non esistono le condizioni per difendere la democrazia fondante l'ordine costituzionale esistente? E dunque battersi per la difesa dell'Ordine costituzionale oggi leso più che mai dalla situazione vigente?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.26) 5 giugno 2012 09:42

    Sono una mamma e mi rendo conto che le prove invalsi mettono molto sotto stress i bambini e non solo perche’ alla fine risultano essere una messa alla prova per i docenti che devono dimostrare la loro capacita’ di insegnamento. O bambini non sono assolutamente gratificati dai risultati perchè le prove sono anonime. Inoltre le esercitazioni tolgono tanto tempo alle lezioni e tendono a schematizzare tutto il sapere degli alunni. Io proporrei di eliminarne la somministrazione almeno nelle classi seconde della scuola primaria .

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